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Legnano | 15 febbraio 2023, 11:26

L’importanza del supporto psicologico per le famiglie che vivono il dolore del lutto perinatale

Il dramma della perdita di un bambino nato morto deve essere affrontato con l’aiuto dei professionisti. Le dottoresse Ciovati, Garrotta e Giussani raccontano “l’educazione” al lutto

L’importanza del supporto psicologico per le famiglie che vivono il dolore del lutto perinatale

Il 2020 è stato un momento storico particolare, durante il quale la società mondiale si è occupata di raccontare il dolore della solitudine, le difficoltà della Dad, la crisi economica e quella del turismo, il dolore delle famiglie dei defunti che non hanno neppure avuto la possibilità del cordoglio. 

Ad aggi si è parlato poco di un dolore sconosciuto, poco tollerabile e sicuramente difficile da condividere, ovvero quello del lutto perinatale. I bambini nati-morti, come tutti, devono avere sia uno spazio psichico, sia un luogo fisico dove poterli andare a trovare. 

La pandemia ha fermato il mondo, ma i bambini continuano a nascere, e per fortuna questo non è cambiato. 

Le dottoresse, psicologa Viviana Ciovati, neuropsichiatra infantile Marinella Garrotta e psicoterapeuta Silvia Giussani ci raccontano questo mondo poco conosciuto. 

Dottoresse qual è attualmente la gestione a livello psicologo del lutto perinatale negli ospedali? 

All'interno dei reparti di maternità la modalità di sostare nel dolore della morte prenatale esiste poco, è difficile per tutti supportare un contatto con le famiglie orfane del proprio bambino perché forse nessuno ha insegnato l'educazione al lutto.

La letteratura psicologica conferma l’importanza di supporto già dal personale sanitario durante la diagnosi. La morte del proprio bambino atteso in gravidanza è la disgregazione del sogno genitoriale (Walsh, McGoldrick, 1991). 

E’ bene che gli operatori sanitari mettano in atto delle piccole attenzioni, ma davvero importanti ed indispensabili ai fini di alleviare, per quanto possibile, il dolore e la sofferenza provate. La comunicazione di morte è dolorosa, per chi la fa e per chi la riceve, ma è importante ricercare un contatto empatico con i genitori.

A volte, senza volerlo, il personale che accudisce la futura puerpera si lascia trasportare dal dolore, dalla fretta e dalla meccanicità delle azioni, aumentando inconsapevolmente la solitudine.

Quali sono le leve da attivare per aiutare le famiglie? 

Grazie ad un ascolto empatico, il professionista sanitario potrebbe avere un ruolo chiave nella gestione della morte perinatale: se riuscisse a fornire un supporto sensibile ed una presenza di cura adeguati, potrebbe facilitare l’elaborazione del lutto genitoriale. Al contrario, con atteggiamenti errati, potrebbe ostacolare il processo di elaborazione. In tutto questo, la solitudine può rendere l’evento ulteriormente traumatico. La perdita perinatale va tutelata con gruppi di sostegno psicologico, condotti da psicologi esperti e formati nell’ambito dell'educazione al lutto. 

Nella città di Legnano esiste un servizio di assistenza psicologico? 

Attualmente, negli ospedali della zona durante la degenza viene somministrato un questionario che indaga la situazione psichica della puerpera.

Inoltre, nel giorno delle dimissioni, viene consegnato un opuscolo “mamme si diventa" con un elenco di numeri da chiamare per le diverse necessità, tra le quali anche quelle psicologiche che possono presentarsi successivamente al rientro a casa. Questa modalità di cura potrebbe prevenire uno stato di malessere generale.

Riteniamo importante sottolineare il bisogno di condividere i vissuti ed aprire uno spazio di riflessione e di contatto nel sostare anche dentro i gruppi di sostegno psicologico condotti da psicologi e psicoterapeuti.

Questa sarà la responsabilità di cura che noi psicologi, psicoterapeuti, psichiatri e neuropsichiatri infantili dovremmo avere nel rispetto della famiglia appena nata.

Raffaele Specchia

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