Dopo il parere della Soprintendenza dei Beni culturali sulla rigenerazione urbana dell’ex calzaturificio Borri e di altre “incompiute” di Busto, l’opposizione chiede di affrontare la questione in commissione.
«Si tratta di conoscere i tempi e le procedure con le quali verranno affrontati i problemi emersi in conseguenza del sopralluogo della Soprintendenza», spiega il capogruppo del Partito Democratico Maurizio Maggioni, che ha formulato la richiesta insieme ai colleghi Gigi Farioli (Popolo, Riforme e Libertà), Santo Cascio (Progetto in Comune) e Gianluca Castiglioni (Busto al Centro). «Ma più in generale – prosegue – di evidenziare quali modifiche progettuali potranno essere opportune, quale sarà il cronoprogramma della progettazione esecutiva e delle procedure attuative delle opere, per assicurarsi non solo che siano rispettati i tempi ma che sia garantito un risultato di qualità».
Nel testo a firma dei capigruppo di opposizione si ricorda, a proposito del “Programma innovativo nazionale per la qualità dell'abitare-PINQuA”, che «il Comune di Busto Arsizio ha avanzato una proposta di accesso costituita da cinque progetti (area ex Borri, ex Caserma di via Roma, Casa Bossi o villa Radetzky, Conventino ed ex Carcere) e che questa è stata ritenuta ammissibile con Decreto Ministeriale n.383 del 7 ottobre 2021 (posizione n 106 su 151)». E ancora che è stata presentata domanda «di contributo ai sensi del D.P.C.M del 21 gennaio 2021, “Assegnazione ai comuni di contributi per investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale”, sulla base di un progetto finalizzato all’intervento sulla Villa Azzimonti a Sacconago».
I gruppi di opposizione chiedono che la giunta riferisca in commissione su diversi aspetti: «Se le proposte progettuali dei singoli interventi siano compatibili con le destinazioni previste dal Pgt e degli altri strumenti urbanistici attuativi e nel caso in cui non lo siano, quali procedure e provvedimenti ritiene di dover assumere e quali organi istituzionali debbano essere coinvolti o quali altri soggetti; come la giunta pensa di affrontare e risolvere le problematiche emerse in termini anche fortemente critici dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali e Culturali, in data 18.11.2021».
E ancora «come pensa di modificare la progettazione ammessa per l’area dell’ex Borri a partire dalla valutazione della Soprintendenza che giudica che il previsto edificio intermedio (Auditorium) posto in corrispondenza del fabbricato esistente (quello parzialmente demolito e di cui si conservano i materiali), laddove fosse realizzato ne causerebbe la completa demolizione, mentre la Soprintendenza ne aveva richiesta nel 2019 la ricostruzione o il reimpiego dei materiali; come pensa di aggiornare la progettazione nei casi delle altre aree ed edifici oggetto dei progetti PINQuA , laddove la medesima Soprintendenza evidenzia “che gli interventi potrebbero determinare considerevoli alterazioni del manufatto” (Conventino) o che “le previsioni comporterebbero la trasformazione di spazi storici aventi una evidente identità “(ex Caserma)».
Maggioni, Farioli, Cascio e Castiglioni chiedono anche «in quali tempi la giunta ritiene di poter produrre le nuove progettazioni soprattutto quelle che la Soprintendenza richiede di valutare preventivamente per le necessarie autorizzazioni, e se questi tempi potranno essere compatibili con le fasi cronologiche previste dal Ministero di riferimento (MIMS)».
«Nel caso – infine – dell’intervento sulla Villa Azzimonti di Sacconago per il quale è stato richiesto un contributo, dapprima non ammesso a causa dell’applicazione dell’Indice di vulnerabilità sociale e materiale (IVSM) e successivamente assicurato dal governo anche per altri Comuni richiedenti, quali contenuti progettuali intenda attuare la giunta e quali eventualmente modificare, prima dell’affidamento dei lavori (15 mesi) atteso che le procedure prevedono tempi più ampi e che il progetto deve solo rispondere ai criteri generali previsti dall’art.3. del relativo Dpcm».