Ultimo saluto all’ex sindaco di Gallarate, Edoardo Guenzani, nella basilica di Santa Maria Assunta (foto in fondo). Chiesa gremita, con il gonfalone del Comune listato a lutto. Fra parenti, amici e professionisti che hanno conosciuto il Guenzani ingegnere, tanti semplici cittadini e rappresentanti dell’associazionismo di ambito sociale, sportivo e culturale, volti noti della società civile, dell’amministrazione comunale e della politica. Presente, in forza, la Giunta in carica, a partire dal sindaco, Andrea Cassani (c’era anche il pari ruolo di Cassano Magnago, Pietro Ottaviani). Presenti consiglieri che si sono confrontati, da posizioni differenti e in diversi periodi, dagli anni Ottanta del secolo scorso in poi, fra i banchi di maggioranza e opposizione.
A celebrare le esequie, monsignor Riccardo Festa che, nell’omelia, ha accennato alla sua conoscenza di Guenzani: «L’ho incontrato da volontario, all’oratorio, impegnato nello sbrigare pratiche burocratiche, su cui aveva grande competenza. Lo incontravo a messa, a Cedrate, e nelle festività civili, alle quali partecipava anche quando non era più sindaco. Una forma di rispetto, diceva, per le istituzioni e per i cittadini».
Il prevosto ha incastonato il ricordo personale nell’approfondimento sulle letture, dal Libro di Giobbe e dal Vangelo secondo Giovanni. «Arriva il momento in cui siamo affamati e assetati di giustizia, in cui abbiamo bisogno di sentirci capiti. Ma chi gioca tutta la sua vita su questo riconoscimento, perde la sua vita». Con riferimento al testo evangelico, il pensiero è corso allo spirito di servizio riconosciuto a Guenzani, oltre che alle dinamiche dell'esperienza politica e amministrativa: «Anche nel fare il bene occorre mettere in conto di non essere capiti. Si può perdere consenso, stima, successo economico, ma dobbiamo ricordarci che giochiamo la nostra vita nell’eternità». Incalzante il riferimento a Giobbe: «Devo confrontarmi direttamente con il mio Signore, che mi conosce e che è il mio Redentore. Che riscatta tutto, anche il bene che il nostro stesso fratello non si è reso conto di avere fatto».
Al termine della cerimonia, il feretro ha lasciato Santa Maria Assunta sfilando accanto a Palazzo Borghi, la sede municipale che, per cinque anni, è stata “casa” di impegno civile, politico e amministrativo per il sindaco Guenzani.