Che ne è delle colonie di Busto Arsizio? Un punto e un intervento a Palazzo Gilardoni vengono sollecitati da Pd e Progetto in Comune, prima firmataria Cinzia Berutti.
«Per la terza estate consecutiva, a causa della pandemia di Covid-19, le strutture residenziali di Alassio ed Aprica sono rimaste inutilizzate - rimarcano i partiti - Dopo l’iniziativa dello scorso anno legata alla presentazione del libro curato da Antonella Rabolini ed Ernesto Speroni “In colonia ieri…e oggi” e la mostra del Festival Fotografico Europeo, allestita nella sala del ricamo del museo del Tessile non si è più discusso in pubblico sull’utilizzo a fini educativi/ricreativi né della struttura di Alassio né su di quella di Aprica». Risultato, «le ultime generazioni di bustocchi rischiano di non conoscere l’esatto valore, economico, storico, culturale delle due strutture che il mecenatismo di illuminati imprenditori bustocchi ha regalato alla città».
Non solo: «In seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia il Comune di Busto Arsizio ha messo a disposizione della Prefettura di Sondrio l’immobile della Colonia di Aprica per l’accoglienza di profughi e rifugiati in arrivo dall’Ucraina».
A questo punto i consiglieri valutano: «Le occasioni fornite dai fondi del Pnrr potrebbero essere indirizzate al recupero, manutenzione e valorizzazione delle strutture; l’effettivo utilizzo dell’immobile della Colonia di Aprica per l’accoglienza di profughi e rifugiati ucraini non risulta pubblicamente documentato».
Ecco perché si chiede una dettagliata descrizione, oltre che il valore economico, il numero di interventi di manutenzione ordinaria effettuati negli ultimi tre anni presso ciascuna struttura ed il loro ammontare singolo e complessivo».
Tra le richieste, «se l’amministrazione intenda programmare iniziative, nell’immediato futuro o più a lungo periodo, in relazione alla valorizzazione e all’utilizzo di due strutture».