«Ecco il vostro parroco, don Gigi Musazzi». Così, a gran voce, il vescovo ausiliare di Milano monsignor Luca Raimondi ha ufficializzato l’inizio del servizio del sacerdote nella chiesa di Beata Giuliana a Busto Arsizio.
Oggi, nella giornata conclusiva della festa patronale, si è tenuta una partecipatissima messa di benvenuto a don Gianluigi, che lo scorso giugno era già stato accolto calorosamente dalla comunità di Beata (leggi qui), rimasta a lungo senza parroco.
In chiesa, accanto al sindaco bustocco Emanuele Antonelli, il collega di Cormano Luigi Magistro. Insieme a quest’ultimo, altri amministratori, rappresentanti della comunità pastorale e le suore del comune milanese. A testimonianza del legame profondo instaurato da don Musazzi con la comunità con cui ha trascorso undici anni. Un legame che il sacerdote ha già iniziato a costruire nella sua nuova parrocchia.
Prima della messa, cui ha preso parte anche il prevosto di Busto monsignor Severino Pagani, si è tenuta una processione dalla Cascina dei Poveri, con la banda, i capitani e i vicecapitani del palio. La cascina è luogo simbolico del quartiere: «Qui ci sono le origini della nostra Beata Giuliana», ha sottolineato il vescovo Raimondi.
Durante la funzione, si è tenuto l’insediamento ufficiale. Nel messaggio di benvenuto, il consiglio pastorale non ha nascosto come comunità si sia «sentita un po' smarrita», nel lungo periodo senza un parroco. Ma mai sola, grazie alla presenza di monsignor Pagani e di altri sacerdoti. «Abbiamo pregato ogni giorno per te caro don Gianluigi – le parole per il prete –. Grazie per aver accettato la proposta del vescovo di diventare pastore di questa comunità. Ti vogliamo già bene. La nostra è una comunità fertile, generosa, ricca di grandi risorse. Siamo felici che anche tu ne entri a far parte come guida ma anche come fratello in mezzo ai fratelli. Sarà bello camminare insieme».
Don Musazzi ha ringraziato i fedeli di Beata che lo hanno accolto «con affetto, attenzione, vicinanza». Commuovendosi nel saluto alla famiglia: la mamma, i fratelli, la cognata, il nipote. E anche quando ha ricordato «gli undici anni indimenticabili del mio ministero a Cormano, con momenti belli e anche faticosi, come nel periodo del Covid».
Per sé e per gli altri, ha chiesto «la grazie di essere abitati dallo Spirito in ogni gesto, iniziativa e proposta». Quindi l’augurio di un «buon cammino a ciascuno di noi».