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Busto Arsizio | 20 giugno 2023, 21:18

Controllo del vicinato: «Noi lavoriamo sul territorio, voi ci vivete e conoscete i problemi»

Questa sera al Museo del Tessile, la Polizia Locale di Busto Arsizio, in collaborazione con quella di Olgiate Olona, ha presentato il progetto, già attivo sul territorio, ma che vuole essere implementato. L'assessore Loschiavo: «Non ci sono dubbi sul fatto che le istituzioni debbano garantire la sicurezza, ma dobbiamo contribuire tutti. O la facciamo tutti assieme o non è sicurezza»

Controllo del vicinato: «Noi lavoriamo sul territorio, voi ci vivete e conoscete i problemi»

«Il controllo del vicinato a Busto Arsizio c’è già. Serve molto, si tratta solo di un supporto alle forze dell’ordine. L’unico intervento che dovete fare è un colpo di telefono a chi di dovere, così facendo diamo supporto a loro», ha detto il sindaco Emanuele Antonelli alla serata dedicata alla presentazione dell’Associazione Controllo del Vicinato, che si è svolto al Museo del Tessile.

A parlare dell’iniziativa il nuovo comandante della Polizia Locale di Busto Arsizio, Stefano Lanna, e il comandante della Polizia Locale di Olgiate Olona, che tra le altre cose è proprio il vicepresidente dell’associazione, Alfonso Castellone. Presente anche con un video preregistrato l’Assessore alla Sicurezza e alla Mobilità, Salvatore Loschiavo.

«Non parliamo di ronde, parliamo di cosa eventualmente può servire per migliorare la sicurezza», ha introdotto così il tema il comandante Stefano Lanna.

A seguire un video, in cui sono state mostrate diverse città che hanno il controllo del vicinato, tra cui Venezia, Roma, Milano e molti altri capoluoghi. E il messaggio dell’Assessore Loschiavo: «Noi abbiamo un’immagine di una città tutto sommato sicura, ma tuttavia ci interrogavamo e veniva fuori il fatto che si registra una percezione di città insicura. Noi vogliamo restituire una percezione conforme a quelli che sono i dati reali». E per fare ciò, serve: «Prevenzione. E noi riteniamo che il controllo del vicinato svolga questa funzione» ma non solo «anche quella di repressione, come ad esempio può essere scongiurare le truffe agli anziani».

L’assessore ha poi concluso il suo video: «Non ci sono dubbi sul fatto che le istituzioni debbano garantire la sicurezza, ma dobbiamo contribuire tutti. O la facciamo tutti assieme o non è sicurezza».

Il comandante della Polizia Locale di Busto ha poi iniziato con una riflessione: «Chiunque di noi tende a sentirsi più sicuro quando vede tanti agenti, però se c’è tanta polizia in giro è il contrario: vuol dire che c’è qualche problema di sicurezza».

E ha proseguito con il concetto di fare rete: «Non deve essere solo tra cittadino e comune, cioè un rapporto unidirezionale, ma bensì bidirezionale. Arricchita da fatto che voi vivete sul territorio, noi ci lavoriamo, il cittadino conosce i problemi».

Per poi indicare quella che è la mission del controllo del vicinato: «Comunicare situazioni di insicurezza, aiutare le persone più vulnerabili, collaborare con le istituzioni, creare comunità. Accrescere il senso del dovere civico, educare alla sicurezza».

Poi il collega di Olgiate, Alfonso Castellone, ha preso parola spiegando, con degli esempi che spesso è l’imprudenza a permettere furti e truffe: «Se andiamo al cimitero, portiamo il bambino all’asilo e lasciamo la borsa in macchina ci spaccano il vetro». E ricordando che gli anziani sono le persone più colpite perché «sono sole, il gruppo fa forza in attesa che arrivino le forze dell’ordine».

Il comandante Castellone ha anche spiegato cosa non deve fare il controllo del vicinato: «Non si sostituisce alle forze dell’ordine, non è il controllo del vicino. Farlo non comporta rischi e non richiede addestramento, deve solo dare informazioni dettagliate». E anche gli aspetti sociali positivi di questa attività: «Nelle zone in cui c’è il controllo del vicinato diminuiscono drasticamente i reati, aumentano le segnalazioni per i tentativi. Aumenta il senso di appartenenza del territorio, si torna a parlare, migliora il rapporto col le forze dell’ordine e funge da protezione per i soggetti più vulnerabili».

E poi, entrambi, hanno concluso sottolineando quanto l’utilizzo dei social sia inutile e talvolta dannoso: «Qualcuno segnala su Facebook e tutti iniziano a commentare, ma qualcuno di queste persone ha chiamato il 112?», poi l’esperienza del comandante Lanna, quando ancora era a Malnate: «Facevamo le ronde e i controlli in borghese nel periodo delle truffe. Qualcuno ha scritto in un gruppo Facebook che eravamo in un posto, la truffa è stata fatta in un altro. Il ladro può essere nel gruppo in cui state scrivendo e legge».

Michela Scandroglio

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