Suor Marcella Catozza parte oggi, martedì 21 maggio, per il Madagascar. Con lei gli architetti dello studio Oasi di Busto Arsizio, gli stessi che hanno portato alla realizzazione della Kay Pé Giuss di Haiti, oltre a due medici di Novara e una volontaria di Milano. E in queste ore proprio dalla Kay è arrivato un messaggio colorato di speranza.
La violenza e la miseria tormentano sempre Haiti, ma il seme gettato continua a dare frutti.
Assalti, stupri, omicidi, gente in fuga, case date alle fiamme, depositi saccheggiati, rapimenti: ogni giorno questo è il dramma del Paese. Poi la riflessione toccante: «Con i nostri educatori ci sentiamo tutti i giorni e quello che emerge sempre dai loro interventi è la certezza di essere nelle mani di qualcuno che cambierà le cose quando vorrà, ma di cui loro sono davvero certi».
Suor Marcella li ha scossi positivamente con un interrogativo: «Il grido del cuore è spento da tanta violenza o arde e pulsa sotto le macerie di un’umanità ferita dalla storia?». La risposta è arrivata copiosa, sotto forma di foto e video. Il 18 maggio, infatti, è la festa della bandiera haitiana. Festa può apparire una parola controsenso in questo tragico contesto. Eppure è molto sentita, perché «simbolo della fine della schiavitù, simbolo della libertà che corrisponde al cuore». Come festeggiare però? «Con musica, colori, panini golosi e torte colorate, tanti palloncini, balli e canti. Il sì entusiasta degli educatori della Kay mi ha sorpreso, ma ancora di più mi hanno sorpreso le foto e i video ricevuti».
Di qui l'esclamazione: «La Kay Pè Giuss è viva! Che provocazione ad alzare la testa dalla fatica della nostra quotidianità! Costumi fatti con la carta crespa, cappelli da generali e spade di cartone, danze e perfino Mondi, nove anni, che presenta al violino il pezzo che ha preparato con il maestro (da un anno otto bimbi della Kay studiano violino!!!). E poi i panini golosi preparati da Nadege... Qualcosa di diverso che ci faceva capire che i tempi sono difficili c’era, ma l’allegria e la voglia di vivere superavano la mancanza delle cose. Che lezione per il nostro mondo sempre pronto a lamentarsi, mai soddisfatto, sempre in cerca di qualcosa che non ha, ma senza il coraggio di ripartire dal cuore, dalla propria umanità».
È questa la bellissima analisi di suor Marcella, che deve stare lontano da Haiti, a fatica: «Alla Kay stiamo cercando di ripartire dal cuore. Fremo nel dover accompagnarli a distanza, ma obbedisco certa che tutto concorre al bene... Mi colpiva vedere nelle foto alcuni educatori che ieri avevano il giorno di riposo e che invece erano rimasti lì senza smontare dal turno per partecipare alla festa, per fare la festa, per esserne protagonisti insieme ai loro bambini. Educatori che per arrivare alla Kay rischiano la vita; che lasciano a casa i figli senza sapere se accadrà loro qualcosa durante la giornata, che dormono sui pavimenti della Kay, educatori che hanno voglia di vivere».
Così ritornano le feste dei compleanni, i preparativi per i campi estivi, segnali di quella vita che vuole continuare a vibrare.
GUARDA IL VIDEO