Una “pennellata” sulle minacce. Ha le ore contate la scritta contro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, apparsa nei giorni scorsi sul muro della sede della Lega di Busto Arsizio.
Il segretario cittadino del partito, Alessandro Albani, fa infatti sapere che la scritta «Spara a Giorgia», con la stella a cinque punte delle Br, verrà rimossa entro il fine settimana. Prima di procedere alla cancellazione, si attendeva l’autorizzazione della Polizia, che sta indagando sull’accaduto.
L’episodio ha avuto una risonanza che ha travalicato i confini cittadini. Il governatore lombardo, il leghista Attilio Fontana, ha parlato di «azione scellerata da condannare con forza». Per il deputato Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo di Fratelli d’Italia, «non è una bravata, è una minaccia gravissima. È il segno di un clima d’odio che non può più essere tollerato».
Entro questa settimana, dunque, la scritta sparirà dal muro della sede di via Culin. E, quantomeno nelle intenzioni, sarà una “pennellata” di vernice condivisa, visto che anche i ragazzi e le ragazze del gruppo provinciale di Varese di Gioventù Nazionale si sono detti pronti a ripulire il muro imbrattato.
Di seguito la nota del segretario bustocco della Lega Albani, per il quale «la violenza non può trovare spazio né fisico né simbolico nel nostro contesto civile».
L’episodio avvenuto a Busto Arsizio, con la comparsa di una scritta che inneggia esplicitamente alla violenza contro la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, rappresenta un fatto grave e inaccettabile, che va condannato con assoluta chiarezza e senza alcuna ambiguità.
La scritta, apparsa sul muro della sede della Lega con la frase “Spara a Giorgia”, è un messaggio esplicitamente violento, che non può essere in alcun modo assimilato a una provocazione o a una forma di dissenso politico.
A Giorgia Meloni va espressa vicinanza e solidarietà, in quanto persona e in quanto rappresentante delle istituzioni. Una vicinanza che non nasce dall’appartenenza politica, ma da un principio più ampio e fondamentale: chiunque, in una democrazia, deve essere tutelato da minacce e intimidazioni, indipendentemente dalle idee che rappresenta.
Chi ricopre ruoli istituzionali non deve essere esposto all’odio, ma protetto, perché difendere le istituzioni significa difendere la libertà e la sicurezza di tutti i cittadini. Questo principio vale sempre, per chi governa oggi e per chi governerà domani.
È altrettanto importante sottolineare che la scritta verrà rimossa entro il fine settimana, e che sono già state predisposte le azioni necessarie affinché questo messaggio di odio venga cancellato dai muri della città. Un gesto doveroso, perché la violenza non può trovare spazio né fisico né simbolico nel nostro contesto civile.
Il dissenso è legittimo, anche quando è duro e radicale; la violenza, anche solo evocata, non lo è mai. La democrazia vive del confronto, non dell’intimidazione. Vive della capacità di discutere, criticare e opporsi senza mai negare all’altro il diritto di esistere e di rappresentare una parte del Paese.
Chi rifiuta il confronto democratico e ricorre alla minaccia dimostra solo la propria debolezza, e finisce per perdere sul piano civile, morale e politico.
Condannare episodi come questo non significa difendere una parte, ma difendere le regole comuni su cui si fonda la convivenza democratica. È un dovere che riguarda tutti, perché oggi il bersaglio è una figura istituzionale, domani potrebbe essere chiunque.
Politica | 17 dicembre 2025, 10:07
Scritta contro Meloni a Busto, una “pennellata” di vernice sulle minacce
Il segretario cittadino della Lega Alessandro Albani fa sapere che la scritta «Spara a Giorgia», con la stella a cinque punte delle Br, verrà rimossa entro il fine settimana dalla sede di via Culin: «La violenza non può trovare spazio né fisico né simbolico»
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