Valle Olona | 29 maggio 2025, 16:36

«Battete le mani per Teo, se lo merita»: Marnate saluta Matteo Scarabelli con un lungo applauso e un abbraccio collettivo

Un intero paese si è fermato per salutare Matteo Scarabelli, «punto di riferimento e porto sicuro» per chi lo amava. «Hai saputo esserci per tutti, anche nell’ultimo gesto», hanno detto i colleghi di lavoro. E gli amici del calcio: «Eri il più speciale. Infinito come il bene che ti vogliamo»

Un silenzio carico d’amore ha avvolto Marnate, dove una folla commossa si è stretta attorno alla famiglia di Matteo Scarabelli: il papà, il marito, l’amico, l’uomo dal cuore infinito. Questo pomeriggio, la Chiesa di Sant’Ilario si è riempita oltre ogni limite, incapace di contenere le tante persone accorse per rendergli l’ultimo saluto. Matteo, cinquantenne tragicamente scomparso durante un’escursione agli Orridi di Uriezzo, ha lasciato un’impronta profonda e luminosa nella vita di chiunque lo abbia conosciuto.

La sua morte ha lasciato sgomenti. Domenica scorsa era scivolato nel tentativo di salvare un amico ed è stato travolto dalla corrente. Un gesto eroico, che ha permesso a chi era con lui di salvarsi. Quel gesto finale ha racchiuso tutto ciò che Matteo era: un uomo generoso, dal cuore grande, sempre pronto ad aiutare, in ogni circostanza.

A celebrare la funzione è stato Don Alberto Dell’Acqua, parroco di Marnate. È stato scelto il Vangelo di Giovanni: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici». E Don Alberto ha aggiunto: «Oggi abbiamo una parola su cui appoggiarci, ed è la parola di Gesù. Ci sono gesti istintivi che rivelano la presenza di Dio, come quello di non tirarsi indietro quando qualcuno è in difficoltà, anche a costo di mettere a rischio sé stessi. Gesti che ci avvicinano alla vita di Gesù. Come è stato quello di Matteo. Poi c’è una frase che racconta tutto anche di lui: “Amarsi come io ho amato voi”».

Il termine “amico” è risuonato più volte tra le navate, nell’omelia e nei ricordi, come filo conduttore della sua vita. Matteo era una persona buona, entusiasta, altruista, sorridente, sempre pronta a mettersi in gioco e a donare qualcosa agli altri, fosse anche solo una parola o un piccolo gesto.

A piangerlo, unite in un unico grande abbraccio, tre comunità: Rescaldina - sua città d'origine -, Marnate, dove viveva con la moglie Jessica e le figlie Arianna e Melissa, e Castellanza, dove aveva costruito amicizie profonde. Appassionato di montagna e sport, era calciatore e allenatore delle giovanili della Gerenzanese. Era noto per la sua energia, per il sorriso contagioso e per quella voglia instancabile di mettersi sempre in gioco.

Tra le tantissime corone di fiori, quelle dei coscritti di Rescaldina del 1974, della Gerenzanese Calcio, dell’A.C.C., con la scritta “Ti vogliamo bene Teo 8”, e dei colleghi di lavoro, segno tangibile dell’affetto che lo circondava.

Proprio i colleghi hanno voluto ricordarlo con parole di profonda riconoscenza: «Hai saputo esserci per tutti, sia nei gesti semplici che in quelli immensi, come l’ultimo. Avevi un entusiasmo contagioso e non mancavi mai di dire: “Se avete bisogno, chiamate”. Adesso siamo noi ad aver bisogno del tuo esempio».

La voce tremante della nipote ha rotto il silenzio in chiesa: «Zio, eri per me un punto di riferimento e porto sicuro. Ci raccontavamo le nostre giornate e amavo stare con te. Eri sempre così euforico e sorridente. Avrei voluto raccontarti tanto: del tatuaggio che avremmo fatto insieme, del mazzo di rose regalato dal mio ragazzo… Come avrei voluto sentire ancora le tue storie e le tue avventure. Ti prego, Angelo mio, vola più alto di tutti, con la forza e il coraggio che ti hanno contraddistinto fino all’ultimo. Ciao super zio».

Anche dal mondo dello sport sono arrivati omaggi sentiti. Un compagno della A.C.C. ha ricordato: «Eri un compagno speciale. Qualcosa che ti tiene insieme e ti fa sentire parte di qualcosa di unico. Avevi il dono di farci sentire migliori, anche se oggi, pur avendolo sempre saputo, comprendiamo che eri tu il più grande e il più speciale. Giocavi con l’8, che altro non è che il simbolo dell’infinito girato. Infinito come il bene che ti vogliamo. Ciao Teo».

Al termine della cerimonia, hanno preso la parola anche le compagne di danza di Melissa dell’Accademia “Take Your Time” di Castellanza. Accanto a loro, in un silenzio carico di emozione, c’erano le compagne di Arianna della Marnatese Volley e i giovani calciatori della Gerenzanese, che Matteo allenava con passione. A portare il feretro all’uscita dalla chiesa sono stati gli amici di Bicicassoeula e del calcio: un gesto di profonda fratellanza capace di unire ancora di più cuori e ricordi.

L’ultimo a parlare è stato un amico. Con la voce rotta, ha rivolto un invito a tutti i presenti:
«Battete le mani più forte che potete per Teo. Se lo merita». E così è stato. Un lungo applauso, carico d’amore e di dolore, ha squarciato il silenzio. Così Matteo è stato accompagnato nel suo ultimo viaggio, tra lacrime e ricordi, ma con la certezza che il suo esempio resterà vivo in chi lo ha amato.

Alessio Murace

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