Una moschea a Busto Arsizio? Dopo le voci critiche della maggioranza, dall’opposizione si alza quella «titubante» di Emanuele Fiore, esponente del gruppo misto che chiede: «Si coinvolgano il Consiglio comunale e i cittadini».
Nei giorni scorsi, alcuni esponenti della comunità islamica hanno rivolto all’amministrazione la richiesta di indicare un’area destinata ai luoghi di culto nel Pgt (Piano di governo del territorio) attualmente in fase di elaborazione.
Fratelli d’Italia e Lega hanno già manifestato le proprie perplessità. Ora a intervenire pubblicamente è il consigliere Fiore: «Per noi si tratta di temi importanti su cui occorre dire qualcosa – afferma, affiancato da Giovanna Moschitta e dal suo predecessore in assise Giuseppe Ferrario –. Da parte nostra c’è un po’ di titubanza, innanzitutto perché se cerchiamo su Google moschea a Busto Arsizio un risultato si trova già. Non so quindi che tipo di richiesta sia stata fatta ora, e questa è la prima cosa da chiarire».
Fiore si dice anche perplesso sull’approccio: «Se si va a rappresentare un’esigenza, non c’è bisogno di presentarsi con un avvocato. Sappiamo tutti che ci sono leggi che tutelano questi aspetti, meglio cercare di apre un dialogo fin dall’inizio, mentre così leggo il messaggio di “non mettersi di traverso”».
Sulla collocazione della moschea, «a casa nostra, decidiamo noi dove eventualmente collocarla. Non si decide “insieme”. Anche perché si apre un tema di sicurezza, diretta e indiretta, e di traffico. Bisogna considerare quanta gente la frequenterà. In centro a Busto, ad esempio, ci sono già pochi parcheggi».
Fiore invoca dunque «trasparenza» e auspica «il coinvolgimento del Consiglio comunale. Non è una questione tecnica e si deve aprire un dibattito». Di più: «È un passo delicatissimo da affrontare con la cittadinanza. Su questo sì che si potrebbe fare un referendum».
Quest’ultima è dichiaratamente «una provocazione», ma il gruppo che fa riferimento a Fiore è deciso: «L’Islam non è una confessione riconosciuta dallo stato italiano, perché non è stata stipulata l’intesa prevista dall’articolo 8 della Costituzione – afferma Giovanna Moschitta –. E la “sharia” è in contrasto con leggi del nostro Stato. Per questo occorre essere il più possibili trasparenti». Mentre Giuseppe Ferrario ricorda «le persecuzioni dei cristiani nel mondo. Ci vuole reciprocità nei paesi a maggioranza islamica».
Se ne riparlerà. E Fiore precisa: «Sono stufo muovermi sempre io per discutere di questioni “scomode” ogni volta che emergono sulla stampa». Non sarà lui, dunque, a portare il tema in Consiglio comunale. Almeno per il momento.