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Sport | 04 giugno 2021, 09:00

Alessandro Buran, il campione della porta accanto

Il kartista che gareggia a ogni livello, locale, nazionale e internazionale: «Non cambierei Cassano con nessun altro posto»

La premiazione della Shfter Rok 2020: Alessandro Buran sul gradino più alto del podio

La premiazione della Shfter Rok 2020: Alessandro Buran sul gradino più alto del podio

Alessandro Buran. Chi è? Se si fanno ricerche sul web balzano all’attenzione, fra le altre, due informazioni. La prima viene da Facebook: “Di Cassano Magnago”. Nello spazio “In breve” non compare altro. La seconda, su siti specializzati in sport motoristici, è la seguente: “Campione Rok Shifter Superfinal 2020”. Fra gli uni e gli altri, innumerevoli immagini di kart, piste, premiazioni. Perché Alessandro Buran guida. E ci sa fare. La Rok Cup Superfinal, che l’anno scorso si è tenuta con misure di sicurezza straordinarie dovute al Covid, è una competizione internazionale di prestigio. Alla quale, edizione 2020, hanno partecipato rokker provenienti da 30 nazioni. Un campionato del mondo. E chi ha vinto, nella sua categoria?

Eccolo qui, Alessandro. Ha un negozio specializzato in caffè e cialde, a Cassano. Ha la passione per i motori. Ha talento nella guida. E, in barba agli stereotipi sui piloti, non se la tira per niente. «Ho incominciato a sei anni» ricorda oggi, che di anni ne ha 23. Come è nata la passione? Attrazione, istinto. A quell’età non si fanno calcoli. Però c’è, per forza, una famiglia intorno. Così la parola passa a Filippo, il padre. «L’ho seguito in quello che era un suo desiderio. All’inizio, in queste cose, c’è sempre un papà, un genitore, che sta dietro al figlio. Poi, se c’è qualcosa, se c’è spessore, arrivano i contatti con i team».

In effetti, oggi, Alessandro è un pilota “Renda Motorsport”. Si allena regolarmente, in palestra e in pista (i circuiti più adatti e a “portata di trasferta” si trovano nel bresciano e nel parmense). Poi ci sono le gare che, ovviamente, non ammettono sgarri. «L’anno scorso – ricostruisce, a spanne, Alessandro – ne avrò corse una quindicina, nonostante il Covid». Il che significa, per un giovane come lui, stile di vita attento in generale ma, soprattutto, nell’avvicinamento alle competizioni: non si fa tardi, gli amici si frequentano a certe regole, sveglia a orari improbabili per raggiungere i circuiti. Sì, perché Alessandro gareggia a diversi livelli: locale, nazionale e internazionale. Non solo nella categoria Rok: nel passato e, si spera, nel futuro, c’è anche la Kz, la “classe regina”.

La voglia di continuare è tanta, i successi sono numerosi. «Abbiamo fatto delle scelte – spiega il papà – eliminando tante coppe. Non avevamo più posto, teniamo solo quelle più importanti». Bella storia. C’è un bambino con una passione. Crescendo, dimostra di “avere i numeri” e coinvolge il papà. Che, nel tempo, acquisisce competenze e accelera a sua volta: oggi Filippo accompagna tecnici e piloti là dove possono mettersi alla prova. C’è pure il superamento di certe paure. I motori sono rischiosi, si fa presente. «I Kart non tanto – rispondono in coro padre e figlio – in quasi vent’anni di gare abbiamo visto una gamba e un polso fratturati. Non di più». E poi ci sono i successi.

Di recente, il pilota e il sindaco di Cassano, Nicola Poliseno, si sono incontrati. Dunque, com’è il rapporto di  Alessandro con Cassano? Spesso chi gira il mondo non è particolarmente legato al suo luogo d’origine. Se lo lascia alle spalle perché cerca altro. Alessandro rincorre la sua passione, in Italia e, a seconda delle circostanze, all’estero. A domanda, il pilota risponde: «Sono cresciuto qui. A Cassano sto bene. Non la cambierei con nessun altro posto». Correre non taglia le radici. Al massimo le allunga.

Stefano Tosi

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