In meno di un’ora si è consumato uno dei passaggi più rilevanti della recente vita amministrativa di Gallarate. Il Consiglio comunale convocato per questa sera, 23 luglio, è stato rinviato a domani per mancanza del numero legale.
Il cuore della discussione, ovvero la variazione al bilancio, non è nemmeno arrivato al voto. Il banco è saltato prima, quando uno dopo l’altro i consiglieri di minoranza hanno abbandonato l’aula, facendo così mancare i numeri alla maggioranza per proseguire i lavori.
L’uscita del gruppo del Partito Democratico è stata immediata, a seduta appena aperta. Poi è toccato a Cesare Coppe di Città è Vita lasciare il proprio posto. Massimo Gnocchi (Obiettivo Comune) ha invece deciso di restare per i punti 3 e 4 dell’ordine del giorno, ma ha abbandonato l’aula proprio prima della discussione sulla variazione di bilancio.
A quel punto, a rompere il silenzio è stata Sonia Serati di +Gallarate, rimasta da sola tra le fila dell’opposizione. Il suo intervento è stato lungo, accorato e politico. «Le minoranze sono uscite dall’aula, la mia presenza è l’unica che assicura i lavori. Si tratta solo di una scelta politica: io, per senso del dovere, da quest’aula voglio uscire solo se cacciata, perché per me è un dovere essere qui. Non è né un gioco né un piacere. Il tema è questo, in tutta franchezza: se io rimango, da questo momento in poi, per tutti, io sono in maggioranza. Io sono la vostra stampella».
Poi l'annuncio, sofferto, della sua decisione di andarsene: «I miei colleghi della lista civica +Gallarate vogliono che io esca dall’aula, di conseguenza lascerò l’aula, riconoscendo che trovo questo comportamento assolutamente non serio, compreso il mio, perché penso che sia un dovere rimanere non solo per garantire il numero alla maggioranza, ma per garantire che siamo persone serie e consapevoli di quello che stiamo facendo per la comunità. Arrivederci».
Una dichiarazione che ha lasciato il segno in aula e fuori. Il suo è stato un gesto di dissociazione sia dalla tattica delle minoranze - compatte nel boicottare il numero legale - sia da una maggioranza che, per ora, appare fragile nei numeri e nell’assetto.
A fine serata è arrivato anche il commento del sindaco Andrea Cassani, che ha scelto un tono misurato ma non privo di significato politico: «Il rinvio della seduta non cambia la sostanza. Domani approveremo quanto oggi non è stato possibile votare. Resta il fatto che il momento di massima opposizione, in questi tre anni, si è concretizzato con l’assenza fisica dei suoi rappresentanti: un fatto più che indicativo».
La partita dunque è solo rimandata. Ma la serata di oggi segna, comunque vada domani, un punto di svolta nella dialettica tra maggioranza e opposizioni. E fa emergere in modo netto le tensioni e le strategie che si stanno giocando a Palazzo Borghi.