«Solo l’amore guarisce». Soltanto la cura ampia e costante di una persona e di un territorio che vuole rialzare la testa dopo la pandemia. Sara Tosi mostra sulla scrivania un volantino dai colori che ispirano armonia e speranza: è quello di una nuova iniziativa per le donne che si intitola proprio così, "Solo l'amore guarisce".
Porta la firma di “Fridami” (Manuela Carnini, medico, ex olimpionica di nuoto e artista) e di Eva onlus nonché del “San Carlo Istituto clinico”, guidato dalla stessa dottoressa Tosi. È una mostra in programma il 25 novembre ed è uno di quei fili che lega questo centro strettamente al territorio.
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Questione di responsabilità
Responsabilità sociale, si chiama oggi ufficialmente. Per il “San Carlo” ha significato negli anni l’impegno nello sport (con l’Antoniana e con la Pro Patria), nella cultura, nel sociale appunto. Ma responsabilità è già una parola che la dottoressa Tosi avverte moltissimo, fin dall’inizio. Fin da quando decide di cambiare il suo percorso: da avvocato a Milano, torna a Busto a vivere e lavorare.
Dentro questo appuntamento in programma alle 19 a Legnano nella sala Giare di via Matteotti a Villa Jucker con il patrocinio di Aime Donna, ci sono pennellate di una donna come Manuela che si è espressa come artista durante il lockdown. «Servirà a raccogliere fondi a favore di Eva Onlus nel supporto medico alle vittime di violenza» specifica l’amministratore delegato di “San Carlo Istituto clinico” che è a fianco in questo delicato compito portato avanti dall'associazione.
Un impegno tra i diversi a favore del territorio, appunto. Ma com'è stato l'avvio del cammino di Sara Tosi? «Sono stata chiamata da mio padre – spiega – gestiva un centro oculistico e mi ha chiesto di dare una mano per una diversificazione dei servizi e una continuità, un passaggio generazionale. Ho portato dei cambiamenti, concentrandoci sempre più sul rapporto con il paziente cogliendone i bisogni e mettendosi nei suoi panni». L’ha fatto, esplorando dalla base tutto il centro: «Già da universitaria ero al centralino. Poi ho lavorato in tutti gli uffici e mi sono confrontata con i pazienti».
Vent’anni fa ha compiuto questa scelta, senza rimpianti, di lasciare la metropoli: «Questo è un lavoro così dinamico e di grande soddisfazione, di contatto umano. Inoltre, la realtà di provincia è accogliente, tanto più con i figli. Busto si è evoluta in modo eccellente ed elegante anche grazie alle amministrazioni comunali».Il “San Carlo Istituto clinico” nel frattempo cresce, perché Tosi acquista la precedente azienda, la rifonda in nome di un servizio «non di imprenditori tradizionali di stampo manageriale e produttivo, ma con un taglio anche medico». Infatti vengono coinvolti i dottori nel boarding, ci si confronta, si dettaglia, si discute con la riorganizzazione nel 2010 «non per un comune denominatore solo economico, e ciò ci ha dato un’anima differente». Nel frattempo si vince l’appalto con il Comune di Magnago e lì nasce il progetto “Sanità per tutti” che poi approda anche a Busto: un accesso alle cure con tariffe agevolate secondo le fasce di reddito. Aderiscono oltre 150 medici.
Oggi siamo di fronte a una realtà che unisce due aziende, due anime – quella diagnostica e quella clinica – con oltre 200 persone: assunzioni anche recenti, colloqui in corso per far entrare altri profili. «Volevamo dare un servizio a 360 gradi al paziente – spiega Sara Tosi – Abbiamo anche realizzato il grande sogno di acquistare il centro del dottor Giuseppe Melcore di piazza Trento Trieste, che a 90 anni lavora ancora con noi. Nel 2018-19 abbiamo ristrutturato la casa che apparteneva a mio nonno, Carlo, qui in via Castelfidardo. E costruito la sala operatoria per il day surgery». Nel 2009-2010 sono stati inseriti i servizi ginecologici e urologici, oggi tra le attività più richieste; nel 2014 l’odontoiatria. C'è l'ambito chirurgico, un numero crescente di specialisti. «Ci sono dei medici che hanno impresso la svolta nella direzione sanitaria – osserva Tosi - Franco Carenzi, Giuseppe Reggiori ed Elena Bellotti». Il risultato oggi è che ci sono circa 2mila prestazioni al mese tra le due realtà del San Carlo.
Nel 2020 però arriva la pandemia: «Già a ottobre abbiamo visto che stava capitando qualcosa con le diagnosi di polmoniti. Quando è esplosa l’emergenza, come da indicazioni della Regione abbiamo tenuto la struttura a livello minimo per le sole urgenze all’inizio. Alcuni giorni eravamo presenti in due… I momenti di maggiore paura riguardavano il personale esposto al rischio e poi non sapevamo quanto potesse durare».
Lei sente la responsabilità, appunto, più forte che mai in quel periodo, 50 famiglie dei dipendenti con il fiato sospeso. Che cosa l’ha aiutata, nei momenti più bui? «La fede – spiega Sara Tosi – Pregavo tanto e da lì ho trovato la forza. Dovevo dare anche la fiducia ai miei ragazzi, che studiavano a casa con la Dad…».
Si torna a lavorare a maggiore ritmo e si parte con i tamponi. L’attività riprende e con essa i progetti, tanto che i mesi in corso vedono un cantiere aperto con l’arrivo di una Tac. Tra i sogni, anche quello di creare parcheggi, perché in questa zona ce n’è bisogno: pure questo è un servizio importante per le persone. Come dare sempre più attenzione a fasce come gli anziani.
Un cantiere sempre aperto
Ma c’è un altro cantiere che non chiude mai: è quello degli aiuti alle associazioni del territorio. Come è iniziato questo cammino? «Grazie a Giuseppe Abenante – risponde – dg dell’Antoniana. Abbiamo cominciato con la certificazione sportiva, oggi questa medicina è importante perché è l’unica preventiva, non essendoci più nelle scuole. Poi credo molto nel Csk Karate di Patrizia Taddeo, che ha molte attività e anche servizi per gli anziani».
Il grande amore di Sara Tosi, tuttavia, è la Pro Patria e non tarda a manifestarsi. «Conoscevo già il padre di Patrizia Testa, avendo svolto pratiche per lui. Ho grande stima della signora Testa. Già prima della pandemia abbiamo avuto una partnership con la Pro Patria, ci hanno chiesto i servizi di medicina sportiva e diagnostica. Una liason che è cresciuta, ora abbiamo esteso il contratto». Già main sponsor, oggi si vede il logo del “San Carlo” sulla panchina tigrotta.
Ma la musica chiama, e il Fratello Sole: «Con lo sport si colma un vuoto e crediamo che la cultura possa fare la differenza a livello educativo. Poi c’è l’impegno nel sociale con Eva onlus. È un dovere combattere insieme».
Il supporto a questa realtà impegnata a fianco delle donne vittime di violenza è diventato anche un servizio di tipo medico diagnostico per venire incontro a chi in un momento drammatico rischia di aspettare al pronto soccorso «e magari in quelle ore pensa che sia meglio lasciar perdere e andare a casa, con tutto ciò che comporta». Un progetto – spiega – su cui ha trovato massiccia adesione da parte dei medici: si interviene per le vittime segnalate dall’associazione, che fa una scrematura. C’è anche qui un filo conduttore, «perché tre anni fa avevo regalato al personale per Natale un corso antiviolenza, cresce l’aggressività delle persone che se la prendono con gli operatori di primo servizio. Con questa iniziativa si insegnano tecniche persuasive per disinnescarla. Per me il personale è importante e lo ringrazio tantissimo».
Ha ancora tanti sogni, Sara Tosi. Uno è forse il più difficile, ma non bisogna mollare mai, come si suole gridare allo stadio: diffondere la gentilezza. Anche verso il territorio. Perché si può andare a cento all’ora o trovarsi bloccati da una pandemia, senza sapere quando si potrà riaccendere il motore: ma non ci può permettere di avere paura. Né di abbandonare chi confida in te, che siano le donne vittime di violenza (fenomeno tristemente cresciuto durante il lockdown) o le società sportive del tuo territorio, in difficoltà.