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Busto Arsizio | 14 novembre 2024, 07:27

Bustocchi meno permalosi dei foggiani secondo Giuseppe Cruciani, ma «Busto è brutta»

Ospite di un podcast di Alessandro Cattelan, lo speaker radiofonico reso famoso da “La Zanzara”, oltre che dalla sua inclinazione alla provocazione, ha affermato che «Se dici che Busto è un cesso di posto, nel senso che è brutta esteticamente, nessuno viene da Busto e ti minaccia»

Giuseppe Cruciani

Giuseppe Cruciani

Un complimento che sa di offesa, ma anche una offesa che potrebbe essere un complimento: lo stile dissacrante di Giuseppe Cruciani colpisce anche Busto Arsizio. Nel corso della registrazione di “Supernova” (qui la puntata), spin-off di “Stasera c'è Cattelan”, il conduttore ha parlato delle minacce, anche di morte, ricevute quando parlò male di Foggia e di Catanzaro. Due città che, secondo Cruciani, «non si possono guardare». Ma – e qui sta la differenza – se fai la stessa cosa con Busto la reazione è più composta: «Se lo dici di Busto Arsizio (che è brutta), e oggettivamente è così, non è che i bustocchi si offendono. Al Sud c'è più sensibilità». Insomma, se proviamo a tradurre il Cruciani-pensiero, la nostra sarebbe una brutta città, ma noi abitanti siamo miti e oggettivi. O qualcosa del genere. 

Di oggettivo, però, c'è solo che non serve a nulla prendersela: Cruciani ha probabilmente usato Busto Arsizio proprio perché da qui è passato negli scorsi giorni visto che, domenica, il suo tour teatrale ha fatto tappa al Sociale Cajelli. Poi, lo sappiamo, come dice il suo vicino di microfono in questa circostanza «Sei sempre stato così? Hai la passione per la provocazione».

Poco prima che Cruciani citasse Busto Arsizio, tra l'altro, Alessandro Cattelan aveva fatto un confronto tra senso dell'umorismo americano e italiano, tirando in ballo anche squadre sportive. E se il presentatore, in qualche modo, afferma che i tifosi del NY Knicks non sono permalosi e quelli dell'Inter invece sì, si “dimentica” però che noi bustocchi abbiamo passato indenni anche questo tipo di sfottò. Era il 1988 e “I ragazzi della 3a C” era la serie tv che andava per la maggiore; nella terza puntata della seconda serie (visibile su YouTube) il gruppo di studenti protagonisti del telefilm usava la Pro Patria come termine di paragone per indicare una squadra di calcio scarsa. 

Insomma, prendiamola con filosofia perché, ricordiamocelo, ciò che non ti uccide ti fortifica. E alla fine a noi Busto piace anche così. 

Giovanni Ferrario

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