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Varese | 24 maggio 2021, 17:53

«Alessandro e Silvia, nati per stare assieme. Avrebbero dovuto andare al Mottarone con altre due coppie varesine che poi sono rimaste a casa...»

Il ricordo struggente di Andrea Nuscis del ristorante La Terrazza, amico da sempre di Alessandro Merlo: «Lui e Silvia erano spesso da me e dalla mia ragazza, una coppia semplice e dolcissima». Pietro Epifano della Paranza: «Ale era il manager del nostro Fantacalcio. Abbraccio le famiglie con tutto il cuore»

«Alessandro e Silvia, nati per stare assieme. Avrebbero dovuto andare al Mottarone con altre due coppie varesine che poi sono rimaste a casa...»

«Qualche giorno fa Alessandro era venuto a vedere il mio cucciolo, un incrocio tra amstaff e spinone, e aveva un po’ di timore di lui, come di tutti i cani. Mi ha lasciato dicendo: "Inizio a vederlo da piccolo così cresciamo assieme e mi abituo". Non l'ho più rivisto e non lo rivedrò mai più»: dall'asilo alle elementari e all'oratorio fino all'ultimo aperitivo di due settimane fa in compagnia sua e della sua Silvia, «Alessandro è un amico per sempre» per Andrea Nuscis che insieme al fratello Daniele gestisce il ristorante La Terrazza in via Merano a San Fermo, dove il cuore di tutti è trafitto e ferito.

«Insieme ad Ale e a Silvia dovevano salire al Mottarone anche altre due coppie di amici varesini ma alla fine sono rimaste qui - racconta Andrea al tavolino esterno del locale, accanto alla ragazza Giada, a mamma Anna e a Jessica, moglie del fratello Daniele - Ieri quando sono arrivati lassù e non rispondevano più al telefono, prima delle 13, sembrava normale. Poi, quando è uscita la notizia, non ho avuto nemmeno la forza di ascoltare: quello che è successo non può essere vero. Penso ai genitori e l'unica cosa che posso dire è che noi ci saremo in ogni modo possibile, ora e nel futuro. Non saranno soli davanti a questa cosa terribile».

«Non ho avuto ancora il coraggio di andare da mamma Rosalba e papà Marco - aggiunge Andrea - ma lo troverò. Alessandro e Silvia erano una coppia perfetta, dolcissima, pacifica. Si adattavano a tutto, erano persone semplici nate per stare assieme. Amavano viaggiare».

«Due domeniche fa - ricorda Giada - erano venuti a bere un aperitivo da noi. Lei era contenta perché, non dovendo più lavorare nei weekend, avrebbe potuto tornare a viaggiare. A cominciare dal Mottarone...».

«Ale era in tante chat comuni di amici - riprende Andrea - adesso vedo il suo volto ancora lì, sul cellulare, e mi sembra impossibile che non ci sia più. Spero che non si dimentichi mai quello che è successo e che qualcuno paghi, perché una funivia non cade da sola per nulla. Ci deve essere almeno giustizia di fronte al fatto che Silvia e Alessandro non tornano più». 

Anna, la mamma di Andrea, ricorda di aver visto qualche giorno fa la signora Rosalba, mamma di Alessandro, e ha la voce incrinata quando pensa a lei, a papà Marco e al fratello Gianluca ma anche ai genitori di Silvia, Enza e Mauro, e al fratello Luca: «Non può andarsene prima un figlio di un genitore, non può - dice - Io da mamma non posso vedermi portare via in questo modo la mia creatura. Noi e tutti quanti possiamo dare tanto "calore" in questo momento». Dal tono di mamma premurosa e pronta a tutto per i suoi figli, si capisce che quelle di Anna, e di tanti genitori che conoscevano Alessandro e Silvia, non sono soltanto parole. Una promessa, semmai. 

Anche Pietro Epifano della Paranza ricorda con il cuore gonfio di dolore Alessandro: «Non ci vedevamo da qualche tempo, facevamo il fantacalcio assieme quando ci si ritrovava ancora con carta e penna a casa di amici. Lui era il nostro manager, faceva i calcoli il lunedì mattina e trascriveva tutto. Bravissimo ragazzo. Molto garbato, a modo, educato. Conosco il fratello, Gianluca, lo vedo quasi quotidianamente: abbraccio lui e la famiglia con tutto il cuore». Il cuore di Pietro è il cuore di tutta Varese.

Andrea Confalonieri

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