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Attualità | 01 febbraio 2023, 08:19

La “Cometa di Neanderthal” torna a far visita alla Terra in un viaggio durato 50mila anni

L'appuntamento è per oggi. La cometa potrebbe essere individuabile anche ad occhio nudo, ma solo in presenza di un cielo molto buio e limpido. Meglio utilizzare un binocolo o un piccolo telescopio

La “Cometa di Neanderthal” torna a far visita alla Terra in un viaggio durato 50mila anni

Da sempre uno degli oggetti del Sistema Solare più singolare ed interessante per astronomi, astrofili, astrofotografi e per chiunque il cui sguardo riesca ad intercettarne la scia luminosa nel buio del cielo notturno, le comete rappresentano un corpo celeste tra i più arcaici, note sin dall’antica Grecia con il termine di “komḗtēs“, “chiomato”.

Queste “palle di neve sporche”, dalla forma irregolare e costituite principalmente da una miscela di grani non volatili e gas ghiacciati, sono una testimonianza la cui scoperta e osservazione forniscono informazioni preziose sulla formazione del Sistema Solare.

La “Cometa di Neanderthal”, dopo ben 50mila anni, tornerà a visitare la Terra, divenendo visibile proprio nella notte di oggi, mercoledì 1 febbraio, quando il corpo celeste si troverà alla minima distanza dal nostro pianeta (i.e. perigeo), a “soli” 42 milioni di chilometri. Difficile predire con esattezza il grado di visibilità della cometa, che potrebbe essere individuabile anche ad occhio nudo, ma solo in presenza di un cielo molto buio e limpido, lontano da inquinamento luminoso ed atmosferico – quindi, preferibilmente in alta montagna – ed in assenza della Luna, che, invece, con ogni probabilità, farà “sentire” la sua presenza. Per tale motivo, anche l’ausilio di un semplice binocolo può facilitare la visione del corpo celeste.

La cometa è stata scoperta il 2 marzo 2022 e proviene dalle regioni più esterne del Sistema Solare. Le osservazioni collezionate, seppur su di un breve arco temporale, avrebbero permesso di azzardare l’ipotesi che il corpo celeste, percorrendo la sua orbita, si sia avvicinato l’ultima volta alla Terra circa 50mila anni fa’ – che corrisponderebbe al tempo stimato impiegato dalla cometa per orbitare attorno al Sole -, al tempo dell’Homo neanderthalensis, appunto.

In realtà, la nomenclatura scientifica della cometa è “C/2022 E3 (ZTF)”, in quanto scoperta ad inizio 2022 all'”Osservatorio del Monte Palomar” in California, attraverso una telecamera per sondaggi ad ampio raggio del Zwicky Transient Facility (da qui, “ZTF”).

La cometa, viaggiando sulla sua traiettoria, ha incontrato il punto di massima vicinanza al Sole (i.e. perielio) il 12 gennaio scorso, cosa che ha fatto sì che il corpo celeste si riscaldasse, rilasciando parte del suo materiale ghiacciato sottoforma di una “chioma” verde che, interagendo con la pressione del vento solare, ha dato vita anche a due code ben distinte, una più corta costituita da polveri ed una più lunga formata da ioni, ma non solo. Infatti, proprio quest’oggi, la NASA ha mostrato come la “Cometa di Neanderthal” presenti anche una molto meno comune “anti-coda”.

Le comete sono generalmente oggetti “diffusi” e, quindi, con una luminosità piuttosto bassa, simile a quella di una stella sfocata. Inoltre, le code – caratteristica molto affascinante e ben visibile nelle fotografie digitali – sono, in realtà, la parte più “debole”.

Nella serata/nottata di domani, il massimo apparente della cometa dovrebbe essere intorno alla quinta magnitudine, il che significa che il corpo celeste sarà alla portata di un semplice binocolo, ma potrebbe essere al limite di visibilità ad occhio nudo, anche per via della luminosità lunare sopracitata. Fortunatamente, però, fino al 5 febbraio circa, la “Cometa di Neanderthal” sarà “circumpolare” e quindi, visibile in cielo tutta la notte, senza mai tramontare.

Se non aveste modo di dedicarvi alla contemplazione della volta celeste, sarà comunque possibile osservare la cometa tramite la diretta streaming di “Virtual Telescope Project” e “Telescope Live”, che, grazie ai loro telescopi posizionati in Italia ed in Spagna, trasmetteranno nella serata di giovedì 2 febbraio le riprese di questo arcaico corpo ghiacciato.

da LuinoNotizie.it

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