Ieri... oggi, è già domani | 19 dicembre 2024, 05:13

"ul fieou dul Campascioeu" - il figlio del Camoascioeu

Mamma-Paola ha dialogato con la figlia Graziella Enrica e, con la sua verve, ha tirato in ballo taluni suoi ricordi

foto d'archivio

foto d'archivio

L'ho messo nel titolo, affinchè si sappia che un "complimento" così bello e graditissimo, me l'ha fatto mamma-Paola che a 87 anni suonati, si ricorda delle …. mie origini. Appunto, sono io il "fioeu dul Campascioeu" (il figlio delCampascioeu). Lo spiego in una battuta. Mio padre aveva un gemello (che poi è deceduto) e nonna-Luisina non ce la faceva ad allattare due ragazzi. Quel che poi è diventato mio padre "l'e stèi baì" (è andato a balia) "dàa Campascioea" (soprannome).

Mamma-Paola ha dialogato con la figlia Graziella Enrica e, con la sua verve, ha tirato in ballo taluni suoi ricordi. Che io, ringraziandola, pubblico. Cominciamo con un detto molto eloquente: "s'à disèa, 'na olta ….vedi pulidu a chi t'e ghe de in brasciu ul fioeu, al Batesim, al ciopa i so vizi e i so virtu" (si diceva, in quei tempi …. guarda bene a chi dai in braccio il bimbo, al Battesimo; prende i suoi vizi e le sue virtù) e, in verità, ancora oggi, quando si sceglie il Padrino o la Madrina per il nascituro, lo si fa con estrema fiducia che riguarda proprio il futuro della Creatura.

Rivolto a Graziella Enrica, mamma-Paola è lapidaria: "ti, t'à ciapò in brasciu a to zia Luigia e t'e se propi 'na giloca teme le" (ti ha preso in braccio tua zia Luigia e sei proprio una stupidina come lei). Ho scritto "stupidina", ma con "giloca" si possono menzionare altri termini riguardanti la "leggerezza" con cui si comportavano le ragazze di allora, tipo svampita - leggera - superficiale, poco responsabile. Conoscendo Graziella Enrica, tuttavia, penso che gli "epiteti" non sono veri, ma una mamma è libera di appioppare accuse ai propri figli, esagerando un tantino.

Poi, "fa non ul ventu e acua e scrivighi al fioeu dul Campascioeu"  (quel "ventu e acua" significa non tergiversare) poi l'invito a scrivermi le note che state leggendo. "candu 'n om al fea ul stupidu, s'a disèa che l'ea 'n luganeghèn ligò in tri siti, un martalasciu …. vò a cà tua, cuaion a piantò i limòn" (quando un uomo faceva lo stupido, si diceva che era come un salamino legato in tre parti, un approfittatore, un "cacciatore" …. va a casa tua, coglione, a piantare i limoni). Chiaro qui, il commento figurato: "fare lo stupido" significa "ci provava, invitava la ragazza a …. concedersi e, si beccava il termine volgare di "martalotu" che è ben più grave dello stupido, cioè, colui che non conosce la realtà. Quindi, il "cuaion" è detto volgarmente per chi pensa di …. potere tutto. Sul "salamino" legato in tre parti, è chiaro che non è possibile. Il salamino è legato in capo e in coda, quindi due parti, ma lo stupito, il tentatore, per schernirlo, lo si paragonava a qualcosa non possibile.

Qui, l'accusa che mamma-Paola fa alle donne…. a non tutte, s'intende, ma a quelle "cunt'ul cò in l'aia ….in dì gilochi" (le donne con la testa per aria o per il fatto che si …. concedono facilmente, sono delle poco di buono). A quei tempi, non era così facile …. fare conquiste.

E siamo all'epilogo. "l'è ua da meti su'l disnò; un bòn risotu cunt'o fongi e, ma egn'in menti che a me nona l'a fea u oca sui gratòn e l'ea insci bona" (è ora di preparare il pranzo: un buon risotto con i funghi e mi sovviene che mia nonna cucinava l'oca sui (gratòn non so cos'è) ed era buonissima).

Adesso poi, sono commosso. Leggete il motivo. Rivolto a me, mamma-Paola dice: "t'à contu su dul Matòl e mò… t'a mandu 'n basèn, ciau" (ti racconterò adesso, del Natale  ed ora…. ti mando un bacetto) - preso mamma-Paola, ricambio con vero cuore "cunt'un basòn" - un bacione o come diceva la mia nipote "piccina" con un bacetone" ed io mi sento sereno, felice, lusingato di questa lodevolissima iniziativa. Quando una donna di 87 anni ti manda un "bacetto" significa che ha tanta considerazione nei confronti del destinatario … .men, un fioeu dul Campascioeu.

Gianluigi Marcora

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