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Attualità | 15 gennaio 2021, 17:23

Da Busto alla Valle Olona, la “protesta pacifica” di baristi e ristoratori. #ioapro non è la soluzione «ma qui bisogna fare qualcosa e subito»

A lanciare la protesta pacifica sono stati i locali di Busto del circuito “Schiariamoci le idee”. Saracinesche alzate e luci accese, ma senza clienti. Malcontento generale: «Siamo stufi, così non si può andare avanti»

Da Busto alla Valle Olona, la “protesta pacifica” di baristi e ristoratori. #ioapro non è la soluzione «ma qui bisogna fare qualcosa e subito»

Un conto è non aderire a #ioapro, l'iniziativa che nella giornata odierna vedrà alcuni titolari di bar, pub e ristoranti tenere aperto ed accogliere i clienti anche all'ora di cena, non rispettando (per un giorno) le norme previste nel Dpcm. «Non la vediamo una soluzione che possa migliorare la nostra situazione» raccontano tramite facebook i titolari del ristorante Les Lumières di via Milazzo a Busto Arsizio. Ma stasera faranno sentire la propria voce e percepire il proprio malcontento attraverso una “protesta pacifica”, tirando su la saracinesca del locale e accendendo le luci come se all'interno ci fossero normalmente i clienti.

«Ora basta, siamo stufi! Il nostro pensiero è che non si può continuare così - scrivono in un post i titolari del “Les Lumières” - non apriremo la sala e non aderiremo a #ioapro in quanto non la vediamo come una soluzione, ma qui bisogna fare qualcosa e subito.

Anche noi stasera parteciperemo a questa protesta pacifica assieme ad altre attività colpite come noi, sperando si accorgano della situazione che stiamo vivendo».

A lanciare la protesta pacifica, con modalità rispettose delle regole, sono stati i locali di Busto del circuito “Schiariamoci le idee”. Perché la situazione è un po' per tutti drammatica, come ha sottolineato sulle nostre pagine Gino Savino, titolare del Ristorante Pizzeria “Capri” a Busto Arsizio, oltre consigliere della Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi).

«Non possiamo sopravvivere ancora per molto in questo modo – rimarcano sempre i titolari del Ristorante Les Lumières di via Milazzo - i ristori non bastano neppure per pagare l'erario. L'asporto è solo un modo per tenerci in movimento, non può essere considerato un guadagno. Oltre a noi ci sono colleghi, fornitori, c'è un mondo che ruota intorno alle nostre attività e non si può farlo morire così. Ora basta, siamo stufi!».

Da Busto alla Valle Olona. Anche qui la protesta di #ioapro non ha attecchito tra i titolari di pubblici esercizi. Ma anche qui, il malcontento è ovviamente generalizzato. Ferruccio Parmegian, titolare del Ser-Dany Caffè di Gorla Minore attacca: «Ci avete tenuti chiusi, ridotto all'asporto e i contagi sono saliti. Un dubbio mi viene... lasciateci lavorare!».

Anche Liviana Oglialoro, per tutti “Livi”, che gestisce il Red Bar di via Diaz a Marnate, dice la sua. Consapevole, come tutti, delle enormi difficoltà che sta vivendo la categoria e dei “sacrifici” che si stanno compiendo per vedere (si spera il prima possibile) la luce in fondo al tunnel. «È stato un anno difficile e le difficoltà sono molte... ma voglio continuare a seguire le regole come ho fatto in tutti questi mesi! Non permetterò a nessuno di strumentalizzare questa iniziativa, dando per l'ennesima volta colpa a noi baristi e ristoratori».

A.M.

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