Sono i colleghi taxisti ad affiancare il consigliere regionale Giuseppe De Bernardi Martignoni nel suo ultimo viaggio. Con le loro auto, scortano il feretro fino alla basilica di Santa Maria Assunta. All’uscita, il picchetto con le bandiere tricolori.
È gremita la chiesa di Gallarate per il funerale celebrato dal prevosto, monsignor Riccardo Festa. Ci sono le alte cariche della politica: il presidente del Senato Ignazio La Russa, che dal sagrato chiama l’ultimo applauso per l’amico di tanti anni di militanza.
La Regione, rappresentata dal governatore Attilio Fontana, dagli assessori, dai colleghi consiglieri, con il presidente dell’assise del Pirellone Federico Romani. Gli amministratori della sua città: il sindaco Andrea Cassani, con la giunta e i consiglieri di maggioranza e opposizione. Gli amici di Fratelli d’Italia, a cominciare dal coordinatore provinciale Andrea Pellicini e dall’assessore regionale Francesca Caruso, ma anche dal responsabile regionale Carlo Maccari e dall’eurodeputato Mario Mantovani.
Il presidente della Provincia Marco Magrini, gli amministratori del territorio, le associazioni, con in testa l’Associazione nazionale Polizia di Stato. Il prefetto Salvatore Pasquariello e le forze dell’ordine. E poi i tanti cittadini che hanno voluto bene a “Beppe”, il politico «da marciapiede» o «del popolo», come voleva essere ricordato.
Il ricordo dei figli
I figli, trovando la forza di parlare, hanno sottolineato il suo legame con la gente: in tanti in questi giorni hanno voluto salutare e ringraziare Giuseppe commossi. Paolo ha ricordato l’ultimo anno: «Un calvario». Ma «nel cuore ti sei sempre rialzato – ha detto –. Voglio che si sappia che hai lottato fino alla fine come un leone, con quella stessa forza con cui mi spronavi da bambino e con cui hai raggiunto grandi risultati politici. Mi hai insegnato a essere altruista, da politico di vecchio stampo che ha sempre anteposto agli interessi personali il bene dei cittadini. Continua a indicarmi la strada».
La figlia Giulia ha ricordato l’uomo politico «sempre disponibile, umile e generoso». E poi il sorriso «genuino e sincero» del papà. «Se chiudo occhi approdo a quella sera d'estate sotto cielo stellato a Pescara. Ti vedo come fosse adesso, guardavi noi e il mare e sorridevi».
Giulia ha ringraziato lo Zio Vittorio, «fratello buono» di Beppe, e sua moglie Eleonora, Francesca Caruso, Paola Martignoni, Salvatore Marino. «E mamma Lorena, che non lo ha mai abbandonato. Gli ha dato tutte le attenzioni necessarie, usando tutte le sue energie. Un esempio di intelligenza, coraggio e grande umiltà».
L’assessore regionale Caruso e il sindaco Cassani
Poi è stata Francesca Caruso a intervenire, proprio come richiesto da Martignoni: «Il tuo ennesimo scherzetto che mi ha riservato», ha detto l’assessore regionale gallaratese. È a lei che lo storico militante passa il testimone.
«Un gigante buono dall’approccio ruvido e la tempra solida che solo i veri combattenti possono avere. Con te alle nostre spalle eravamo tutti più coraggiosi. Non hai mai perso coraggio e lealtà. Un militante perenne, instancabile. Hai sempre concepito la politica e la vita come servizio. Un uomo che sapeva ascoltare i problemi della gente, un uomo del popolo». Con la promessa che la sua lunga militanza sarà onorata.
«È un giorno triste per la città di Gallarate – ha affermato il sindaco Cassani –. Un giorno buio per la tua famiglia e per gli amici e i colleghi. Saresti orgoglioso di vedere tanta gente e saresti contento della presenza del “tuo Ignazio”. Mi chiamavi spesso alle otto e mezza di sera per aiutare i cittadini in difficoltà. Il tuo impegno civico per la città durava da 18 anni, senza dimenticare il lavoro in Provincia. Ho condiviso gli ultimi otto, apprezzando le tue capacità Nessuno ti ha mai regalato nulla. E il premio per quanto hai fatto nella vita, sono l’affetto e la stima che oggi vediamo».