Partiamo subito con una mia curiosità, come si diventa presidenti di una fondazione?
- Formalmente l’elezione avviene tramite il voto del CDA, in senso generale invece lo si diventa quando si è abbastanza testardi da non credere a tutti coloro i quali sostenevano fosse una pessima idea
- Quindi è stato difficile costituire Fondazione Aurea?
- Conosce qualcosa di davvero importante per la quale non occorre fare fatica? Rispondendole posso dirle che è la maggior complessità l’abbiamo incontrata nello spiegare il nostro modello e i nostri obiettivi.
- Modello e obiettivi sono termini più legati al mondo delle aziende che a quello del sociale.
- Si, abbiamo fatto proprio questo. Abbiamo applicato principi aziendali a progetti che creassero valore sociale, quando siamo partiti come piccolo Comitato ormai tre anni fa ci siamo detti che lo scopo era riuscire a cambiare qualcosa partendo proprio dalla provincia.
- Ci racconta il progetto a cui è più legato?
- Dovrei dire a tutti in egual modo ma non è così. Credo che aver creato il primo centro di tamponi gratuiti in Italia basato sulle offerte ci ha permesso di capire quanto l’applicazione delle competenze manageriali a scopi sociali sia la vera strada da percorrere. Infatti, è arrivata la gratificazione del Corriere delle Sera che ha raccontato la nostra storia.
- Quanto c’è di lei e del suo modo di essere nella fondazione?
- Spero poco. Ciascuno ha doti diverse io posso dire di essere davvero felice di lavorare all’interno di un CDA dove le competenze professionali ed il valore umano raggiungono entrambi valori di eccellenza.
- Sembra proprio che si voglia cambiare le regole del gioco. Questo piace a tutti?
- Io, per esperienza, credo che quando tutti sono d’accordo con quello che dici qualcosa non va. Sono molto felice di potermi confrontare con persone che hanno idee diverse ma sono determinato nel difendere la Fondazione quando le critiche sono sterili.
- Allora anche le fondazioni hanno degli haters?
- Si. Principalmente credo che dietro ci sia del malessere quindi non me la prendo ma è mio ruolo rispondere sempre in maniere estremamente cordiale argomentando. Alla fine smettono loro di rispondermi.
- In questi mesi avete portato ai vostri eventi personaggi di livello internazionale. Per citarne alcuni De Bortoli, Javier Zanetti e Toni Capuozzo. Perché questa scelta?
- Semplicemente perché dobbiamo creare valore sociale. Per farlo il modo migliore è permettere alle persone di ascoltare voci autorevoli. In più abbiamo sempre trovato disponibilità, cortesia e grandissima umiltà da parte di tutti.
- Cosa c’è nel futuro di Fondazione Aurea?
- Non lo so davvero! Abbiamo tantissime idee legate alla creazione di opportunità lavorative dedicate a fragilità e disabilità ma anche progetti sulla sostenibilità. La cosa che posso dire è che nel futuro della Fondazione vedo l’allargamento della rete di persone che decidono di realizzare con noi i loro progetti e dedicarli al creare qualcosa di bello per tutti.
- Dai una piccola anticipazione.
- Stiamo lavorando alla creazione di un brand legato alla moda e alla valorizzazione della fragilità che, del resto, è una dote che possediamo tutti ma ci ostiniamo a nascondere.