C'è chi viaggia per evasione, chi per scoperta, e poi c'è chi lo fa nonostante le difficoltà. Paola Nuvolone, originaria di Arma di Taggia in Liguria, ha fatto della sua passione per l'avventura anche uno strumento di divulgazione. Con il suo blog Fermo il tempo e viaggio, offre consigli al servizio di una comunità ancora troppo poco raccontata: quella dei viaggiatori celiaci. Tra sfide quotidiane e soluzioni concrete, dimostra che partire è fattibile – e può diventare un atto di libertà.
Come nasce il tuo progetto?Dopo il Covid ho sentito il bisogno di dare forma a ciò che amo: raccontare storie e viaggiare il più possibile. Ma, essendo celiaca da quando avevo dodici anni, ogni partenza è sempre stata anche un piccolo esercizio di logistica e prevenzione. Così ho pensato: perché non unire questi tre elementi – scrittura, viaggio e celiachia – in un unico spazio che possa essere d'aiuto a chi vive le mie stesse esigenze? Il mio blog è nato da una necessità personale, ma con l'intento di avere una valenza collettiva.
Chi non può “assumere glutine” sa quanto sia complesso viaggiare con leggerezza: l'imprevisto può nascondersi dietro una salsa non dichiarata o una disattenzione in cucina. A Istanbul, ad esempio, sono capitata in un elegante roof top. Avevo ordinato carne, specificando che fosse servita senza accompagnamenti; quando è arrivata, era adagiata su una “pita”. Ho fatto presente l'errore e hanno portato un nuovo piatto, ma il giorno dopo sono comunque stata male. Probabilmente si erano limitati a rimuovere il pane, ignorando il rischio di contaminazione. In quei momenti capisci che, per noi, l'attenzione ai dettagli non è un capriccio né un eccesso di scrupolo, ma una vera e propria necessità.
Ci sono destinazioni che, invece, ti hanno sorpreso positivamente?
La Spagna, senza dubbio. Lì mi sono sempre trovata benissimo: i ristoratori sono preparati, i menù riportano con chiarezza gli ingredienti e non mancano locali interamente dedicati all'alimentazione senza glutine. Si trovano facilmente anche prodotti per la prima colazione. Un Paese moderno, attento e in cui sentirsi al sicuro!
Che tipo di contenuti possono trovare i lettori nel tuo blog?
Oltre agli itinerari di viaggio principalmente in Europa, dedico molto spazio ai borghi liguri, alle curiosità locali e alle esperienze autentiche sul territorio. Ma la sezione distintiva è quella della celiachia in viaggio. Non mi limito a segnalazioni di ristoranti o panetterie: racconto esperienze vissute sul campo, sia positive che negative.
Cosa non manca mai nel tuo bagaglio? E cosa consigli prima di partire?
Un piccolo kit di sopravvivenza: biscotti, pasta, merenda. La colazione è il pasto più complicato da gestire fuori casa: quasi tutto ciò che viene offerto negli hotel – come croissant, pane e torte – è per noi off limits. Per questo motivo scelgo spesso appartamenti in cui poter cucinare. Viaggiare in autonomia riduce notevolmente il rischio di contaminazione. Il mio consiglio è di iniziare sempre con una ricerca online, preferibilmente in inglese o nella lingua del Paese di destinazione. È difficile, a volte, trovare risposte esaustive in italiano. Anche le app come Find Me Gluten Free sono molto utili per individuare opzioni affidabili. Credo che ci sia ancora molta strada da fare per rendere “il viaggio senza glutine” più agevole. Le compagnie low cost, ad esempio, impongono restrizioni sul bagaglio a mano che penalizzano soprattutto chi, come noi, ha bisogno di portare alimenti specifici. Sarebbe un gesto di civiltà riconoscere questa esigenza e consentire, senza supplementi, un piccolo zaino aggiuntivo per i nostri prodotti. Non parliamo di comodità, ma di salute.
Un viaggio che ti è rimasto nel cuore?
Bordeaux. Una città che, con la sua eleganza, rapisce e incanta il visitatore. Ho trascorso una settimana tra passeggiate lungo la Garonna, panorami che si aprono sull'oceano e distese di vigneti che si perdono a vista d'occhio. Il mio itinerario è partito dalla Cité du Vin, museo interattivo che celebra il vino come patrimonio culturale, e si è snodato su tram all'avanguardia, tra edifici neoclassici e scorci suggestivi: Place de la Bourse, Rue Sainte-Catherine, il Grand Théâtre. Con il City Pass – che consiglio di acquistare – ho esplorato anche il Médoc, una terra che profuma di legno e di uva, dagli splendidi chateaux e le campagne disegnate dal lavoro dell'uomo. Ho partecipato a una degustazione e camminato tra le vigne, lasciandomi conquistare dalla pace del luogo. Poi ho visitato Les Bassins de Lumières, ex base militare trasformata in spazio d'arte digitale, un'esperienza immersiva tra passato e futuro. Grandi vasche riflettevano giochi di luce e immagini che raccontavano storie. Un luogo sorprendente, dove tecnologia e memoria si incontrano.
Dove continua il tour?
A Saint-Émilion, che si trova a meno di un'ora da Bordeaux ed è facilmente raggiungibile anche con i mezzi pubblici, grazie a una stazione ferroviaria poco distante. È un borgo incantevole medievale, arroccato su una collina, con un centro storico raccolto e curato, fatto di stradine in salita, chiese antiche e scorci suggestivi. Dalla parte alta, vicino alla chiesa, si apre la vista sui vigneti che circondano il paese. Ci sono stata a marzo, quando le viti erano state appena potate: il paesaggio aveva un'eleganza sobria, disegnato da linee ordinate che seguivano dolcemente il profilo delle colline. Immagino però che a fine estate, con i filari maturi e i colori caldi della stagione, sia decisamente più spettacolare.
Bordeaux è gluten-free?
In generale, la Francia non è tra i Paesi più semplici da visitare per chi è celiaco. Però a Bordeaux ho trovato una piccola perla: BAG, una panetteria 100% senza glutine. Ho potuto assaggiare il cannelé, dolce tipico della città, in una versione adatta a me. Fanno anche panini, perfetti per le gite fuori porta. Invece, nei ristoranti ho trovato difficoltà: poca conoscenza, molta incertezza. Sapendo della situazione, ho scelto di alloggiare in un appartamento vicino al Marché des Capucins, per essere libera di cucinare in autonomia all'occorrenza.
Il momento più emozionante?
Ad Arcachon, affacciata sull'Atlantico, dove ci siamo fermati per gustare ostriche freschissime direttamente dai produttori locali. Da lì abbiamo raggiunto la Dune du Pilat, la collina sabbiosa più alta d'Europa. Salirla a piedi nudi è stato impegnativo ma appagante: sabbia fine sotto i piedi, il vento tra i capelli e un panorama che toglieva il fiato. Dall'alto si apre un paesaggio sorprendente, fatto di contrasti: alle spalle, il bosco di pini marittimi; di fronte, l'oceano dai colori quasi tropicali. Una meraviglia inattesa, che da sola vale il viaggio.
Tra vigneti, basi sottomarine e dune sabbiose, Paola ci mostra che viaggiare senza glutine non solo è possibile, ma può diventare un'occasione da non perdere. Perché la vera rinuncia non sta nel piatto da evitare, ma nei confini che scegliamo di non attraversare.