Fa discutere la possibilità di dare vita a una società provinciale unica per la gestione del servizio rifiuti. Un’ipotesi che circola da qualche tempo e di cui si è parlato nei giorni scorsi in una riunione a Villa Recalcati con esponenti dell’amministrazione provinciale, di Ato e Alfa.
Non appena la notizia è filtrata, si è acceso il dibattito e sono emerse alcune perplessità, come quelle sollevate pubblicamente da Coinger, la società che gestisce il servizio in 22 Comuni del Varesotto.
Per questo, il presidente della Provincia Marco Magrini ha voluto convocare la stampa per chiarire la situazione. Ribadendo più volte che «prima di prendere qualsiasi decisione voglio sentire tutti. Io ascolto, poi faremo le valutazioni tecniche e, insieme, decideremo se questa soluzione è vantaggiosa per i cittadini».
L’idea
«Da un po’ parliamo con i vertici di Alfa e con alcuni sindaci del Cda – ha esordito Magrini –. Visto quello che sta realizzando Alfa, mi sono detto perché non fare degli studi per capire se una forma meno frammentata del servizio possa essere un’idea».
Tenendo conto che «l’idrico aveva legge nazionale che prevedeva l’Ato, mentre per i rifiuti non esiste questa normativa, quindi sarebbe qualcosa di volontario».
L'ente ha chiesto ad Alfa di affidare a un esperto l’incarico di fare una fotografia della situazione provinciale dei rifiuti. E di questo si è parlato nella riunione di lunedì scorso, «alla quale abbiamo invitato tutti i capigruppo, anche quelli di minoranza. Con Magrini segrete stanze non ci sono», ha detto il presidente, citando un’espressione contenuta nel comunicato di Coinger.
«La Provincia è la casa dei Comuni, se non ragioniamo per metterli insieme, allora cambiamo mestiere», ha affermato Magrini, evidenziando che «quello dei rifiuti è un servizio a rete e già oggi sappiamo che Arera pretenderà sempre di più il tema di regolazione». Detto altrimenti, forse prima o poi verrà richiesto di uniformare servizi e costi. E Magrini vuole giocare d’anticipo.
La situazione
Nella conferenza stampa, il presidente ha fatto il punto della situazione sul tema rifiuti, riproponendo in sintesi quanto evidenziato nella riunione di lunedì. Ossia che «Regione Lombardia è l’unica senza Ambiti e frammentazione gestionale». E questo porta con sé una serie di conseguenze, come «il grande impatto di Arera sui Comuni, un aumento continuo delle competenze che non si possono trovare nei Comuni più piccoli e dei costi», e così via.
Sul fronte della raccolta differenziata, «siamo già una provincia virtuosa» (il dato del 2023 è del 78,2 per cento). «Ma vogliamo ambire a migliorare ulteriormente».
L’aspetto sottolineato da Magrini è che «chi ha gestito il servizio in forma aggregata ha delle percentuali maggiori. Viene quindi spontaneo chiederci cosa accadrebbe se la gestione aggregata riguardasse tutti i Comuni. Milano e Monza Brianza si stanno muovendo in questo senso».
Dai dati analizzati durante la riunione, «emerge come il passaggio a un modello di gestione unificata dei rifiuti potrebbe rappresentare una grandissima opportunità per la Provincia».
Dialogo aperto
E per chi ha già sottoscritto un contratto con altre società? «Una cazzata», la sintesi di Magrini, pensare che ci saranno imposizioni dall’alto per risolvere accordi in essere. «Parliamo di una strategia a lungo termine e i Comuni deciderebbero volontariamente. Se si è già sottoscritto un contratto, quel contratto va fino alla fine».
Ancora: «Io ho una visione strategica, forse altri no. Dobbiamo prevedere e anticipare le criticità. Con chi fare le valutazioni? Con i sindaci. E chiaramente con la politica, che io ascolto sempre pur essendo un civico».
È possibile che il percorso, qualora venga intrapreso, richieda degli anni. «Ma nel frattempo faremo una serie di incontri con Comuni e Comunità montante, associazioni dei consumatori e ambientaliste e con gli operatori privati e pubblici presenti sul territorio, così da raccogliere suggerimenti, contributi e preoccupazioni».
In altre parole, «nessuna decisione verrà presa senza i Comuni. Stiano tranquilli i sindaci del territorio, anche quelli di Coinger. Perché la decisione finale non la prende Magrini né la Provincia, bensì i sindaci in assemblea».