Educare i ragazzi al proprio dovere, a rispettare le regole della convivenza civile, esercitare la cittadinanza attiva, contrastare tutto ciò che non è legale e, quest’anno in particolare la criminalità organizzata. Questi gli obiettivi che hanno spinto studenti e insegnanti delle classi terze della scuola media Padre Lega di Cedrate a realizzare su un muro lungo la scalinata “Un murales per non dimenticare”.
In particolare per non cancellare dalla memoria non hanno scelto due personaggi di spicco nella lotta alla criminalità, ma ordinari, giovani coraggiosi che hanno saputo andare contro corrente per inseguire un ideale di giustizia: Peppino Impastato e Rita Atria. Un giovane uomo e una giovane donna cresciuti in famiglie mafiose, che hanno trovato il coraggio di distaccarsene, denunciare fino a mettere a repentaglio la propria vita. Da qui, la scelta significativa della frase di Peppino Impastato: «Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà».
«E con questo murales che ha una bellezza anche esteriore – spiega la dirigente Barbara Pellegata – i ragazzi hanno imparato la bellezza di fare fatica per raggiungere un obiettivo che dà soddisfazioni, la bellezza di lavorare in squadra. Questo lavoro è frutto della collaborazione di tanti: dei genitori che hanno preparato la base, dei ragazzi che tutti, ma proprio tutti, in un lavoro davvero inclusivo, hanno lavorato insieme per realizzare il progetto e riportarlo a parete e, naturalmente, degli insegnanti (in particolare la professoressa di lettere Monica Boccato e di arte Noemi Silvestrini) che hanno coordinato i lavori e accompagnato gli alunni lungo tutto il percorso, senza dimenticare i tanti colleghi che si sono prodigati per offrire il proprio contributo».
Ne è uscito un prodotto pregevole che sicuramente resterà nella memoria dei ragazzi per i valori che nasconde e susciterà interesse e desiderio di conoscere, capire e approfondire anche negli alunni che nei prossimi anni entreranno nella scuola. «Perché ognuno di loro – precisa la dirigente – possa fare il proprio dovere e perché legalità e giustizia non restino solo ideali, ma diventino valori concreti su cui si possa muovere la società civile». Il murales è frutto di un lavoro interdisciplinare: i ragazzi hanno analizzato documenti, incontrato personaggi esemplari attraverso la visione di film sulle loro biografie, hanno discusso e riflettuto in classe sulle tematiche che ne emergevano.
Dunque “Un murales per non dimenticare”.«Da anni il nostro istituto fa dell’educazione alla legalità uno degli obiettivi prioritari della propria offerta formativa – conclude la dirigente – Dato che in questo particolare anno ricorre il 30° anniversario delle stragi di mafia, mi piace spiegare i motivi con un’affermazione di Giovanni Falcone, che dichiarava: “Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori, per avviarsi sereni nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere».
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