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Alto Milanese | 19 luglio 2023, 12:06

«Aiutateci a salvare la Tela, l'Osteria Sociale aperta in un edificio confiscato alla criminalità organizzata»

L'appello in rete dei fondatori per una campagna di crowdfunding a Rescaldina: «Risentiamo delle conseguenze di questi due anni terribili e abbiamo alcuni problemi di liquidità»

«Aiutateci a salvare la Tela, l'Osteria Sociale aperta in un edificio confiscato alla criminalità organizzata»

La Tela ha offerto un nuovo gusto, quello della solidarietà, ma adesso ha bisogno di aiuto per vivere a Rescaldina. I segni lasciati dagli anni di Covid sono troppo pesanti per l'osteria sociale nata in un immobile confiscato alla criminalità organizzata. Di qui la campagna crowdfunding.

La storia è esposta sulla piattaforma dove si può contribuire - QUI - e in pochi giorni sono stati raccolti 2.155 euro: l'obiettivo è di 30mila. La missione è aiutare l'Osteria Sociale del Buon Essere, un bene confiscato alla criminalità organizzata e gestito attualmente da LA TELA Cooperativa Sociale.

«In questi anni abbiamo creato le basi per una seconda vita di un locale recuperato alla collettività - si spiega - LA TELA è un progetto di formazione e di lavoro in un settore importante come quello della ristorazione, offre opportunità di lavoro a persone svantaggiate, utilizza principalmente prodotti provenienti dalla filiera equo solidale, a Km 0 e da agricoltura biologica». E ancora: «È uno spazio di musica, cultura, incontri, sperimentazioni, discussione, formazione, gioco e divertimento a disposizione di tutti, per dimostrare che, sul fronte della lotta alle mafie, della diffusione della cultura della pace e del rispetto della legalità si possono raggiungere obiettivi solo se si lavora insieme».

Infine, «tutto il g(i)usto della solidarietà, perché a noi piace far conoscere nuove realtà produttive che riescono a coniugare qualità e socialità. Ed è così che abbiamo creato uno spazio per la nostra BOTTEGA DEL G(I)USTO dove è possibile trovare vari prodotti eno-gastronomici prodotti di cooperative sociali e giovani aziende provenienti da tutta Italia, alcune che lavorano terreni confiscati alla criminalità organizzata». 

Il periodo della pandemia è stato durissimo: «Noi abbiamo resistito, con molta fatica, sacrifici e impegno da parte dei soci lavoratori. Ma ancora oggi risentiamo delle conseguenze di questi due anni terribili e abbiamo alcuni problemi di liquidità. Per questo abbiamo deciso di chiedere un contributo a chi ci conosce; a chi ci ha frequentato e gustato i piatti proposti dalla nostra cucina; a chi non ci conosce ma vuole sostenere l’attività e i progetti di un bene confiscato alla criminalità».

La conclusione: «La vostra donazione ci permetterà di continuare la nostra attività con un pizzico di serenità in più e di potenziare i nostri progetti di inclusione sociale e le nostre proposte culturali». 

Redazione

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