Busto Arsizio | 12 luglio 2025, 12:57

«Mamma, zia, nonna, bisnonna Ida e maestra Vignati: sei stata una leonessa, ora sei una stella»

Tanta gente a Sacconago per l’ultimo abbraccio a Ida Toia, storica maestra e colonna delle scuole Ada Negri. «Insegnante di vita, volto del dovere, delicata ma tenace come poche», ha ricordato il figlio Eugenio Vignati, con le sorelle Maria Alberta, Paola e Laura. A concelebrare il funerale, come avrebbe voluto, un suo ex alunno, il nipote don Maurizio: «Non era severa, ma molto saggia»

«Mamma, zia, nonna, bisnonna Ida e maestra Vignati: sei stata una leonessa, ora sei una stella»

Tanta gente, questa mattina, nella chiesa nuova di Sacconago per l’ultimo abbraccio a Ida Toia Vignati. Aveva 97 anni e per più di quaranta aveva insegnato alle scuole Ada Negri, di cui è stata un’istituzione.
Si era impegnata nel volontariato, in particolare nel doposcuola rivolto ai bambini con qualche difficoltà, dedicandosi anche alla parrocchia e alla Cantoria di Sacconago.

«Come sarei orgogliosa se il mio funerale venisse celebrato da un mio alunno», aveva rivelato. Una provocazione ma anche la testimonianza della grande fede che la animava. A dirlo oggi durante l’omelia è stato don Maurizio Toia, nipote di Ida e suo ex alunno. La provvidenza ha voluto che il suo desiderio venisse esaudito. A concelebrare la funzione anche il parroco sinaghino don Claudio Caregnato, quello di Sant’Edoardo don Antonio Corvi e don Benjamin Masumu, cappellano dell’ospedale di Cuggiono.

Ida Toia ha trasmesso i propri valori, il proprio rigore, la passione per lo studio ai quattro figli, tutti affermati professionisti: nell’ambito dell’architettura Paola, in quello della scuola Maria Alberta e Laura, quest’ultima nostra carissima collaboratrice al Bustese. In quello della sanità Eugenio, medico e manager. È stato lui a ricordare la mamma al termine della funzione: «Sei stata una leonessa, ora sei una stella», ha detto.

Quelle orecchie tirate da zia e maestra

È riuscito anche a strappare un sorriso, don Maurizio Toia, ricordando la schiettezza della zia, sua insegnante. «Una volta mi fece cantare. Appena terminato, con molta calma mi ha detto che ero stonato come una campana. Forse per colpa sua il mondo non ha un altro Pavarotti, ma anche per merito suo la Chiesa ha guadagnato un prete in più e di questo sono felice e la ringrazio».

Come considerarla, come chiamarla nel contesto scolastico, zia o maestra? «Era un dubbio solo mio – ha spiegato il sacerdote. Lei si poneva senza esitazioni né incertezza: se c’era da tirarmi le orecchie, una me la tirava come nipote, l’altra da alunno».
Era severa, dunque? «No, molto saggia – ha precisato don Maurizio –.  Animata da due principi fondamentali: il dislivello dell’autorevolezza. Gli alunni hanno tanti amici ma pochi maestri e questi ultimi non devono essere loro amici. L’altro principio riguarda il fatto che per educare a distinguere il bene dal male bisogna assaggiare il bene, sentire che è buono, così da volerlo ripetere. E, allo stesso modo, anche soffrire una sanzione per il male, altrimenti non ci sarebbero motivi per non ricadervi».

Un esempio che, ha chiosato il parroco di Sacconago don Caregnato, deve fare riflettere «sul modo con cui la società educa oggi. Non è corretto, dobbiamo dare un’impronta diversa».

«Sempre a testa alta e senza invidie»

«Le mamme non dovrebbero mai morire, ma mi sa che lo fanno davvero di non morire», ha detto commosso il figlio Eugenio Vignati. «Dopo quasi un secolo di vita terrena, hai raggiunto in cielo papà Gino, ma mai potrai abbandonare il nostro cuore».

Ida è stata «insegnante di vita, volto del dovere, dell’operosità, della diligenza»: «Hai camminato sempre a testa alta, senza paura di dire sempre e solo la verità, senza mai provare invidia. Sapevi quanto valevi senza bisogno di screditare nessuno. Sensibile. Delicata ma tenace come poche. Non conquistabile coi fronzoli, ma con fatti, rispetto e sincerità. Hai sempre sostenuto che non conta chi è buona davanti a te, ma chi ti è leale alle spalle. Hai fatto crescere la tua famiglia mettendo a tacere le tue paure per dare sicurezza a chi hai amato. Sei un libro di storia: nei tuoi autunni vissuti c'è la storia di Sacconago». Il figlio ha ricordato il «dolce sorriso capace di accarezzare i cuori» di nipoti e pronipoti.

E poi il lavoro nella scuola. Ha cresciuto generazioni di alunni, ricordando a distanza di decenni quale posto occupassero in classe. Alcuni hanno avuto carriere brillantissime, ma «tutti possono dire che hai insegnato loro a legger e a reggere la matita, a valutare cosa è giusto e cosa sbagliato, a credere nei loro sogni. Maestra è chi ispira a dare il meglio di sé per scoprire la conoscenza già presente nell’anima».
E dunque un ultimo saluto alla «mamma, zia, nonna, bisnonna Ida e maestra Vignati: sei stata una leonessa, ora sei una stella».

Riccardo Canetta

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