Il comunicato diffuso oggi dal Partito Democratico riporta sotto i riflettori uno degli episodi più tesi del Consiglio comunale di Gallarate del 19 dicembre (vedi QUI), quando il confronto sul bilancio e sul Documento unico di programmazione ha lasciato spazio a uno scontro diretto tra il consigliere Luigi Galluppi e il consigliere dem Giovanni Pignataro. Al centro della contesa, il capitolo 412 del bilancio comunale, dedicato al sostegno alle famiglie, e una cifra che per il PD è politicamente pesante: circa 50 mila euro non spesi nel 2025.
Secondo i democratici, il dato certifica una contraddizione evidente tra il racconto di un Comune che «non ha soldi» e la realtà di fondi disponibili ma rimasti inutilizzati, mentre sul territorio sono soprattutto enti privati e parrocchie a farsi carico delle situazioni di difficoltà. È questo, per il PD, il nodo politico che avrebbe dovuto essere affrontato in aula.
Un’impostazione che si è scontrata frontalmente con l’intervento di Galluppi, il quale ha rivendicato la correttezza della scelta di recuperare 30 mila euro dal capitolo 412 per coprire parte dei 100 mila euro destinati alla Fondazione Scuole Materne, sostenendo che non si tratti di un taglio al sociale ma di una decisione basata sui dati reali di spesa.
Davanti alle critiche di Pignataro, che aveva definito «clamorosa» la scelta di attingere a un fondo già «massacrato negli anni precedenti», Galluppi ha ribattuto portando i numeri del consuntivo: a fronte di uno stanziamento stabile attorno ai 300 mila euro, la spesa effettiva sarebbe progressivamente diminuita, passando dai circa 241 mila euro del 2023 ai 240 mila del 2024, fino a una previsione di circa 200 mila euro per il 2025. Un trend che, secondo il consigliere di maggioranza, giustifica ampiamente l’operazione contestata.
È in questo passaggio che il confronto politico ha perso definitivamente il piano della discussione amministrativa. Come denuncia il PD nel comunicato, alla critica sul merito sarebbe seguita un’accusa personale, con Galluppi che avrebbe bollato Pignataro come “fascista”, trasformando una contestazione sui numeri in uno scontro ideologico e personale. Un episodio che i democratici definiscono «grottesco» e del tutto fuori luogo in un’aula consiliare.
Nel comunicato, il Partito Democratico insiste sul punto: non gli insulti, ma la mancata spesa di risorse destinate alle famiglie doveva essere il centro del dibattito. «I fondi c’erano – scrivono – ma non sono stati utilizzati», mentre il disagio sociale cresce e l’intervento pubblico lascia spazio quasi esclusivamente al volontariato.
L’affondo finale riprende le parole usate dallo stesso Galluppi in aula, che si era descritto come «un tonno tornato in un barattolo di marmellata». Una metafora che il PD ribalta con sarcasmo amaro: forse, suggeriscono, in quella marmellata il dibattito è scivolato davvero, perdendo di vista la sostanza per finire sul terreno degli attacchi personali.
Di seguito, il comunicato integrale.
*50.000 euro non spesi per le famiglie: quando il dibattito scivola dalla sostanza agli insulti*
Durante il consiglio comunale di ieri sera si è verificato un episodio che, se non fosse avvenuto in una sede istituzionale, potrebbe apparire quasi grottesco. Nel corso di una discussione su un tema tutt’altro che marginale, il consigliere Galluppi, visibilmente indispettito e autoproclamatosi paladino dell’assessora di riferimento, ha bollato come “fascista” chi ha sollevato una questione concreta e documentata.
Il tema in discussione riguarda il capitolo 412, dedicato al sostegno alle famiglie: un capitolo che registra un avanzo di circa il 20%, pari a quasi 50.000 euro non spesi (sui 300.000 stanziati e finanziati per il 2025). Una cifra significativa, soprattutto se confrontata con quanto ascoltiamo da mesi sul territorio, dove numerose famiglie ci raccontano di un Comune che “non ha soldi” per sostenerle.
La realtà, purtroppo, è un’altra: i fondi c’erano, ma non sono stati utilizzati. Nel frattempo, a cercare di tamponare situazioni di difficoltà sempre più diffuse sono stati quasi esclusivamente enti privati e realtà parrocchiali, che con mezzi limitati stanno svolgendo un lavoro che dovrebbe essere anche responsabilità dell’amministrazione pubblica.
È questo il nodo politico e amministrativo che andava affrontato. Non gli insulti, non le accuse fuori luogo. Chi ha provato a denunciare la gravità di una mancata spesa su un capitolo destinato alle famiglie si è invece trovato accusato di fascismo, in un cortocircuito che nulla ha a che vedere con il merito della questione.
Il consigliere Galluppi si è definito un tornato in un barattolo di marmellata, ma forse in quella stessa marmellata ieri ci è scivolato!














