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Economia | 03 aprile 2024, 07:00

Mercato della cosmesi in Italia: i dati del 2023

In occasione dell’ultima edizione del Cosmoprof di Bologna sono stati presentati i dati relativi al secondo comparto

Mercato della cosmesi in Italia: i dati del 2023

In occasione dell’ultima edizione del Cosmoprof di Bologna, palcoscenico importantissimo per le aziende che si muovono nel settore dell’estetica e della cosmesi, sono stati presentati, da parte degli esperti dell’Associazione Cosmetica Italia, i dati relativi al secondo comparto.

Nel 2023, pur rimanendo la grande distribuzione il principale canale di acquisto scelto dai consumatori, sono cresciuti a doppia cifra l’e-commerce e le erboristerie.

In merito al primo, si segnalano i numeri sempre interessanti delle e-farmacie, soprattutto delle grandi catene, forti anche dell’applicazione di promozioni interessanti (c’è un’ampia selezione di cosmetici di farmacia disponibili su Dr. Max che dimostra quanto assortimento di brand e sconti vantaggiosi si incontrino spesso).

I canali più amati per l’acquisto di cosmetici in Italia

La grande distribuzione, come poco fa accennato, è in testa alle preferenze di chi acquista cosmetici in Italia. Il secondo posto, sempre sulla base dei dati sopra menzionati, spetta alla profumeria, il cui giro d’affari è aumentato, nell’arco di un anno, del 14,2%.

Questa crescita dimostra come il canale abbia pienamente recuperato i fatturati pre-pandemia.

L’e-commerce è cresciuto del 12,5%, consolidando il suo ruolo di canale scelto ormai di routine da chi ha la necessità di comprare un cosmetico.

A sorprendere è soprattutto la crescita dell’erboristeria, pari al 12%. Anche in questo caso, si può parlare di un egregio recupero dei fatturati pre 2020.

Cosa dire, invece, in merito alla farmacia? Che la sua crescita è stata pari al 7,5% su scala annuale.

La vendita diretta, nonostante il segno positivo, sconta comunque la scelta, sempre più frequente, dell’attenzione a forme di distribuzione del prodotto decisamente più snelle.

I trend negli acquisti

Nella cosmetica e in molti altri settori, è possibile tracciare una linea spartiacque tra prima e dopo il Covid. L’archiviazione dell’emergenza sanitaria ha portato all’aumento degli acquisti di cosmetici per il viso, il cui fatturato è aumentato del 20% nell’ultimo anno, e per le labbra.

Nel secondo caso, i dati presentati durante il Cosmoprof parlano di una crescita annua del 14,2%.

Nell’ambito dei prodotti interessati da una maggior crescita a seguito della fine dell’emergenza sanitaria, un doveroso cenno va dedicato ai correttori per le guance, il cui giro d’affari è cresciuto, dal 2022 al 2023, del 31,2%.

Stessi numeri importanti per cosmetici come il fard e la terra.

I fatturati della cipria, invece, hanno visto un balzo in avanti del 22,2% circa in un anno.

Si registrano invece numeri negativi per prodotti cosmetici come quelli dedicati all’igiene del corpo e alla cura dei capelli.

Un trend che li ha coinvolti dal 2022 al 2023 riguarda il generale ritorno agli acquisti da canali professionali.

I numeri importanti dell’export

La cosmetica in Italia concretizza numeri importanti anche all’estero. Come evidenziato durante i giorni dell’evento bolognese da Benedetto Lavino, presidente dell’associazione Cosmetica Italia, il settore si colloca nell’elenco dei più rappresentativi quando si parla di made in Italy a livello globale.

L’ultimo ventennio è emblematico a tal proposito: come evidenziato sempre da Lavino, nel lasso di tempo appena menzionato è raddoppiata la percentuale dell’export sui risultati totali del fatturato.

Le aziende del settore nel nostro Paese devono dire grazie proprio all’export se sono riuscite, a seguito dello scoppio della crisi finanziaria del 2008 e nel periodo della pandemia, a mantenere numeri importanti.

Ad attrarre i mercati internazionali, oltre al fascino poetico del brand Italia, ci pensano aspetti come la tensione verso l’innovazione, senza dimenticare la generale qualità dell’offerta e gli standard normativi di sicurezza, che non hanno eguali al mondo.

Questi fattori si stanno rivelando sempre più attrattivi anche per i clienti di diversi mercati extra UE, sempre più propensi a orientarsi verso prodotti di fascia di prezzo premium (in generale, quella intermedia sta sempre più perdendo quota).

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