Si vive una gioia in più entrando oggi nei bar, primo giorno di (ritorno) in zona gialla dopo oltre un mese e primo giorno dov'è consentito gustarsi un buon caffè al bancone o comodamente seduti al tavolino. Un'autentica primizia, una sorta di “festa” dopo il caffè (o il cappuccio) d'asporto e nei bicchierini dei giorni scorsi.
Ma non per tutti è così. Soprattutto tra i ristoratori serpeggia qualche malumore. Rimane quel senso di incertezza («per quanto tempo resteremo gialli?») che non fa bene a nessuno. Lo abbiamo percepito nel nostro “tour” in Valle Olona, dalla colazione al caffè dopo pranzo, nel primo giorno di ritorno alla “quasi normalità”.
Nei bar «è tutta un'altra vita»...
Liviana Oglialoro, che gestisce il Red Bar di via Diaz a Marnate, ci accoglie con il solito entusiasmo contagioso. «Dai, così è un'altra vita. Il caffè in tazzina è un'altra cosa per tutti, si recupera un po' di calore». Liviana non è la sola a pensarla così (LEGGI QUI). Anche i clienti seduti al tavolo possono intrattenersi e gustarsi un attimo di pausa in più, rispettando regole e distanze. «Lo raccomando a tutti, a costo di essere pedante – prosegue la titolare del Red Bar di Marnate - Restare “gialli”, come si suol dire, fa bene ed è un bene per tutti dopo un anno così tormentato».
Zona gialla, ma per quanto?
Lo chiedono i clienti, ma se lo domandano anche i titolari dei vari esercizi pubblici, soprattutto i ristoratori. La “voce” che abbiamo raccolto è quella di Antonio Verdino, chef e titolare della Trattoria del Cantuccio in via dei Patrioti a Solbiate Olona.
«Siamo sicuri che non finisce come a dicembre? – sottolinea “Tony” Verdino – Lavoriamo con prodotti freschi, non ci capiamo più nulla nemmeno con gli approvvigionamenti».
È suonato mezzogiorno, in sala ristorante si sono appena accomodati i primi due clienti. «Speriamo di lavorare bene ma non sono troppo fiducioso.
C'è bisogno di messaggi positivi anche da parte vostra (il riferimento è alla categoria dei giornalisti, nda). Siamo qui in sette, ho fatto rientrare i dipendenti dalla cassa integrazione perché per lavorare bene ho bisogno di tutti loro - prosegue lo chef e titolare della Trattoria del Cantuccio di Solbiate Olona - Andiamo avanti con fatica; cerchiamo di privilegiare i pagamenti elettronici e facciamo attenzione a tutto. Ci vuole responsabilità altrimenti ci chiudono ancora. Anche la gente deve capirlo, speriamo bene».
Ci salutiamo e ci diamo appuntamento per una pizza nei prossimi giorni, «per vedere come va».
Girando l'angolo della strada, per un caffè dopo pranzo ci dirigiamo da Gianluca Colombo, titolare della pasticceria e caffetteria che porta il suo nome. Il solbiatese, che è anche delegato Ascom, conferma quello che ci aveva confessato qualche settimana fa. «Qui in paese si percepiscono la solidarietà e la vicinanza emotiva delle persone nei nostri confronti. Ci fa piacere, certamente la zona gialla ci permetterà di scambiare qualche battuta in più dentro al negozio. E questo è positivo». Insomma, una gioia in più nei modi giusti e con le giuste misure. Per allontanare quel senso di incertezza e avvicinare un pieno (completo) ritorno alla normalità.