Uno dei momenti più emozionanti di questo 2022: l’arrivo dei bambini ucraini a Busto Arsizio, tratti in salvo da don Giuseppe Tedesco e dai volontari. Il sindaco Emanuele Antonelli rivive quella notte di marzo in cui il buio non sembrava poter lasciare il posto all’alba. «Perlomeno loro erano al sicuro – osserva il primo cittadino – Ma purtroppo era scoppiata la guerra…».
Guerra che continua a devastare l’Ucraina e l’atmosfera di questi giorni di fine anno resta segnata da questa tragedia e altre ferite che vengono dal periodo del Covid. Si è fatto di tutto per garantire almeno un po’ di aria natalizia in città per i bambini, a questo il sindaco ha ribadito di tenere tanto. Senza esagerare, sacrificando il viale illuminato che sarebbe stato molto costoso. La povertà crescente preoccupa Antonelli.
Dal 2022 portiamo via però due immagini particolari di sacrificio e di speranza: quella notte a San Giuseppe, appunto, e l’accensione dell’Albero poche settimane fa, nonostante tutto. I bambini, al centro come dovrebbero essere, sempre.
GUARDA IL VIDEO
Ma a Palazzo Gilardoni? «Non è stato un anno di cose eclatanti – premette il sindaco – ma stiamo lavorando a fondo. Senza inaugurazioni. Abbiamo dovuto intercettare più soldi possibili, un lavoro silenzioso ma importantissimo svolto dal nostro personale: tecnici, ingegneri, dirigenti. Porterà tanti frutti a Busto Arsizio nei prossimi anni. L’ultimo, il teleriscaldamento. Un ottimo lavoro con pochissimi dipendenti e sforzi pazzeschi».
Certo, tornando alle inaugurazioni, ce ne sono state. Pensiamo all’ex Mizar, «ne sono felice, ma non è un mio merito» dice Antonelli. L’area rifiorita con attività commerciali, sportive e il multisala a Beata Giuliana è un'operazione privata che si è svolta in tempi rapidi ed è comunque un segno di speranza. Ma poi le iniziative delle tante associazioni di volontariato.
«Sono preoccupato – dice però ancora il sindaco – perché vedo che la povertà aumenta a dismisura. Noi riusciamo a stare dietro fino a un certo punto. I servizi sociali fanno il possibile, ma fanno fatica. Ci sono le associazioni che fanno il bene in maniera incredibile, io chiedo loro che continuino… Non possiamo andare da nessuna parte senza di loro». È necessario lavorare sempre insieme ora che si affaccia un nuovo anno, ancora con la guerra e l’ombra del Covid difficile da scrollare via.