Le istituzioni e le scuole, a partire dai bambini di quinta dell'Istituto comprensivo Manzoni, le associazioni e i semplici cittadini, le parole di papa Francesco e quelle del presidente della repubblica, Sergio Mattarella: è stato un 25 aprile intenso, quello celebrato a Castellanza, inevitabilmente segnato dal ricordo, fresco, del lutto che colpì la comunità subito dopo la celebrazione del 2024.
Ampio il passaggio dedicato a Mirella Cerini dalla vicesindaco reggente, Cristina Borroni, nel suo discorso (il testo integrale, con ulteriori foto, in fondo): «Mirella ha incarnato pienamente i principi della Resistenza nella sua azione quotidiana. Come Sindaco di Castellanza, ha trasformato i valori di libertà, giustizia, democrazia in pratica concreta di governo, dimostrando che la vera politica nasce dalla capacità di ascoltare e servire la propria comunità con trasparenza e integrità morale. La sua eredità è preziosa: ci ha lasciato il dovere di proseguire il suo impegno civile, trasformando il dolore della perdita in determinazione collettiva». Ancora: «Onorare la sua memoria significa raccogliere questo testimone e continuare a lavorare per la nostra città con la stessa passione e la stessa dedizione (…) È nelle piazze come questa, nelle scuole della nostra città, nelle associazioni del nostro territorio che si costruisce giorno dopo giorno il presente e il futuro della democrazia, basato su principi di fratellanza e condivisione. Solo così diventiamo credibili e capaci di trasmettere alle giovani generazioni le motivazioni e l’importanza dell’impegno civile».
Parole pronunciate davanti al monumento ai caduti di viale Rimembranze (dove è stata eseguita una versione de "Il disertore", di Boris Vian) al termine del corteo aperto dal Corpo Musicale Santa Cecilia, partito dalla Corte del Ciliegio. Con Anpi, le associazioni combattentistiche, le autorità civili e religiose, i bambini di quinta della Manzoni che, in apertura, hanno letto una poesia di Gianni Rodari, l’articolo 11 della Costituzione («L’Italia ripudia la guerra…»), testimonianze dagli ultimi anni di conflitto, un laboratorio con l’Associazione Nazionale Partigiani. La cui presidente, Ivana Sonna, ricordata a sua volta Mirella Cerini, ha parlato di una pace disattesa nel mondo, in Ucraina e a Gaza in primo luogo, citando don Milani (“I care”) e papa Francesco («Occorre disarmare le parole per disarmare le menti e disarmare la terra») prima di richiamare la necessità di consegnare alle nuove generazioni «…l’orizzonte di futuro del popolo della Resistenza».
Il riferimento al pontefice è tornato anche nel discorso di Cristina Borroni (testo integrale nel file in fondo, con foto aggiuntive) che ha anche citato il presidente Mattarella («…la Liberazione è fondamento della Repubblica e presupposto della Costituzione»), ricordato i conflitti nel mondo (oltre a quelli più vicini, in Africa, nel Sud Est Asiatico, in Sud America), richiamato la capacità dimostrata dalle e dagli uomini della Resistenza di unirsi superando le diversità («…facevano parte delle Brigate partigiane militanti provenienti dai più disparati gruppi politici. Dalle più famose Brigate Garibaldi, organizzate dal Partito Comunista Italiano; alle formazioni di Giustizia e Libertà, coordinate dal Partito d’Azione; alle Brigate Fiamme Verdi, nate da ufficiali alpini e legate alla Democrazia Cristiana; per arrivare alle formazioni azzurre, monarchiche e badogliane»).
Su tutto, la necessità e la volontà di andare avanti, superando le tragedie collettive e i lutti che possono colpire all’improvviso e vicino: «La vita, come la democrazia, è un cammino che prosegue anche attraverso le difficoltà e i momenti di dolore».