C'è chi si dimostra tollerante perché in fondo "sono ragazzi" e c'è chi invece si dice preoccupato della deriva che le compagnie di giovanissimi stanno prendendo a Varese. A raccontare quello che vede il pomeriggio in centro e sente sotto le sue finestre da via Battisti di notte è una mamma, tra l'altro di un'adolescente, che vuole accendere i riflettori sul disagio giovanile diffuso partendo da un episodio successo ieri notte.
«Comincio - esordisce la donna - con il dire che quasi tutte le notti è la stessa storia: ragazzi, minorenni, che fanno baccano per strada. Ieri l'apice. Intorno alle 2 vengo svegliata dalle urla di una ragazza, mi affaccio al balcone e vedo che c'è già una pattuglia di polizia e una ragazzina che piange sotto il portone del mio condominio. Scendo con dell'acqua e la assisto mentre cerca di controllare un attacco di panico generato dalla lite tra altre due ragazze».
L'intervento è proseguito fino alle 4 del mattino. «Ora mi chiedo: dove sono i genitori di queste ragazze, che a 16 anni sono ancora in giro alle 4 a fare a botte in mezzo alla strada? Di queste, ma come di tutti quelli che la notte passano urlando sotto le finestre di chi vive in centro».
Il pomeriggio non è diverso. «Da mamma mi preoccupo di vedere dove va mia figlia e quindi giro per il centro nei posti in cui si ritrovano i ragazzi e vedo queste comitive numerosissime che si atteggiano a gang, a bande senza regole e senza rispetto» aggiunge la cittadina.
Cita un episodio emblematico: «Settimana scorsa dei passanti hanno chiesto l'intervento della polizia a San Vittore e in pochi minuti sono arrivate tre pattuglie: quasi tutti i ragazzini identificati avevano precedenti segnalazioni e si rivolgevano agli agenti con strafottenza e senza alcun rispetto. Possibile che si sia arrivati a questi livelli e che nessuno pensi a come arginare il disagio di questi ragazzi?».
La repressione non è la chiave. «Un presidio costante e maggiore del territorio però sarebbe già qualcosa - conclude la donna - Non vedo abbastanza controlli e da mamma mi sento anche abbandonata: ho paura quando mia figlia esce di casa e sono in ansia, ma non posso certo impedirglielo. Ma non posso nemmeno seguirla».