A seguito della campagna mediatica organizzata dal consigliere di minoranza Alberto Tognola, che ha avuto come oggetto la recente decisione della giunta di Daverio di abbattere una pianta sita in un parcheggio al centro del paese (leggi QUI), riteniamo opportuno precisare quanto segue.
Il comune di Daverio, su indirizzi del sindaco e della giunta comunale, ha fatto dare incarico per un secondo studio in questo mandato, su un’altra parte del patrimonio arboreo comunale, ad un tecnico qualificato e di provata esperienza. Il risultato dello studio - pubblicato nell’Albo Pretorio on line sul sito comunale, allegato a fine articolo - recita, tra l’altro, in merito all’olmo (una delle 15 piante valutate): «L’albero è stato indagato mediante tomografia sonica dettagliata con 10 sensori standard più altri 10 sensori “muti” le cui risultanze, in allegato, restituiscono una zona degradata pari al 28%, con un fattore di sicurezza per la propensione al cedimento da frattura al colletto pari al 1510%, ben superiore al fattore di sicurezza da ritenersi accettabile e fatto pari al 150%».
La pianta presentava una ridotta vitalità dell'apparato fogliare e la potatura del 60% circa non ha portato ad alcun miglioramento, quindi si può ritenere sia a fine vita. Da questa analisi e da tutte le altre considerazioni valutate pare chiara la responsabilità dell’amministrazione nel garantire anzitutto la sicurezza del sito, dei suoi frequentatori e dei mezzi che ivi sostano. Da qui la decisione, presa a malincuore, di procedere all’abbattimento.
Si tratta quindi di senso di responsabilità verso la comunità dei cittadini, che sono il nostro primo interesse: gli altri ambiti secondo noi vengono dopo. E’ anche opportuno ricordare che nella stessa relazione si indica quale probabile causa di aggravio del degrado della pianta l’asfaltatura del parcheggio: pare quindi che detta opera, fortemente voluta dall’allora amministrazione Tognola (la cui utilità non viene da noi disconosciuta) ha probabilmente contribuito al determinarsi della attuale criticità; inoltre, non si capisce come mai a quella data non fosse evidente la asserita importanza dell’albero e non fossero comunque state definite delle cautele o dei rimedi per garantirne la salute e la persistenza in vita.
Ricordiamo che, a seguito della normativa sugli alberi monumentali e di una iniziativa regionale collegata, è stato realizzato un censimento del patrimonio arboreo: in quella occasione, la scheda relativa all’albero di cui trattiamo è stata presentata all’ente competente, che la ha analizzata e non la ha considerata, perlomeno dal punto di vista ambientale “di interesse” monumentale. Ricordiamo ancora anche che la vetustà del patrimonio arboreo urbano, da una parte ricchezza culturale ed ambientale del territorio quando le piante sono sane, è nota dolente per molte città in tutta Italia in caso di alberi insani - fonte di problemi, danni, costi molto ingenti e, purtroppo, talvolta di vittime -: la nostra preoccupazione è quindi ben motivata e speriamo che i cittadini se ne rendano conto.
In conclusione, si precisa che la giunta ha dato anche mandato all’area tecnica comunale competente di procedere appena possibile alla ripiantumazione di essenze, in sostituzione delle piante che devono essere eliminate - anche della stessa pianta nello stesso luogo, ove possibile-. Nel caso dell’olmo, una nuova pianta può raggiungere circa 12 metri in dieci anni (la pianta attuale è alta 16 metri); riteniamo che il compianto “picaprè” citato nel comunicato, appartenente alla categoria che aveva allora messo a dimora l’attuale olmo – e parte di una storia, legata al territorio ed anche alla pianta, che certo si troverà il modo di ricordare altrimenti, a tutela della memoria storica ed ambientale - non se ne avrà troppo a male per questa decisione, presa per il bene dei daveriesi che anche lui sicuramente, come noi, ha amato.