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Economia | 19 luglio 2025, 15:30

Giovanni Bozzini rieletto presidente di Cna Lombardia

Guiderà la confederazione regionale degli artigiani per i prossimo quattro anni: «Nonostante l’incertezza geopolitica, vogliamo arricchire le capacità di accreditamento istituzionale e di lobby a favore delle imprese presso Regione Lombardia»

Giovanni Bozzini

Giovanni Bozzini

Giovanni Bozzini è stato rieletto Presidente di CNA Lombardia e guiderà la Confederazione Regionale per i prossimi 4 anni. Il neo Presidente dell’organizzazione di rappresentanza sindacale che conta più di 20 mila soci in Lombardia è stato eletto dal Consiglio Regionale di CNA, con un voto che ha coinvolto 69 delegati di tutte le province e di 35 categorie (tra Presidenti di Associazione, Mestieri e Delegati delle Territoriali) nella cornice del Relais Convento di Persico Dosimo (CR).

Imprenditore cremonese del settore socio-sanitario, Giovanni Bozzini ha già guidato CNA Lombardia nel quadriennio precedente, consolidando il ruolo dell’associazione come interlocutore delle istituzioni e come punto di riferimento per le micro e piccole imprese.

«Prima di tutto ringrazio per la fiducia che il Consiglio di Cna Lombardia mi ha rinnovato - afferma il Presidente di CNA Lombardia -. Affronteremo il secondo mandato nella consapevolezza dei continui cambiamenti, dei rischi che la crescita delle imprese ha corso e, purtroppo, correrà ancora in un quadro geopolitico di grave incertezza. Abbiamo superato il Covid 19 e sappiamo di poter dare il nostro contributo anche sugli accidentati terreni di questa fase. Su questo clima di continuo cambiamenti intendiamo proseguire nella nostra attività di analisi e di monitoraggio al servizio della rappresentanza sindacale e delle istituzioni lombarde. Per noi fare lobby è inserire la rappresentanza degli interessi delle micro e piccole imprese nel quadro di un interesse generale del territorio e di un miglioramento della qualità delle politiche».

Nel fare un bilancio del mandato appena concluso, Giovanni Bozzini ha aggiunto: «Dal 2021 ad oggi abbiamo cercato soprattutto di arricchire le capacità di accreditamento istituzionale e di lobby a favore delle micro e piccole imprese presso le istituzioni regionali lombarde, il sistema delle autonomie locali e gli eletti espressi dal territorio a Roma e a Bruxelles. In questo percorso intendo valorizzare il contributo importante delle Cna Territoriali nell'ascolto dei fabbisogni delle Pmi, verso le quali terremo puntato il nostro sguardo. Su questo vorremmo potenziare la lobby legata alla singola categoria merceologica, aderendo ai fabbisogni espressi dalle singole filiere di mercato e portandole all’attenzione del decisore. Puntiamo inoltre - prosegue - a dare forza e credibilità alla CNA in Lombardia nella logica di una forza sociale larga, in cui possano trovare voce e ascolto le donne imprenditrici, i giovani imprenditori e anche CNA Pensionati, attiva soprattutto su tematiche legate al sociale».

Il nuovo mandato si apre in un contesto economico regionale le cui prospettive di tenuta e di crescita devono vincere le difficoltà legate alle incertezze globali. Secondo quanto emerso dal Terzo Focus sull’economia lombarda realizzato dal Centro Studi Sintesi per CNA Lombardia, nella Regione è previsto un incremento del PIL dello 0,7%, accompagnato da una crescita dei consumi dello 0,7% e degli investimenti dell’1,2%; il tutto grazie anche alla fase conclusiva del PNRR che continua a sostenere la spesa per la riqualificazione green e l’innovazione. Il valore dell’export regionale è atteso in aumento dell’1,5% rispetto all’anno precedente, trainato dai comparti agroalimentare, sistema moda, chimica e meccanica. Il numero complessivo delle imprese attive in Lombardia si mantiene stabile, mentre il settore artigiano registra un calo moderato, confermando però una quota significativa sul tessuto produttivo con circa 230 mila imprese artigiane che rappresentano oltre il 28% del totale.

«Alcune battaglie resteranno fondamentali - sottolinea il Presidente di CNA Lombardia -: il rapporto con le politiche della sostenibilità, il green, il mercato dell'abitare, il rilancio di una mobilità in cui l'Automotive e la nostra industria ritrovino una funzione centrale, il rapporto tra economia della conoscenza e produzioni del territorio, un sistema del credito più vicino alle filiere e alle comunità imprenditoriali. Il territorio deve ritrovare voce, forza, e restare protagonista nella produzione di beni. Abbiamo bisogno di difendere una vocazione manifatturiera lombarda aggiornata ed innovata, mettendo anche a frutto la qualità del terziario e dei servizi digitali e connessi all’economia della conoscenza. Il nostro auspicio - conclude - è di lavorare con efficacia al servizio della rappresentanza sociale ed economica in una società e in un’epoca in cui prevalgono la disintermediazione e il disincanto individuali; tutto ciò che è politico e collettivo sembra essere in forte crisi e noi abbiamo bisogno di dare forza a chi cerca soluzioni condivise e sostenibili ai problemi di tutti. Infine le nostre imprese desiderano la pace, sia per ragioni di umanità sia per un interesse a generare prosperità nella concordia tra gli Stati».

C.S.

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