Capodanno col botto! mamma-Paola è in formissima. Giusepèn, lo è altrettanto. Noi, cerchiamo di tener dietro a questa "enciclopedia vivente" sul Dialetto e le Tradizioni Bustocche. Vorremmo lo facessero anche coloro che si interessano di Cultura Bustocca e, visti i risultati, continuano a …. non interessarsi. Vediamo allora, quanto ci scrive mamma-Paola, attraverso la gentilissima figlia, Graziella Enrica Puricelli.
"chissà màa la essi" (chissà come sarà) ed è un auspicio che ciascuno di noi, dedica alla speranza.
A Capodanno, tutti si fanno dei propositi e tutti pensano di realizzare i propri desideri, sperando alacremente che i fatti della vita siano possibilmente positivi; ben sapendo che il destino, riserva a tutti, prove da affrontare e, possibilmente, da superare.
Andiamo con …. mamma-Paola che riceve da Giusepèn un grazie grandioso per la sua memoria, quanto racconta e la lucidità dei suoi pensieri. Nell'analisi, mamma-Paola esprime una "preoccupazione" e, nel futuro "s'à edi naguta da bòn" (si vede sulla di buono) - tuttavia, Giusepèn ci tiene a dire da "dispeòsi non" (non disperare) e aggiunge "a ogni malatìa ghe ul so dutui" (per ogni incombenza, c'è l'appropriata cura). Un ricordo di mamma-Paola va al tempo di guerra "candu sèm scapòi a Gignese, candu'l me po’ al fea ul partigiàn e mèn, insema a me moma seàm andèi in cà di sciui a fo i purtinoi" (quando siamo fuggiti per recarci a Gignese. Mio padre era un partigiano ed io, insieme a mia madre, eravamo ospiti in casa dei signori e facevamo le portinaie).
Sempre mamma-Paola (oggi brillante 87enne) a dire "seu piscinina e ma ragordu che 'na sia ghe gnu là i tudeschi cunt'ul fusil e un suldò tudescu al ma fèi 'na carezza e men gheu pagua" (ero piccola e ricordo che una sera sono venuti a casa dei signori, i tedeschi col fucile puntato e un soldato mi ha fatto una carezza, ma io avevo paura). E lui "bella bimba bionda, tu somigliare una di noi" e "da chèla oelta lì, u pudu non ide i tudeschi ….gheu sempar pagua" (da quella volta, non ho più voluto avere contatti coi tedeschi … avevo sempre paura). - "penseu da ide pu a guera, masugutàn a mazosi e i mozan anca i balitti teme cal disi ul telegiurnòl" (pensavo di non vedere più la guerra , ma continuano ad ammazzare e uccidono pure i bambini, come lo testimonia il telegiornale).
Poi, un vecchio adagio, per stemperare il racconto: "spalò fiòca e mazò genti l'è 'n lauà cal vor nienti" (spalare neve e uccidere persone, è un lavoro che vale nulla). - ne approfitto per dire che "nienti" (niente) è prettamente italiano; in Bustocco, si dice "naguta" che è un sinonimo, ma il "nienti" serve per la … rima. Quindi, mamma-Paola rivolgendosi al nipote, sentenzia "ul mò l'è stò in cò" (il male è stare in casa) "te tiò su i famusci?" (per dire, ti sei ristabilito?) del resto, ogni giovane vuole evadere, uscire coi compagni, vivere, senza farsi condizionare della vita "chiusa in casa" che non acconsente una relazione col mondo esterno.
Qui, Graziella Enrica, fa una considerazione perentoria, rivolta a mamma-Paola: "te ghe 'na menti lucida teme u aria dàa matina" (hai una mente lucida come l'aria fresca del mattino) e riceve le congratulazioni e gli auguri di Buon 2025 da parte di Giusepèn a cui allego anche i miei.
Resta chiaro e palese che noi, molto volentieri "teniamo banco" alle esperienze dialettali di mamma-Paola e, anche per il2025 la nostra rubrica è a disposizione. Il materiale per un terzo libro sul Dialetto Bustocco da strada è a disposizione …. magari, anche in assessorato alla Cultura di Busto Arsizio, potrebbe interessare …. per non disperdere l'autenticità di un idioma tanto prezioso. come è la Parlata Bustocca! - a conti fatti, il numero di Bustocchi "nativi e lavativi" si assottiglia sempre più e sarebbe un peccato … dimenticare le origini!