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Altri sport | 20 aprile 2022, 18:03

FORMULA 1. Alboreto, un'emozione lunga 41 anni: quel filo rosso che ci lega a Imola

Il debutto di un mito, poi l'arrivo in Ferrari e la prima doppietta ricordata da una generazione: ecco perché i tifosi gli dicono oggi più che mai «grazie Michele»

Nel cuore sempre: Michele Alboreto - foto Wikipedia

Nel cuore sempre: Michele Alboreto - foto Wikipedia

A pochi giorni dall’appuntamento romagnolo a Imola, la tensione inizia a farsi sentire. I messaggi nelle chat di noi appassionati aumentano con l’avvicinarsi della nostra partenza per la prima tappa europea di questo mondiale che è iniziato con il dolce sapore di due vittorie rosse.

In questo turbinio di messaggi, di chat e telefonate, ci sono scappate delle lacrime e con questo pezzo vogliamo ricordare quello che vista la nostra età anagrafica è stato probabilmente il primo amore.

Quarantun anni fa, esattamente il 3 maggio 1981 saliva per la prima volta su una vettura di Formula 1, la Tyrrell, il milanese Michele Alboreto. E lo faceva proprio a Imola, nell’allora Autodromo Dino Ferrari in occasione del primo GP di San Marino. Alboreto si qualifica in diciassettesima posizione davanti al compagno di squadra Eddie Cheever. La sua gara si conclude in un tamponamento con Beppe Gabbiani durante un tentativo di sorpasso.

L’anno dopo il 1982 vede anche il suo primo podio in Formula 1, proprio in quel famoso Gran Premio che vi abbiamo raccontato la scorsa settimana, dietro a Pironi e Villeneuve, Michele si piazza terzo con la Tyrrell. Alboreto dichiarerà insoddisfazione per il risultato, ritenuto facile da ottenere poiché (a causa dello scontro tra FISA e FOCA) la gara si corre con uno schieramento ridotto a quattordici vetture.

È strano come alcuni giorni fa la Formula 1 ha annunciato che Las Vegas tornerà nel 2023 e come proprio nel 1982 Michele ottiene la sua prima vittoria a Las Vegas. Nell’ultimo appuntamento della stagione Alboreto ottiene il terzo posto in qualifica. In gara, il pilota italiano riesce a mantenere le prime posizioni per tutta la gara. Negli ultimi giri, Alboreto sorpassa Alain Prost e si invola verso la sua prima vittoria.

Nel 1983 Michele regala ancora alla Tyrrell l’ultima vittoria della sua storia sul circuito cittadino di Detroit. A fine stagione sul piatto c’è un’offerta McLaren, ma quando nell’Ottobre di quell’anno giunge proprio la chiamata di Maranello, Michele non esita, nel 1984 guiderà una Ferrari con Renè Arnoux.

Nel 1984 a Zolder, in Belgio, per Michele arriva la prima storica vittoria in rosso regalando poi un bel secondo posto a Monza. Quel 1984 per tanti di noi è stato forse il primo gran premio visto dal vivo. Il primo ricordo in rosso è proprio legato a quella macchina e a quel pilota.

Michele era il “vicino di casa” eroe  che correva per il cavallino rampante.

La nuova 156/85 Ferrari sembra proprio volare e dopo buoni piazzamenti Alboreto vince in Canada e soprattutto al Nürburgring, dove si issa testa al Mondiale con serie ambizioni per il mondiale. La vittoria al GP di Germania è storica, grazie a una clamorosa rimonta dall’ottavo posto. Purtroppo la sfortuna e la fragilità  della macchina consegnano a Prost il titolo, lasciandogli la piazza d’onore e tanto amaro in bocca. Un Campione del Mondo italiano manca dai tempi eroici di un altro milanese, Alberto Ascari, e quel 1985 poteva riscrivere la storia.

La carriera di Michele proseguirà per altri 3 anni in rosso. Il 1988 è il suo ultimo anno a Maranello, solo un mese prima era mancato il grande vecchio Enzo Ferrari e le Rosse a Monza mettono a segno una rocambolesca doppietta densa di commozione e significato. Ancora una volta, per molti di noi il primo ricordo di una doppietta Ferrari è legato a doppio filo a Michele.

Alboreto è secondo e sul podio, in un tripudio di bandiere: quello è il momento in cui si congeda anche dal Cavallino. Guiderà in Tyrrell dove iniziò la carriera in F1, poi alla Larrousse, poi ancora alla Footwork (insieme al bresciano Alex Caffi) ed infine nel 1994 alla Minardi. Proprio a Imola, e dopo il tragico  weekend di gara con la scomparsa di Senna, decide che è giunto il momento di abbandonare il massimo campionato automobilistico. Sempre a Imola, infatti, la sua Minardi avevo perso una ruota uscendo dai box, ferendo meccanici di tre diverse scuderie. A fine stagione dopo un incredibile sesto posto a Montecarlo e il suo ultimo punto in stagione saluta tutti, non senza aver prima partecipato alla ricostituzione della GPDA, l’associazione dei piloti della F1 che ha scopi di dare voce ai piloti stessi nelle discussioni legate agli standard di sicurezza.

Proseguirà la sua grande carriera vincendo anche una 24 ore di Le Mans nel 1997 con la Porsche. Il destino, 21 anni fa, il 25 aprile 2001 sul circuito del Lausitzring, in Germania, ci priverà del suo sorriso e del suo grande talento. Durante un test con l’Audi, in vista della 24 ore di Le Mans, un pneumatico della vettura di Alboreto si distrugge a 300 km/h, rendendo l’incidente fatale. Michele ci ha lasciati lontano dai riflettori, a soli 44 anni.

Lo scorso anno, a 20 anni da quel tragico incidente, grazie all’Automobile Club d’Italia, la mitica parabolica di Monza ha assunto il nome di curva Alboreto, e tanti come noi nel vedere sul tempio della velocità ancora una volta la sua macchina rossa si sono commossi.

Grazie di tutto Michele.

Lorenzo Pisani e Stefano Sandrini

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