Scintille, nella serata di ieri, 26 luglio, durante il Consiglio comunale di Lonate. In presenza (contingentata). È stato sul tredicesimo punto all’ordine del giorno che gli animi si sono scaldati. Tanto che si è sfiorata la sospensione dei lavori. Il passaggio era delicato: una mozione, presentata dalla minoranza, con la quale si chiedevano le dimissioni dell’assessore alle politiche sociali, Melissa Derisi. Il motivo? Noto: un manufatto (nelle scorse settimane è stato descritto, di volta in volta, come una tettoia o un gazebo) realizzato su un terreno di sua proprietà. Un presunto abuso edilizio.
Botta e risposta
Si discuteva sull'ultimo punto in programma quando un colpo (manata su un tavolo?) è risuonato nella sala polivalente che ospitava l’assemblea. Subito seguito da uno stentoreo «Non osare!». Il monito, proveniente dalla consigliera d’opposizione, Ausilia Angelino, era rivolto a Tania Manfredelli (capogruppo di Uniti e liberi). Impegnata, quest’ultima, nella difesa dell’assessore Derisi e nel richiamo ai principi della legalità. «Siamo a livelli imbarazzanti, – accusava – questa mozione è fuori luogo. Non vorrei ricordare i fatti che sono avvenuti prima di questa amministrazione». Esplicito riferimento alle vicende giudiziarie che travolsero gli allora amministratori del centrodestra. Di qui la reazione di Ausilia Angelino e il rincaro di Tania Manfredelli: «Se qualcuno ha la coda di paglia e si è alzato in questa maniera, vuol dire che stiamo centrando il punto». Dall’altra parte: «Non ho la coda di paglia, sono stufa di sentirmi accusare di cose che non ho fatto». Calma riportata a fatica e scuse finali, per i toni usati, dalla rappresentante del centrodestra.
La richiesta di dimissioni
Mauro Andreoli (Ausilia Angelino Sindaco) ha presentato la mozione e ricordato di avere effettuato l’accesso agli atti relativi al manufatto. Rilevando quelle che ha definito delle “singolarità”. Poi ha aggiunto: «L’assessore non si dimette e il sindaco, non revocando le deleghe, avalla. Chiediamo al Consiglio se questo è corretto oppure no». «Visto che mi ritenete responsabile – la replica del primo cittadino, Nadia Rosa - credo che abbiate mancato di coraggio: avreste dovuto presentare una mozione di sfiducia. Potete sfiduciare me. Se trovate i voti». Maggioranza compatta nella difesa dell’assessore e del suo operato, minoranza altrettanto granitica nel mantenere la posizione. Un quadro corrispondente al voto del Consiglio: superata una discussione sulla possibilità di ricorrere al voto segreto, la mozione, contestata anche per questioni formali, è stata respinta.
Tariffe, bilanci, liquidazioni
Prima delle schermaglie finali, “passaggio” senza particolari scossoni per le modifiche al regolamento Tari, il Piano finanziario del servizio rifiuti, le tariffe e le riduzioni Tari per il 2021. Su questo punto, l’assessore Angelo Ferrario ha chiarito come si sia cercata «…la costanza delle tariffe rispetto al 2019, viste le anomalie per le note vicende del 2020». Poi ha sottolinearto come si siano favorite, fra le utenze non domestiche, categorie particolarmente colpite dalle misure anti Covid. «Nel complesso – ha fatto presente – gli sconti superano gli aumenti». Via libera dalla maggioranza, con i voti contrari dell’opposizione, per il Bilancio di previsione e il Documento unico di programmazione. Unanimità sulla liquidazione di Accam.
Diritto allo studio
Articolata la presentazione del “Piano per il diritto allo studio 2021 – 2022”. Fatta dal sindaco: l’assessore all’Istruzione, Giancarlo Simontacchi, era assente giustificato. Il piano è pensato per un anno in presenza, ferma restando la necessità di monitorare l’evolversi della situazione. Sono 193 i residenti iscritti alle scuole dell’infanzia (lieve calo), 479 alle primarie (anch’esse in leggero ribasso), poco più di 300 alle secondarie di primo grado (in contenuto aumento). Il numero di classi sarà lo stesso dello scorso anno, circostanza che permetterà di confermare misure di distanziamento rodate. Risorse considerevoli sono dedicate, fra l’altro, all’inserimento dei bambini con disabilità nella scuola dell’infanzia (110mila euro). Alla scuola dell’obbligo, 576mila euro fra sostegno, libri per le elementari, trasporto, mensa, assistenza. Voci alle quali si aggiungono le spese per servizi obbligatori quali manutenzioni, riscaldamento, illuminazione. «Al netto delle entrate provenienti dalle famiglie – ha sintetizzato il primo cittadino - daremo alla scuola 979mila euro». Piano apprezzato, con sporadiche riserve: 11 voti favorevoli e due astenuti.
Ecomuseo, mozione respinta
No alla mozione di Michele Rusconi (Grande Nord) sul “Museo a cielo aperto di via Gaggio”. Il consigliere chiedeva un impegno economico per sistemare le tettoie, oppure la loro sostituzione con strutture più efficaci. In subordine, proponeva la ricerca di realtà disposte ad accollarsi le spese di rifacimento. Iniziativa che, una volta resa pubblica, gli è valsa una raffica di polemiche sui social. E anche in aula le cose non sono filate particolarmente lisce. Il sindaco ha ripercorso i passaggi che portarono alla creazione dell’ecomuseo, su impulso del comitato “Viva via Gaggio” e con il contributo fondamentale di Ambrogio Milani. La tutela, nella lettura del sindaco, spetterebbe proprio all’ecomuseo, non al Comune. Non solo: sostituzioni e opere uniformanti, auspicate da Rusconi, snaturerebbero la natura stessa del luogo. «La mia proposta va semplicemente nella direzione di proteggere il patrimonio di via Gaggio» ha ribadito il consigliere, spalleggiato da Mauro Andreoli e Ausilia Angelino. Inutile la formulazione di ipotesi per tornare, in futuro, sulla mozione, una volta emendata. «Non la ritengo emendabile», ha dichiarato il sindaco. Risultato: tre voti favorevoli, dieci contrari
Nomi
Il Consiglio si è chiuso sul “caso Derisi”, il cui nome, con altri, è finito sull’albo pretorio comunale nell’ambito della pubblicazione periodica relativa a presunti abusi edilizi. Un mancato rispetto della riservatezza, secondo l’opposizione, che, a inizio seduta, ha presentato un’interrogazione ad hoc. Il sindaco ha risposto ricordando, fra l’altro, le competenze del Garante della Privacy («non ha poteri consultivi generalizzati»), i codici comunali (dei dipendenti e disciplinare), una nota della Procura con modulo per la pubblicazione (utilizzato prima e durante il commissariamento), un decreto del presidente della Repubblica. Non convinta la consigliera Angelino: «Il Decreto parla di dati notificabili, non di dati pubblicabili. E poi, se si è sbagliato in passato non significa che si debba continuare a farlo». A Consiglio quasi terminato, il sindaco si è tolto il classico sassolino dalla scarpa, rimarcando la pubblicazione anche del nome dell’assessore Derisi, «per trasparenza». Chiuso il cerchio, dunque: consiglio iniziato e finito con questioni di nomi.
Appuntamento a dopo le vacanze.