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Economia | 23 gennaio 2023, 19:30

La provincia di Varese oltre il Pil: 28esima in Italia per progresso sociale

Presentato alla Liuc di Castellanza lo studio “Social Progress Index”. Il presidente di Confindustria Varese, Roberto Grassi, sulle analisi sviluppate da Institute for Entrepreneurship and Competitiveness di Liuc: «Offriamo alla nostra provincia una mappa con i punti di forza e di debolezza, per impostare politiche innovative». Il presidente Liuc, Riccardo Comerio: «Orgoglioso che la redazione del primo Social Progress Index su una provincia sia stata assegnata al nostro Iec»

Roberto Grossi, presidente di Confindustria Varese, interviene al convegno alla Liuc

Roberto Grossi, presidente di Confindustria Varese, interviene al convegno alla Liuc

Ventottesima: questa la posizione che assegna alla provincia di Varese il Social Progress Index, sviluppato da Iec - Institute for Entrepreneurship and Competitiveness di Liuc (partner in Italia dell’organizzazione internazionale no-profit Social Progress Imperative, fondata nel 2012, con sede a Washington) e presentato da Confindustria Varese nel convegno che si è svolto oggi, 23 gennaio, alla Liuc. Scopo dell’incontro, illustrare metodo e risultanze dello studio che misura lo sviluppo del territorio “andando oltre il Pil”, oltre i semplici indici economici. Tre le principali dimensioni del progresso sociale analizzate (le ha presentate Federica Belfanti, ricercatrice Iec): bisogni umani fondamentali, fondamenti del benessere, opportunità.

Vi partecipano temi quali assistenza medica ai cittadini, qualità dell’ambiente, sicurezza personale, accesso alla cultura e alla conoscenza, inclusione delle donne nelle aziende e nelle amministrazioni pubbliche, partecipazione alla politica, trasporto pubblico locale, integrazione degli stranieri, servizi all’infanzia. Varese, è emerso, risponde bene ai bisogni fondamentali dei suoi cittadini e garantisce un buon livello di benessere (nei due ambiti è 21esima e 20esima in Italia, su 107 province). Meno bene la dimensione delle opportunità, che misura le possibilità dei singoli individui di raggiungere il proprio pieno potenziale. A questa voce, Varese è 49esima. Su scala regionale? Quinta per capacità di garantire benessere, nona nel garantire i bisogni fondamentali, penultima (tiene dietro solo Sondrio) nelle opportunità.  

Tornando al livello nazionale, alcuni dettagli sulle tre dimensioni.  

Bisogni umani fondamentali (21esima posizione)

Rispetto a quasi tutte le altre province, si legge nel comunicato stampa di Confindustria, Varese risulta offrire ai singoli un’ottima sicurezza personale: quarta a livello nazionale. Anche a livello idrogeologico assicura una buona protezione, in termini di rischio frane (nono posto) e alluvioni (quindicesima). I punti deboli sono quelli dell’assistenza medica di base e delle dispersioni delle reti idriche comunali, dove Varese, negli ultimi dieci anni, ha perso diverse posizioni.  

Fondamenti del benessere (20esima posizione)

La provincia varesina risulta decima in Italia per livelli di salute e benessere (prima per indice di sportività) e quindicesima per accesso dei cittadini alla conoscenza. Semaforo verde, guardando soprattutto al confronto con il resto della Lombardia, anche per la qualità ambientale, grazie, per esempio, al buon posizionamento sulla raccolta differenziata (13esima) e al miglioramento nella qualità dell’aria. C’è da risalire la china, invece, sull’accesso alle informazioni, dove Varese arriva solo 56esima, trainata in basso, tra i vari indici, da quello sulle librerie (100esima) e la digitalizzazione delle città (i comuni del Varesottto sono 68esimi).  

Opportunità

È in questa dimensione che emerge il punto debole di Varese. I semafori rossi che bloccano il progresso sociale varesino sono la bassa partecipazione elettorale dei cittadini, l’affollamento degli istituti di pena, l’offerta culturale, il livello dei giovani nelle amministrazioni comunali, l’accessibilità delle scuole. Semaforo giallo per quanto riguarda le pari opportunità. C’è da lavorare, invece, di più nelle performance alla voce educazione avanzata, componente che vede Varese piazzarsi solo 49esima.  

«Questa iniziativa – ha affermato Roberto Grassi, presidente di Confindustria Varese - rappresenta il secondo step di un percorso avviato con il lancio del Piano Strategico #Varese2050. Vogliamo offrire alla nostra provincia una mappa con i suoi punti di forza, ma anche di debolezza, per impostare insieme alle istituzioni, alle imprese e altri enti, sia pubblici sia privati, politiche innovative, in grado di aumentare la capacità del territorio di soddisfare i bisogni fondamentali dei cittadini, di migliorare e sostenere la qualità della loro vita e di creare le condizioni ottimali per la realizzazione personale di ciascuno». Conseguenza: «Alla politica, due priorità: investire nell’assistenza medica di base e nell’accesso alla conoscenza e all’informazione, per esempio attraverso progetti di digitalizzazione delle nostre città, troppo poco smart. Alle imprese, il suggerimento è quello di investire con ancora più forza sull’inclusività dei posti di lavoro e sulla sostenibilità».

Riccardo Comerio si è detto «… orgoglioso che la redazione del primo Social Progress Index su una provincia sia stata assegnata al nostro Iec, diretto dal professor Fernando Alberti che, con i suoi collaboratori, rappresenta un prestigioso legame con la Harvard Business School per le tematiche della competitività, dell’imprenditorialità e della strategia, e con Mit Sloan School of Management per il framework e gli indicatori per misurare lo stato del progresso sociale di un territorio. L’index – ha aggiunto – rappresenta un esempio della stretta collaborazione fra Confindustria Varese e Liuc».

Hanno partecipato ai lavori, moderati dal vicedirettore del Sole 24 Ore, Daniele Bellasio, anche Michael Green (Ceo Social Progress Imperative, in video), Franklin Murillo (director Social Progress Imperative, Global Insights and Partnerships), José Pablo Nuno de la Parra, professore UPAEP (Messico - Affiliate Faculty Member- Harvard Business School), Fernando Alberti (direttore Iec).

Così il professor Alberti riprendendo un passaggio dell’intervento di Federica Belfanti: «"Social progress index” è un’indicazione all’azione, un’indicazione su dove spendere le risorse, anche su dove mettere gli investimenti privati. Una dimensione importante è come metterlo in relazione con il mondo: Varese potrebbe essere comparabile anche con ulteriori realtà. Spesso si assiste a forme di finanziamento anche innovative ma isolate. Il punto di svolta, in questo caso, è che si promuove l’azione collettiva e si sviluppano relazioni. Questo avviene grazie a un’agenda comune (con focus sui problema e capacità di limare le differenze), comunicazione intensa, un sistema condiviso di misurazioni, l'avere tutti i player che facciano cose complementari, avere una realtà in grado di tenere la barra a dritta, anche rinforzando volontà, consenso, influenza sulla politica. Con un principio d’azione fondamentale: rafforzare le forze prima ancora di rafforzare le debolezze».

Stefano Tosi

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