Quando si è legati, non c'è bisogno di ostentarlo: il vincolo emerge con naturalezza silenziosa, con fili che improvvisamente si intrecciano e ricordano ciò che già era. È quanto accade, in questo periodo più che mai, tra Busto Arsizio e Crespi d'Adda.
Doppio appuntamento
Da una parte, questo weekend bustocco offre un preludio nell'ambito del BA Book. Sabato 21 maggio nella sala conferenze del Museo del Tessile Roberto Romano presenta alle 10 "Crespi - Origini, fortuna e tramonto di una dinastia lombarda" a cura di Giorgio Ravasio, con l'associazione Crespi d’Adda.
Ma nel giro di una settimana si invertirà la rotta e si correrà a un evento nel sito Unesco, che unisce strettamente quei fili. Il titolo è "Il villaggio di Francesco - Viaggio nel sogno di un borgo operaio". Un viaggio, appunto, tra le suggestioni del poeta operaio Francesco Bonfanti e del fotografo Giacomo Bucci.
Francesco, scomparso due anni fa, è il cantore di Crespi che tanti bustocchi hanno avuto la fortuna di conoscere, soprattutto tra i tifosi della Pro Patria. Spinto dal grande amore per la città che con una sua prestigiosa e tenace famiglia aveva fondato Crespi e per la sua squadra simbolo, Bonfanti era stato un esempio di supporto senza pause e senza paure. Amava invitare e organizzare raduni nel suo villaggio per mostrarne la bellezza, i segreti e quell'affinità elettiva immediatamente riconoscibile attraverso il santuario della Madonna dell'Aiuto. Fatto costruire dal fondatore bustocco per ringraziare Maria di una preghiera esaudita - dando lavoro e prosperità - con una somiglianza che era omaggio alla fede e alla chiesa che la cullava e rigenerava.
Nel filmato multimediale di Bucci, emergono i testi di Bonfanti, La Luna del Trambai, La favola del villaggio Crespi e Il segreto della Puncia. Ma anche alcune frasi dal libro realizzato con il fotografo Mario Colombo.
Crespi, ovvero il villaggio pensato per filo e per segno in modo da essere funzionale al progetto imprenditoriale di Benigno Crespi. Eppure un luogo di lavoro, dove la persona contava. Dove persisteva quella citata naturalezza, superiore alla tecnologia non ancora predominante. Oggi si ripete, spesso meccanicamente, la parola sostenibilità: faceva parte della storia e della vita di Crespi d'Adda.
La manifestazione - tre mostre evento con il patrocinio del Comune di Capriate San Gervasio e il sostegno di diversi sponsor - si svolgerà sabato 28 maggio e domenica 29, ingresso gratuito dalle 9.30 alle 19. L'inaugurazione il sabato alle 11 al centro visitatori Unesco in corso Manzoni 18.
I perché di Crespi
Quando Beppe Severgnini pubblicò su Italians "I perché di Francesco Bonfanti sul suo villaggio", si scorsero autentici tasselli di poesia. Ne ricordiamo alcune, di ragioni. Perché il paese è rimasto come nato. Perché gli imprenditori vorrebbero riempire il verde di case. Perché non esistono mura di recinzione...
Piccoli ritratti, che si possono vivere sul posto. Un imprenditore bergamasco al primo allentamento di lockdown ci confidò che i suoi genitori, settantenni, avevano voluto visitare un gioiello vicino, prima mai visto: Crespi, appunto. Arrivarono e lo trovarono affollatissimo, perché in tanti erano stati colti dalla medesima idea. Dopo mesi di isolamento c'era il desiderio di assaporare la bellezza, iniziando da quella di casa.
Il sogno è che il prossimo fine settimana tanti bustocchi facciano altrettanto, perché Crespi è casa. Sarà un'esperienza unica e si potranno scoprire le mostre, il filmato, ogni particolare in grado di sprigionare quell'atmosfera.
Chi ha avuto la benedizione di conoscere Francesco Bonfanti, si sentirà poi ancora nel suo giardino. Socchiuderà gli occhi dopo aver camminato, riposerà e sentirà nell'aria una delle promesse di predilezione pubblicate su Italians: «Perché ognuno ha un orto da coltivare». Mancherà, ma gli amici si diranno, ecco perché non si vede, Francesco: è impegnato a prendersi cura del suo orto. Eppure tornerà, carico di ortaggi e gioia di offrirli: intanto ci godiamo le sue parole, nella frescura di Crespi d'Adda, dove non ci sono mura e a partire dai neonati tutti hanno una bici.