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Storie | 21 giugno 2022, 07:50

Rosario Vadalà e quella Ginnastica Pro Patria ai vertici mondiali: «Che si allena in una cantina»

Quasi trent'anni nello sport e nella scuola: «Mi è sempre piaciuto il cambiamento. Poi il rispetto per i ragazzi e la stima di istruttori e insegnanti. Mi auguro di trovare una sistemazione dignitosa per la società»

Rosario Vadalà

Rosario Vadalà

Il rispetto per i ragazzi e l’ammirazione di istruttori e insegnanti. Questa la carta vincente di Rosario Vadalà, il direttore didattico di Beata Giuliana e presidente della ginnastica Pro Patria.

Ha dedicato una vita alla scuola, ma anche alla sua Pro Patria, che mai come in questi anni ha raggiunto livelli top. Ma lo ha fatto cercando di creare un clima sempre cordiale e costruttivo, all’insegna del rispetto dei ragazzi e della stima di docenti e istruttori. Un aspetto da non sottovalutare soprattutto quando si ha a che fare con ragazzi di età magari anche un po’ sensibili. Ma lui è sempre riuscito a stabilire quel giusto rapporto tra persone di ogni categoria.

Rosario Vadalà, 75 anni, è dal 1994 al vertice della società bustese di ginnastica artistica: 28 anni nello sport con ancora tante proposte e attenzioni e 25 anni come dirigente scolastico, prima direttore didattico, poi preside. «Ho un ottimo ricordo della scuola – afferma – Credo di aver contribuito al cambiamento o meglio la scuola si stava trasformando e io mi sono adeguato alle variazioni con proposte». Così dal 1981 al 2006 è stato preside, in particolare tanti anni a capo dell’istituto comprensivo Pertini. Ha assunto anche l’incarico di reggente nelle scuole di Luino, Saronno e Uboldo.Ma accanto alla scuola c’era sempre la sua ginnastica Pro Patria. Entrato nel consiglio negli anni Novanta grazie soprattutto al figlio Andrea, atleta di livello nazionale, Rosario Vadalà è diventato presidente nel ’94. «Ho sempre cercato di vedere i ragazzi come soggetti da rispettare – ci tiene a sottolineare – e gli insegnanti da ammirare. Questo ha contribuito a creare un clima sociale positivo».

Ma soprattutto il presidente va orgoglioso di aver contribuito a portare una società a livello mondiale, specialmente nella categoria maschi. Se tradizionalmente la Pro patria era vincente nella sezione femminile, negli ultimi cinque anni si è distinta in quella maschile, tant’è che il nome della Pro patria di Busto è salito agli onori della cronaca: due volte il team maschile ha conquistato il titolo di campione assoluto a squadre e questa primavera a Tokyo Nicola Bartolini, 26 anni, punta di diamante della società, si è laureato campione del mondo nella specialità di corpo libero. Poi Marco Lodadio, prestito romano, ha agguantato quello di vicecampione del mondo negli anelli e ancora Ludovico Edalli, cinque volte campione italiano assoluto e vincitore di una medaglia di bronzo alle parallele asimmetriche ai primi giochi olimpici giovanili. Insomma da società “locale” la Pro patria è diventata mondiale.

Ma a proposito di questo il presidente vuole togliersi un sassolino dalla scarpa. La palestra. Già, la palestra dove si allenano 600 atleti tra bambini, ragazzi e adulti. O meglio la cantina.

«Alla fine degli anni Cinquanta – racconta – si è scoperto che a Busto c’era anche la ginnastica. Ci hanno assegnato un posto, il palazzetto di via Ariosto, che però è stato condiviso con il basket e la pallavolo che hanno occupato il piano superiore. Alla ginnastica è rimasta la cantina e anche oggi, nonostante ci siano atleti di livello mondiale, la Pro Patria si allena in una cantina. Per di più facciamo i conti con 600 persone che fanno ginnastica, distribuendosi anche nelle palestre delle scuole di via Rossini e del Redentore».

Dunque una palestra alla ginnastica di Busto serve. Eccome. Qualche anno fa era stato presentato un progetto per ricavare la palestra nella struttura che avrebbe dovuto ospitare il palaghiaccio, ma poi tutto si è bloccato. E la Pro Patria sta ancora aspettando. «Così mi auguro di trovare una sistemazione dignitosa per la società – conclude – con spazi per la ginnastica ritmica, artistica e le gare di campionato».

Laura Vignati

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