/ Salute

Salute | 30 marzo 2023, 21:20

VIDEO. Antonelli e Galimberti: «Siamo autorità sanitarie, ma solo da dopo la pandemia. E oggi dobbiamo affrontare la carenza di medici»

Intervenuti durante la seconda lezione del corso di formazione per direttori di distretto in ambito sociosanitario i due sindaci di Busto e Varese, in un dialogo con i partecipanti, hanno illustrato il loro punto di vista

VIDEO. Antonelli e Galimberti: «Siamo autorità sanitarie, ma solo da dopo la pandemia. E oggi dobbiamo affrontare la carenza di medici»

Si è tenuta oggi alla Liuc la seconda lezione del corso di formazione per direttori di distretto in ambito sociosanitario, realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi dell’Insubria. A raccontare il loro punto di vista sono stati Emanuele Antonelli, sindaco di Busto Arsizio, e Davide Galimberti, sindaco di Varese.

A introdurre i due primi cittadini, è stato il rettore dell’Università Liuc, Federico Visconti: «Noi avevamo promesso che avremmo dato valore spostandoci su un territorio che non era centrato su Milano. La giornata di oggi con la presenza dei sindaci è proprio l’evidenza di questo. Nell’arricchimento dei contenuti, mi pare di capire si sia ritenuto sondare i temi del territorio. È chiaro che è un partire alla lontana, rispetto al lavoro che dovete fare, però conoscere cosa nasce sul territorio per le stesse dinamiche del distretto penso sia una cosa interessante».

Insieme a lui i due coordinatori del progetto: Giulio Carcano, professore ordinario e direttore della Scuola di specializzazione in Chirurgia generale dell’Università degli Studi dell’Insubria, ed Emanuele Porazzi, direttore Healthcare Datascience Lab della Liuc e direttore Divisione Master Programs della Liuc Business School.

Il primo dei due cittadini a prendere parola è stato Davide Galimberti: «Io e Emanuele, come tutti i sindaci italiani, siamo solo formalmente autorità sanitarie. Prima della pandemia, era evidente a tutti che i sindaci e le amministrazioni locali, venivano coinvolte solo per firmare i TSO, o quasi. E questo probabilmente è stato un limite che abbiamo visto anche poi nelle situazioni di grande criticità», raccontando poi la sua esperienza da sindaco.

E ha concluso: «Io penso che in questo momento il ruolo territoriale della sanità ha un’occasione unica di aprire, innanzitutto un confronto per fare cultura sociosanitaria in maniera molto allargata, ma al contempo gli ambiti strettamente sanitari hanno bisogno di essere “contaminati” di quelle che sono una serie di esigenze che vengono dall’ambito sociale, perché c’è bisogno di quell’elemento di confronto che serve, che anche durante la pandemia è stato utile».



Emanuele Antonelli: «Tutto è iniziato dopo la pandemia, cioè: dopo la pandemia ci siamo accorti che qualcosa non andava. Il sistema sanitario lombardo, prima di essa, era un’eccellenza in Italia, dopo è successo quello che è successo. Adesso si corre ai ripari, si vuole tornare alla medicina territoriale. Secondo me, però, si passa sempre da un eccesso all’altro: prima eravamo noi sindaci, secondo me, che non ci siamo mai preoccupati più di tanto se non quando i cittadini ci chiamavano per comunicarci qualcosa».

Portando poi l’esempio dell’ospedale unico: «La sanità è materia difficile per noi sindaci, noi possiamo solamente sentire quello che i professionisti del settore ci possono consigliare». Portando anche alla luce, quelli che dal suo punto di vista sono i problemi del nostro sistema sanitario: «Durante la seconda ondata di pandemia, purtroppo, noi sindaci abbiamo dovuto agire facendo da tramite con i vertici ospedalieri perché tanti medici di base non lo facevano. Adesso il problema è che i medici di base non ci sono più e anche il personale sanitario. Se non abbiamo il personale, noi possiamo fare tutte le riforme che vogliamo, ma qua si tratta di capire se c’è ancora gente che intende questo lavoro come una missione. La mia paura non è farmi sentire dai vertici, il mio problema è che non ci sono più uomini e mezzi».



Alla fine dell’incontro è intervenuta la dottoressa Giovanna Beretta, presidente dell’ordine dei medici di Varese che ha voluto ringraziare le due università e la partecipazione dei due sindaci: «Proprio questa alleanza tra noi operatori e gli amministratori ci permetterà di superare questo momento difficile. Siccome con la carenza di medici non sarà più il problema di chiudere un ambulatorio, ma dovremo chiudere dei reparti, dobbiamo aiutarci». 

Michela Scandroglio

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A GIUGNO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore