«Mai incrociare i flussi». Generazioni di cinefili riconosceranno il monito lanciato, in Ghostbusters, il film del 1984, da Egon Spengler ai suoi compagni cacciafantasmi, prima che scaglino potenti raggi intrappolanti contro un ectoplasma. Le conseguenze di un incrocio, si scopre, sono imprevedibili. Ieri, a Samarate, i flussi di “Digital sherpa” e “Green nerd” si sono incrociati eccome. Nel nome del risparmio: economico, per proteggere le tasche dei cittadini, e ambientale, per contenere la rottamazione prematura di pc, tablet, smartphone.
Massimiliano De Cinque e Michele Cimino, questi i nomi che si celano dietro le due identità di fantasia, sono noti, sui social, per un servizio che svolgono con competenza e impegno. La loro missione è raccogliere dispositivi digitali solo in apparenza obsoleti, ricondizionarli e metterli a disposizione, gratis, di persone, famiglie e associazioni che li possono impiegare nelle loro attività, dal lavoro alla didattica, dallo svago al volontariato.
Inutile dire che l’operazione spesso va incontro alle esigenze di quanti non possono permettersi grandi investimenti alla voce “device”. Ma anche l’ambiente ringrazia: allungare la vita di un computer significa alleggerire l’impatto ecologico generato da sostituzioni continue, spesso non necessarie, di strumenti “vecchi” con altri nuovi. Digital sherpa e Green nerd si sono trovati ieri, 2 settembre, nella biblioteca di Samarate. Hanno incrociato i flussi, appunto. Con altri esperti, si sono messi a disposizione, sempre gratuitamente, di cittadini in cerca di diagnosi per le proprie “macchine”. E i riscontri sono stati più che buoni.
«A un certo punto – faceva presente Cimino – c’è anche stata un po’ di coda. Meglio così: vuol dire che si può creare interesse sul tema del riuso, che si può lavorare sulla consapevolezza». «Sfruttare un’occasione come questa – ha ricordato De Cinque– significa andare oltre dinamiche tipiche del commercio. Ambito nel quale, per forza di cose, lo scopo è vendere. Chi arriva da noi innanzitutto parla, espone una difficoltà. Insieme si cerca una soluzione. Utile per tasche, prestazioni e ambiente».
Alla domanda su quale sia il problema più segnalato, lo sherpa e il nerd non esitano: «La lentezza dei dispositivi. Ovviamente bisogna analizzare di volta in volta, ogni caso fa storia a sè». Mentre parlano, l’esempio si è materializzato. Antonina, 76 anni, è arrivata con il suo computer e subito ne ha lamentato la “pigrizia”. «Lo uso per l’associazione di cui faccio parte, ci occupiamo di donne vittime di violenza. Ma il pc mi serve anche per l’Inps e la gestione dei risparmi». Il malato è stato preso in consegna e visitato. Alla fine il consiglio diagnostico, chiamiamolo così, è stato quello di un investimento in hardware dal costo modesto, con disponibilità a un’ulteriore assistenza gratuita. «Sarebbe stato un peccato spendere di più – la sentenza finale – nonostante quel pc abbia un discreto valore, 700, forse 800 euro».
Nei locali della biblioteca, anche giovanissimi conquistati alla causa della lotta allo spreco. Ryan, 10 anni, è letteralmente cresciuto a pane e sistemi operativi. «Mi occupo di queste cose innanzitutto perché mi diverto. Ne parlo anche con i compagni di scuola. Non ho sempre successo, ma devo dire che grazie ai videogiochi sono riuscito a dimostrare l’utilità di certi strumenti. Gli amici non se l’aspettavano». «Quello dei videogiochi – conferma il papà, Angelo – è un canale efficace per suscitare interesse nei ragazzi. Mentre gli adulti si rivelano sensibili soprattutto su sicurezza e costi». Anche Marco ha 10 anni. È una “creatura” di Digital sherpa: ha partecipato a un corso di Massimiliano De Cinque e, oggi, gli dà una mano, il sabato. «Non voglio stare fermo, avere troppi “tempi morti”. Adoro smontare e rimontare. Ho iniziato con un vecchio giradischi e sono passato ai computer. Mi occupo, fra l’altro, di formattazione. È un’attività che mi piace. E mi piace l’idea di rendermi utile».
Siccome, poi, da cosa nasce cosa, nei locali della biblioteca si è presentato Filippo Valenti, di “Smonting”. L’associazione milanese si occupa, letteralmente, di insegnare ai più giovani l’arte di smontare. Un gioco per il quale servono attenzione (“smontare” non è “rompere”), disciplina, manualità, esperienza. «Smontando – ha spiegato Valenti – si comprende meglio la complessità di ciò che ci circonda e di ciò che usiamo. Anche gli strumenti giunti davvero “a fine vita” guadagnano una loro utilità». Didattica e, di nuovo, ambientale: le varie componenti, una volta disassemblate, prendono la via del corretto smaltimento o del riutilizzo creativo. Dinamiche che si possono facilmente collegare a quelle del riuso.
Appuntamento organizzato dall’Amministrazione comunale. «Che è sensibile – ha spiegato l’assessore all’Istruzione, Linda Farinon – a questi temi. L’iniziativa si inserisce in un discorso che portiamo avanti con i Servizi sociali». «Il nostro compito – ha sottolineato la vicesindaco, Nicoletta Alampi – è aprire le porte, come avvenuto oggi con quelle della biblioteca. È così che le persone si incontrano e si facilita la nascita di idee e collaborazioni».