Ieri... oggi, è già domani | 24 settembre 2024, 05:00

" ul figascioeu"" - il dolce con l'uva

"ul figascieu" è un dolce preparato come se fosse una "pizza", ma dentro il "letto di pasta" si inseriscono acini d'uva "americana" e una spolverata di zucchero

" ul figascioeu"" - il dolce con l'uva

Vediamolo subito: "ul figascioeu" (dolce pane con l'uva) non è una focaccia e nemmeno "ul pàn tranvai" (pane cotto al forno, con dentro acini d'uva, come un comune "bastonicio francese"; quindi, niente zucchero). "ul figascieu" è un dolce preparato come se fosse una "pizza", ma dentro il "letto di pasta" si inseriscono acini d'uva "americana" e una spolverata di zucchero. E si vende a tranci (come la pizza); si tratta di un dolce e non va confuso con …. focacce  o pane con uva.

Stavolta, mamma Paola, "mitica" signora Bustocca e genitrice di Graziella Enrica Puricelli, mi fa avere dalla figlia, talune "chicche" di Dialetto Bustocco da strada che inorgogliscono Giusepèn e il sottoscritto, per il "profumo di sano parlare indigeno" che posseggono unicamente coloro che amano il Dialetto Bustocco e ne hanno facoltà ad affrontare qualsiasi discorso dialettale.

Giusepèn, poi, è felice che "qualcuno" si sia preso la briga di portare "versioni nuove e vissute" nel nostro antico Borgo, diventato poi la "mitica" Città di Busto Arsizio.

Mamma Paola, ha voglia di dolci "guaia s'a pudessi non eghi 'na fetta da figascieu, chel bon dul Luraschi" (guai se non potessi avere una fetta del figascieu, quel buono e originale del Panificio Luraschi). Prosegue, mamma Paola con un "ma ragordu candu ul to po’, l'andèa in bicicletta a toela, e al purtèa a co 'n prufum d'uga calt'à fea sboti a buca, pàa madrizia" (ricordo quando papà andava in bicicletta  ad acquistarla e portava a casa un profumo intenso d'uva che soddisfaceva la voglia di quel dolce). Purtroppo -adesso è Graziella Enrica che parla- "in giardino abbiamo solo filari di uva bianca da tavola e, quest'anno, il raccolto è rimasto scarso". Mamma Paola prende subito in mano il "pallino" e catechizza "ghe su a pianta di bèi fighi e in dre a gni vioea e in già dulzi e s'à podi fò a marmeloa" (ci sono sull'albero dei fichi meravigliosi e si stanno colorando di viola e sono già dolci ed è possibile prepararne la marmellata). Sempre mamma Paola manda alla figlia un messaggio: "dighi al to om da fòla" (riferisci a tuo marito di prepararla). Gabriella Enrica ci tiene a dire che "mio marito è un cuoco in pensione e si diletta in cucina, così …. come sa fare lui la marmellata, ci "costringe" ad allargare i pantaloni, da quanto è succulenta". Mamma Paola fa una costatazione: " sun gnua grassa pàa bona cusina e i dulzi, sun bona non da lassai stò" (sono ingrassata, ma i dolci non riesco a non mangiarli) e aggiunge col suo tono deciso "scrivighi al fioeu dul Campascieu ca me gnu'n menti 'na roba, ma mo a lu disu non e candu l'e'l mumentu a gal disàm" mi piace la precisazione che riguarda "ul fioeu dul Campascioeu" che riguarda me e mio padre. Il soprannome è arrivato dopo che nonna Luisina, aveva partorito due gemelli (uno è mio padre) e non aveva latte per tutti e due; quindi, papà è cresciuto allattando il latte dalla Campascioea e ha "ereditato" il soprannome. Quindi, attenderò con pazienza ciò che mamma Paola non mi ha rivelato in questa occasione. Giusepèn è entusiasta di questa "collaborazione" che catechizza una verità importante: il Dialetto Bustocco da strada possiede tantissime sfumature nel parlarlo che variano da Rione a Rione, ma che si condensano in un'unica parlata che illustra le molteplici situazione della vita semplice di allora.

Confesso che avevo "temuto" la reazione del Giusepèn di fronte a questi "favori esterni"; invece, Giusepèn è ben felice di apprendere a sua volta modi di dire che dentro l'idioma Bustocco portano esempi di vita da gustare appieno dentro l'intera Busto Arsizio. E a questo punto: cin-cin col Nocino.

Gianluigi Marcora

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