«Era un grande prete, un grande uomo e un grande amico».
In queste poche parole espresse ieri a poche ore dalla sua scomparsa da Paolo Paletti, uno dei suoi ragazzi dell’oratorio, è ben sintetizzato lo spirito di don Remo Ciapparella, che ad Olgiate è stato coadiutore nella parrocchia dei Santi Stefano e Lorenzo dal luglio del 1977 al febbraio 1991.
Un sacerdote che, con il suo spirito pratico e il suo profondo amore per la preghiera, è stato in grado di crescere un’intera generazione di olgiatesi, riuscendo a coinvolgere nella vita della parrocchia e in quella dell’oratorio non solo i più giovani, ma anche le loro famiglie.
«Sono entrato in confessionale da don Remo e quando sono uscito mi sono ritrovato a lavorare all’oratorio»; una frase che in molti hanno detto nel corso del quasi 15 anni in cui il sacerdote ha vissuto in centro, e testimonia come con le sue parole e il suo esempio abbia saputo essere un vero punto di riferimento per l’intera comunità ed instaurare rapporti veri e significativi con le persone che lo incontravano.
«Ogni volta che lo vedevi aveva sempre le mani impegnate con qualcosa – ricorda Paolo Paletti – o era il breviario, che lo accompagnava nei momenti dedicati alla preghiera, o era qualche strumento per lavorare e aggiustare quello che non andava al centro familiare.
Del resto è sempre stato un uomo molto pratico, che sapeva far convivere sia la dimensione più spirituale, sia quella più “concreta”».
Un modo di essere che gli ha permesso di far crescere e prosperare il Centro Familiare Santo Stefano, che è stato costruito e avviato dal suo predecessore don Pino Ballabio; «Don Remo – prosegue Paletti – ha sempre avuto nel cuore il centro familiare, quando è arrivato ad Olgiate era appena stato finito, e lui ha saputo consolidarlo e trasformarlo nella seconda casa di gran parte della comunità.
Gli adulti si occupavano delle cose più pratiche, come la gestione del bar, e noi ragazzi pensavamo al resto; in quegli anni, e tra quelle mura, con lui abbiamo vissuto esperienze che hanno saputo farci crescere e maturare, è arrivato ad Olgiate che eravamo dei bambini e ci ha accompagnato nel percorso che ci ha fatto diventare gli adulti che siamo oggi.
Era sempre disponibile per chiunque avesse bisogno, e la porta della sua casa era sempre aperta».
Ma non erano solo l’oratorio o il centro familiare il luogo in cui i giovani olgiatesi hanno avuto modo di crescere e maturare; il loro coadiutore, infatti, li ha sempre accompagnati anche a fare esperienze diverse, come ad esempio avveniva nei ritiri che si svolgevano in Avvento e in Quaresima, che erano dedicati alla preghiera, alla meditazione e all’organizzazione della vita della comunità.
«Ha saputo farci crescere sia sotto l’aspetto spirituale che per quanto riguarda gli aspetti più pratici della vita di ogni giorno – spiega Paolo Paletti – del resto era un uomo molto pratico, e che sapeva conciliare la preghiera con la necessità di lavorare con le proprie mani per fare in modo che tutto al centro familiare funzionasse come doveva».
Una figura che, con il suo esempio ed il suo affetto, ha saputo farsi amare profondamente dalla comunità olgiatese, che gli è rimasta nel cuore anche dopo il suo trasferimento.
«È sempre stato molto legato alla nostra comunità – conclude Paletti – e ogni volta che lo abbiamo invitato per festeggiare i momenti più importanti della sua e della nostra vita è sempre tornato con piacere; ogni volta che lo abbiamo rivisto è sempre stato per tutti un bel momento di festa, come lo scorso dicembre in occasione della consegna del Cardo d’Oro».