Dopo la segnalazione di nuovi contemporanei e ripetuti attacchi alle greggi a Dumenza alla Fattoria Roccolo a Ferragosto, in Canton Ticino sull’alpe del monte Tamaro e in Val Vigezzo Confragicoltura Varese, per bocca ddel presidente Giacomo Brusa, chiede massima attenzione sulla presenza del lupo sui nostri territori. Ecco l'intervento diffuso in una note dall'associazione di categoria.
«Il presidente di Confagricoltura Varese Giacomo Brusa, dopo la segnalazione di nuovi contemporanei e ripetuti attacchi alle greggi a Dumenza alla Fattoria Roccolo a Ferragosto , in Canton Ticino sull’alpe del monte Tamaro e in Val Vigezzo in questo mese, oltre ad altri attacchi in questi ultimi anni e mesi in tutta l’alta Italia, lancia un grido d’allarme a Stato e Regione affinché intervengano prima che sia troppo tardi.
Le continue incursioni di uno o più lupi nei pascoli creano situazioni insostenibili per gli allevatori che registrano perdite importanti sia di reddito che di capitale e che sono sempre più sfiduciati a continuare la propria attività.
Il danno non si limita alla perdita del capo e della produzione , c’è l’impoverimento della linea genealogica dell’allevamento per ottenere la quale occorrono molti anni di selezione e la diminuzione di produzione di latte perché le capre sentono la presenza del lupo e mal volentieri si recano ai pascoli. Nel luinese il latte è utilizzato per produrre un prodotto tipico la formaggella del Luinese, unica in Italia ad essere certificata DOP ottenuta dal latte di capra crudo con l’obbligo, previsto dal disciplinare di produzione, che l’alimentazione delle capre avvenga in modo naturale e cioè nei pascoli a disposizione.
Alcuni allevatori hanno già cessato l’attività, altri ci stanno pensando. Proprio per la presenza del lupo alcuni alpeggi non vengono caricati e questo oltre ad essere un danno economico per l’allevatore rappresenta un grave danno all’ambiente ed al paesaggio . La situazione sta diventando purtroppo insostenibile e tutti i rimedi suggeriti si sono dimostrati inutili. L’inserimento dei cani guardiani solo in parte è una soluzione anche perché i cani da pastore possono diventare pericolosi per i turisti. Le recinzioni tanto raccomandate, spesso non sono attuabili per motivi orografici ed ambientali oltre che per gli alti costi e tutti gli altri interventi non sono risultati sufficienti. I fatti citati, estremamente gravi, richiedono un urgente intervento dello Stato e della Regione perché adottino il più presto possibile i necessari provvedimenti seguendo le decisioni del Parlamento europeo dopo l’approvazione nel maggio 2025 della modifica dello status di protezione del lupo da “strettamente protetto” a “protetto”. Sono necessari interventi di selezione controllata che difendano coloro che svolgono attività di allevamento nei pascoli anche e soprattutto a tutela del territorio per il bene di tutti. Occorre per loro maggiore sicurezza nello svolgimento delle proprie attività.
È sempre più urgente un intervento politico per evitare che succeda con il lupo quello che è successo per i cinghiali».
Il presidente Giacomo Brusa