«Nel 2021 per la Lombardia e per la provincia di Varese ci aspettiamo misure straordinarie e strutturali per rilanciare l’economia e le piccole e medie imprese»; non ha dubbi Marco Granelli, imprenditore emiliano di 58 anni attivo nel settore edile, presidente nazionale di Confartigianato in carica dal 3 dicembre, nell’intervista rilasciata a VareseNoi, nella quale gli abbiamo chiesto di “leggere” il prossimo anno economico del Varesotto, a partire da alcuni capisaldi del Sistema Varese come il settore manifatturiero e tessile e quello del lavoro frontaliero e dell’economia di confine.
«Partiamo da alcuni dati del 2020 che in provincia di Varese parlano di calo del Pil del 12,3%, di un crollo delle assunzioni del 41%, con numeri ancora peggiori per il manifatturiero che fa segnare un -47,8% e per il tessile con un -52% - dichiara Granelli – davanti a questo scenario ci aspettiamo provvedimenti impattanti da parte del Governo.
Per quanto riguarda il tema dei frontalieri, l’accordo appena firmato tra l’Italia e la Svizzera sui rapporti economici transfrontalieri va nella giusta direzione e auspichiamo venga ratificato dal Parlamento. Per ridurre il dumping con la Svizzera c’è anche una proposta di legge di Confartigianato per sostenere le aziende nella concorrenza con i vicini elvetici».
Con Granelli abbiamo poi affrontato tematiche nazionali, a partire dal Recovery Plan, che secondo il leader di Confartigianato deve contenere «misure strutturali e non episodiche che vedano la luce velocemente e spendendo le risorse in modo mirato». Sono 44 le proposte avanzate dall’associazione degli artigiani. «Bisogna puntare sulle infrastrutture – prosegue Granelli – non soltanto sulle grandi opere che pure sono necessarie come ad esempio il potenziamento delle ferrovie ma anche le piccole opere di manutenzione nei Comuni dove peraltro, anche in quelli più piccoli, c’è una presenza capillare di imprese artigiane.
Per questo chiediamo appalti a Km zero perché sono proprio le piccole imprese a conoscere meglio di ogni altre il territorio in cui lavorano; pensiamo anche all’edilizia scolastica che al pari di tutto il territorio italiano ha bisogno di cure. In questo modo non ripartirebbe solo l’edilizia ma tutta la filiera delle costruzioni che farebbe da volano a tutto il resto dell’economia; anche per questo chiediamo una proroga del Superbonus 110%».
Per il presidente di Confartigianato importanti sono anche la formazione, soprattutto per i nuovi artigiani digitali, la semplificazione burocratica, che permetterebbe di spendere al meglio le risorse e il credito con la proposta di una banca pubblica che aiuti le piccole e piccolissime imprese nell’accesso al credito.
Il mondo artigianale italiano è molto composito e con Granelli abbiamo effettuato una panoramica della situazione settore per settore, anche rispetto alle aspettative sul 2021. «Nel comparto dei semilavorati – osserva il presidente – hanno sofferto soprattutto moda e arredamento, mentre hanno tenuto alimentare, edilizia e costruzioni, grazie anche all’effetto Superbonus che auspichiamo venga prorogato anche nel 2023 e che diventi una misura strutturale.
Per quanto riguarda il settore del legno, che occupa 102 mila addetti, il calo del fatturato è stato consistente, pari al 17,4%, penalizzato anche dal calo dell’export pari al 16,8%; l’aspettativa per il 2021 è che vegano previsti incentivi per il rilancio del settore».
In prospettiva 2021, grande vitalità sta dimostrando il comparto dell’artigianato digitale che già nel 2020 ha visto un aumento dei servizi pari allo 0,5%. «In questo campo c’è bisogno di molta formazione – rileva Granelli – per questo stiamo investendo sui Dih, i Digital Innovation Hub, proprio per affiancare le imprese nelle competenze digitali».
C’è poi tutto il mondo artigiano costituito dai “piccoli”, parrucchieri, centri estetici, baristi, ristoratori e altre piccolissime attività. «Non abbiamo ancora capito ad oggi perché i parrucchieri possano restare aperti e i centri estetici no – conclude il presidente di Confartigianato – siamo riusciti almeno in parte a superare il sistema dei codici Ateco a favore della filiera, ma al Governo chiediamo chiarezza e provvedimenti strutturali perché mettere toppe qua e là non può bastare. Le piccole imprese hanno bisogno di certezze e tranquillità».
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