Cronaca | 30 luglio 2025, 19:46

Fatti di Lainate, l'avvocato dei presunti aggressori: «Sono stati offesi perché palestinesi e per primi picchiati. Abbiamo presentato querela»

Arriva la ricostruzione dei fatti del 27 luglio da parte del legale di alcune delle persone coinvolte: «Le loro condotte non hanno avuto nulla di antisemita. Il signore francese li ha chiamati "terroristi", loro si sono limitati a rispondere. Ed è sempre l'uomo che lamenta di essere vittima della aggressione a essere stato il primo a tirare una testata a uno dei miei assistiti»

Fatti di Lainate, l'avvocato dei presunti aggressori: «Sono stati offesi perché palestinesi e per primi picchiati. Abbiamo presentato querela»

Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviataci dell'avvocato Federico Battistini, il quale rappresenta alcune delle persone coinvolte nei fatti accaduti presso l'autogrill di Lainate lo scorso 27 luglio (leggi QUI, QUI e QUI). Quella che segue è la sua ricostruzione della vicenda.

Egregio Direttore, formulo la presente in nome e per conto dei miei assistiti in merito ai fatti verificatisi presso l’autogrill di Lainate il 27 luglio scorso per respingere le infamanti accuse di antisemitismo loro rivolte e chiedere una rettifica di quanto da voi rappresentato sulla base di una ricostruzione assolutamente parziale e tendenziosa della vicenda. 

Il noto video raffigura una minima parte di quanto accaduto ed è stato strumentalizzato per lamentare presunte condotte antisemite che in realtà di antisemita non hanno proprio nulla e per fomentare un clima di odio che costituisce un serio pericolo per la incolumità degli individui da me patrocinati. Il 27 luglio, attorno alle 20, i miei assistiti si sono fermati all’autogrill di ritorno da una vacanza sul Lago Maggiore. Sono entrati, hanno pagato la consumazione alla cassa e sono andati al bancone per prendere un caffè. È sopraggiunto un uomo che ha iniziato a fissarli con insistenza, forse perché parlavano arabo. 

Questo individuo ha rivolto le sue attenzioni in particolare alle donne del gruppo, le quali indossavano dei ciondoli raffiguranti la cartina geografica palestinese. Passando loro accanto, il signore francese si è rivolto all’indirizzo dei miei assistiti dicendo loro: “Figli di puttana palestinesi” e “Terroristi”. Questa grave offesa è stata percepita molto chiaramente, perché uno dei ragazzi appartenenti al gruppo conosce bene il francese. A fronte di queste gravi affermazioni, il ragazzo si è limitato a rispondere, sorridendo, “Free Palestine”. A quel punto, sempre prima di girare il video che è poi stato oggetto di strumentalizzazione, l’uomo che oggi accusa falsamente i miei patrocinati di essere stato aggredito per motivi di odio etnico, nazionale, razziale o religioso ha rivolto alla compagnia di origine palestinese gesti offensivi, insulti razzisti e sessisti e minacce. 

Da qui la reazione dei miei assistiti e dei loro familiari, ripresa con il cellulare, scevra da qualsivoglia finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso. Nel video, peraltro, si percepisce chiaramente l’uomo sfidare i presenti a uscire dall’autogrill e rivolgere loro insulti (“Stai zitto stronzo”, “Figlio di puttana”, “Vai a crepare”), oltre a inneggiare provocatoriamente a Israele (“Am Yisrael Chai”, “Viva Israele”). Successivamente, sempre l’uomo che lamenta di essere stato vittima della aggressione, è in realtà stato il primo a tirare una testata a uno dei miei assistiti, “colpevole” di avergli 4 chiesto di cancellare il video di cui sopra in quanto lesivo della propria privacy, e a scagliare un pugno al volto del di lui fratello. I ragazzi si sono poi recati al Pronto Soccorso, ove sono state diagnosticate lesioni, nello specifico trauma cranico e contusioni da percosse. In relazione a tali fatti è stata presentata una querela all’attenzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano. 

Comprendete bene, a questo punto, come qualificare quanto accaduto come espressione di razzismo e antisemitismo risulti completamente fuorviante, oltre che gravemente lesivo della reputazione dei miei assistiti. La versione dei fatti esposta dal signore francese e da voi recepita e diffusa è parziale e tendenziosa e ha finito con il fomentare un clima di odio che costituisce un serio pericolo per la incolumità dei miei assistiti. È sufficiente leggere i commenti alla notizia sui social network per rendersene conto. Le persone da me patrocinate sono ben consapevoli di cosa significhi essere discriminati per motivi religiosi, etnici e razziali, e non intendono certo macchiarsi degli stessi crimini. Per inciso, ove mai vi fosse bisogno di precisarlo, i miei assistiti sono cittadini italiani dalla nascita inseriti in un contesto sociale senza alcuna simpatia per gruppi che incitano comportamenti di odio di qualunque natura. Al contrario, essi sono impegnati insieme a persone di varie nazionalità e religioni (tra cui anche ebrei) per combattere ogni forma di discriminazione e violenza: la ferma condanna delle atrocità che si stanno consumando nella striscia di Gaza mi sembra perfettamente coerente con questo obiettivo. La volontà dei miei assistiti è che la comunità ebraica e quella palestinese collaborino in sinergia per porre fine al dramma cui stiamo assistendo.

Redazione

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