Una folla commossa e silenziosa per l'addio a Silvia Malnati e Alessandro Merlo, la coppia di fidanzati vittime dell'incidente alla funivia del Mottarone. Dopo l'arrivo dei feretri (leggi QUI) la cerimonia è iniziata in un clima di dolore e incredulità (QUI il video finale dell'uscita dalla chiesa e QUI le parole di Luca, il fratello di Silvia).
«Percepiamo la presenza bella e discreta di Alessandro e Silvia - le parole durante l'omelia del vescovo ausiliare di Varese Giuseppe Vegezzi che ha presieduto la cerimonia insieme a don Stefano Cucchetti e don Carlo Garavaglia - ci aiutino loro a ricominciare con il loro stesso desiderio di costruire insieme cose belle.
«Finalmente, nella prima domenica primaverile, il desiderio di una ritrovata normalità. Un desiderio che però si è scontrato con questa tragedia che ha ributtato tutti noi nello sconforto - ha proseguito l'omelia - Dobbiamo fare i conti con la precarietà della vita sporcata da errori umani. Si perché gli umani sbagliano, per egoismo, avidità e interesse personale. Si gioca con la vita delle persone e i nostri sbagli provocano ferite negli altri».
In questi momenti affidarsi al Signore è ancora più importante e «ciascuno di voi avrà una preghiera per farlo - ha aggiunto - Io faccio mia quella dell’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini».
«Che una carezza dal cielo conforti. Una carezza per favore. Una carezza, per favore, per il cuore straziato di mamme, papà, familiari e amici di coloro che sono partiti e non sono tornati - le parole del messaggio di monsignor Delpini - Una carezza per favore, per paesi segnati dall’orrore per coloro che sono morti ed erano vivi, vicini di casa, colleghi di lavoro, compagni di gioco. Una carezza per favore, per consolare chi non vuole essere consolato. Una carezza per favore, per seminare un po’ di luce in un giorno di sole finito in tenebre impenetrabili. Una carezza, per favore, per dire le cose per cui non bastano le parole. Una carezza, per favore, per alleviare la rabbia per le promesse non mantenute, per quello che non doveva capitare. Una carezza, per favore, perché giunga un segno a dire la speranza di vita eterna».
«Una carezza, per favore, per rivelare che Dio piange con i figli desolati, ricongiunge i fili spezzati, asciuga le lacrime e non delude chi si affida a lui. Una carezza, per favore, che venga dal mistero inaccessibile, una carezza di Silvia e Alessandro» le struggenti parole finali.