Vediamo di fare chiarezza, fra Duomo e Santuario, per un fatto semplice: ci scrive "mamma Paola" e ci autorizza pure a pubblicare la sua età - 87 anni - nata (come lei stessa afferma) "dadrè dul Dòm da Busti, in via Montebello". Ne parlo con Giusepèn che afferma a sua volta: "s'à disea propri insci" (si diceva proprio così), quando si parlava del Santuario Santa Maria di Piazza. Mi sono chiesto, allora, qual è la differenza fra Duomo e Santuario? - ho consultato "lo Zingarelli" che catechizza così: il Santuario è un luogo dove si custodiscono gli effetti, le memorie, i sentimenti più sacri e più intimi di una Comunità, mentre il Duomo, cioè la Casa del Signore è la chiesa cattedrale che si eleva oltre le chiese normali.
Detto ciò, vediamo di "entrare nel discorso" di mamma-Paola che la diletta figlia, Graziella Enrica Puricelli ci ha inviato. Nell'introduzione di "Preghiere e Giaculatorie", mamma Paola diventa un fiume in piena. Col suo "ma ragordu" comincia dal "candu seu piscinina, 'ndeu sempar dàa me nona Angiulina Brazzelli" (quando ero bambina, andavo sempre da mia nonna) e questo lo aggiungo io, anche mia nonna era una Brazzelli, ma di nome Maria. - "nona Angiulina l'à ghea quatar masci e men, seu a prima nauda" (nonna Angiolina ha avuto quattro maschi ed io ero la sua prima nipote) - "sun nasùa ul 28 da febrai e l'ea Carnevol" (sono nata il 28 febbraio ed era Carnevale) - "alua, s'a nasea in cò e ul dutui can ciamò, lea ciocu" (a quei tempi, si nasceva in casa e il medico che hanno chiamato, era ubriaco) - "a me moma, l'à fei un partu dificil e men, sun nasua morta" (mia madre ha compiuto un parto difficile ed io sono nata morta) - "ul dutui, al ga dì àa me nona da meti dentar ul cuton dàa stua; fol scultò pulidu, poeu metagàl a dossu" (il medico ha detto a nonna di mettere del cotone nel forno della stufa, farlo scaldare per bene, poi mettermelo addosso) …. come si fa oggi, con l'incubatrice - "dopu pocu tempu, m'à sun metua dre a piangi e …. sun chi anca mò, a 87 an" (dopo poco tempo, mi sono messa a piangere e … sono qui, campo tuttora ed ho 87 anni).
Giusepèn sorride nell'ascoltare con quanta verve racconta mamma Paola le sue vicissitudini. Chiaro che gliel'avranno riferito di com'è andata. "a me nona l'ea amisa dul don Giuli, ma la preghea pocu e l'a ma fei 'nparò, prima da durmì chi paòl chi" (mia nonna era amica di don Giulio Caldiroli, ma pregava poco e mi ha fatto imparare, prima di dormire, queste parole) - "acua-santa, la ma bagna - Spiritu Santu, m'a cumpagna - bruta bestia va via da chi" (Giusepèn sta ridendo, contento) ed ecco la traduzione: Acua Santa che mi bagna - Spirito Santo che mi accompagna - brutta bestia (demonio) vattene via da qui. Questa era la Preghiera-Giaculatoria che nonna mi diceva quando mi metteva a letto. Per concludere con uno "Spiritu Santu, vegn chi cun men" (Spirito Santo, vieni qui con me).
Giusepèn, non solo annuisce su quanto ha dichiarato mamma Paola "cuosi me cuetanea" (quasi mia coetanea), ma conferma quanto le nonne dicevano alle nipoti e ai nipoti. D'accordo, Giusepèn, tuttavia ti faccio notare che tu, di anni, ne hai compiuti 98 (sei del 1926) e mamma Paola, di anni ne ha 87 …. e Giusepèn "suguta non a dil in curti" (non continuare a dirlo in cortile) - ho capito, Giusepèn, ci vuole il Nocino.