La moda tradizione del nostro Paese, anzi così digitale. Old e new economy si sono incontrate a Gallarate e hanno deciso di esplorare tante strade insieme. Parola di Futureclo, l’azienda nata da e per il tessile, mondo a cui appartiene lo stesso fondatore German Picco. Attenzione, il digitale non arriva solo per dire la sua nel pur importante capitolo del marketing ad esempio: no, avvolge tutto il percorso. Si utilizzano le tecnologie per migliorare il processo in tutto il comparto, dall’abbigliamento agli accessori.
La genesi
«Siamo partiti a maggio 2021» sottolinea Picco. In piena era Covid? «Ci abbiamo lavorato poco tempo prima – spiega dal quartier generale alle Torri di Gallarate – Un venerdì sera avevo un problema di logistica nell’azienda dove lavoravo e mi chiama il mio socio, Carlo Mantori, gallaratese, che aveva un problema a sua volta in Cina. Mi è scattato qualcosa… Ho pensato che perché tutti i mercati evolvono con le tecnologie e la moda è ferma a 100 anni fa? Con quella logica ci siamo messi a studiare molto velocemente nell’ottobre 2020 il da farsi. Io laureato in Economia, lui in Ingegneria gestionale, ma entrambi con la passione per il pc».
La start up decolla e si inizia con le assunzioni, persone che sappiano trasferire le competenze della moda al mondo del pc. L’obiettivo? «Riuscire a creare un prodotto digitale – precisa German Picco – Prodotto, non contenuto. Volevo andare nel massimo dei dettagli, tessuti, caduta, vestibilità. L’idea era usare la tecnologia per risolvere i problemi. Arriva il capo in ritardo, come posso vederlo? Come posso decidere prima su che capo puntare invece di fare tutti i prototipi».
Entrano in campo i file sorgente, i digital twin, quello strumento 3D che riesce a mettere in pari chi lavora nel tessile con l’architetto o il designer di auto. Un cammino favorito dal fatto che German e Carlo provengono da quel mondo “old economy”, aziende manifatturiere.
«Siamo stati i primi a "sdifettare" un capo fisico digitalmente – spiega ancora Picco – Al 70-80% il primo prototipo andava già in produzione». Risparmio di tempo e di costi, con taglio di sprechi. Il mercato oggi è in piena evoluzione e il Covid – che ha spinto anche verso i negozi online – ha fatto la sua parte: la vera scommessa è tenersi stretto quel consumatore, disposto ad interagire così. Ma c’era il desiderio di chiudere meglio ancora il cerchio. Allora ecco il file per creare una capsule collection e si va a produrre il made in Italy sul territorio: «Abbiamo una rete di laboratori vicini in grado di produrre. Il massimo della sostenibilità, perché fino alla vendita non fa uno spreco».
Sartoria digitale
Una sartoria digitale insomma. Ripassiamo le fasi. Si analizza il progetto con l'azienda, si crea insieme al team modellistico, il cartamodello per la creazione del “primo prototipo digitale” , su cui si applicano le modifiche richieste in Real Time. Il cartemodello poi viene cucito su avatar parametrizzati e simulato nei software di modellazione e rendering 3D di Futureclo. «Diamo il via cosi, al primo prototipo digitale dove osservare forme e volumi. Il passaggio successivo è lo sdifettamento digitale - si sottolinea - Apportiamo tutte le modifiche concordate con il cliente sul cartamodello 2D, correggendo in tempo reale».
Ecco il digital twin: «La riuscita di un capo iperrealistico, oltre che da un’ottima modellistica si basa sulla quasi totale verosimiglianza della texture fisica-digitale. Con le texture digitalizzate trasferiamo al prototipo 3D tutte le caratteristiche tecniche e fisiche dei materiali quali peso, elasticità, composizione, trama, ecc. È possibile in queste fasi pensare allo sviluppo di campionari o prodotti (capsule collections) completamente digitali da promuovere e produrre on demand».
E come provare il tutto? Ecco il virtual shooting: «Consiste nella produzione di render fotorealistici e ambienti digitali statici o dinamici dei modelli 3D sostituendo lo still life con il prodotto fisico. Il risultato è una still life senza che ci sia il capo fisico. È a tutti gli effetti una campagna fotografica creata digitalmente».
Il futuro è qui
In questo percorso si coglie la continua interazione tra fisico e digitale, ma la libertà della scelta: negozio fisico oppure online, senza escludere uno o l’altro. Né finisce qui, perché fa brillare gli occhi il mondo del gaming, destinato a esplodere nel 2023, per le case di moda. Dunque, si è partiti per migliorare la situazione e risolvere problemi, creare nuove esperienze d’acquisto e, ultimo step, far capire ai brand nuovi mondi che si schiudono «La scommessa oggi è come far entrare la gente nel proprio negozio». Negozio fisico, e-commerce e metaverso che si guardano.
Nel 2023 si fa strada un piano definito da Picco abbastanza ambizioso: «Aggiungere un altro anello. La nostra azienda finora ha fatto progetti e servizi per le aziende, ora vogliamo iniziare a fare una tecnologia nostra». In un anno, già si è arrivati a sette persone al lavoro a Futureclo, e con grandi prospettive di crescita, adesso l'auspicio per l'anno che si apre e questo.
Si starebbe delle ore in questi spazi che grazie al tablet o allo smartphone consentono di vedere a distanza ravvicinata un capo, un dettaglio del tessuto e di "camminare" a fianco del modello. Ad ascoltare i progetti tecnologici, che stanno portando il futuro nel presente, a difesa del made in Italy. Avanti con i brand, con showroom importanti ma anche con un artista quale Omar Hassan. Parola d'ordine contaminazione.
GUARDA IL VIDEO