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Busto Arsizio | 26 marzo 2024, 22:34

La proposta del garante dei detenuti: «Un Consiglio comunale in carcere»

Dopo quasi un anno di lavoro all’interno della casa circondariale di via per Cassano, il garante dei detenuti ha fatto il punto sull’attività svolta. Portando all’attenzione dell’assise problemi e richieste dei detenuti, a partire dalle annose questioni del sovraffollamento e della carenza di personale. Con lui il cappellano don Riboldi. Le novità e l’importanza dei volontari

La proposta del garante dei detenuti: «Un Consiglio comunale in carcere»

Dopo quasi un anno di lavoro all’interno della casa circondariale di via per Cassano, il garante dei detenuti Pietro Roncari ha fatto il punto sull’attività svolta. Portando all’attenzione del Consiglio comunale problemi e richieste delle persone private della libertà. A partire dalle annose questioni del sovraffollamento e della carenza di personale.

L’intervento del garante è stato ascoltato con attenzione dall’assise civica, che si è dimostrata interessata a una realtà di cui si parla e conosce poco. Al punto che il garante, affiancato dal cappellano don David Maria Riboldi, ha fatto una proposta, anche provocatoria: «Facciamo un Consiglio comunale in carcere».

«Presto un conto corrente»

Roncari, che lo scorso aprile ha ricevuto il testimone dall’ex consigliere comunale Matteo Tosi, ha fatto sapere che «sta per essere attuato uno sviluppo interessante del regolamento con l'apertura di un conto corrente in favore dei detenuti, sul quale riversare il contributo economico deliberato dall’amministrazione e altre elargizioni da enti locali, associazioni, cittadini».
Proprio il suo predecessore aveva insistito sull’importanza di avere a diposizione un piccolo fondo per le spese. Ma, per il momento, dal punto di vista economico «non abbiamo ancora chiesto niente», ha fatto sapere Roncari.

I problemi

Il garante non ha nascosto i problemi: «Il sovraffollamento è il maggiore, non solo a Busto. Celle stipate, letti a castello anche su tre piani, spazi ristretti, contatti difficili se non impossibili con le famiglie, lentezze burocratiche esasperanti, senso di abbandono. Tanti davvero i disagi degli ospiti sempre oltre 430 unità». A fronte di 240 posti previsti.

«Cronica è la carenza di personale – ha proseguito Roncari –. Polizia penitenziaria, assistenti sociali, personale nei servizi e negli uffici sotto organico da anni. Eppure gli uomini in divisa e gli operatori professionali non si risparmiano, pur sottoposti a turni pesanti e compiti in aumento, sostenuti dalla direttrice Maria Pitaniello succeduta a Orazio Sorrentino».

Problemi ma anche risorse, a partire dall’attività scolastica: «Sono attivi tre cicli: alfabetizzazione e licenza media condotte dal Cpia, scuola superiore di agraria sostenuta dall'Ipc Verri. Altri corsi di cucina, falegnameria, inglese, diritto, teatro, musica e attività fisica completano la proposta formativa. Collaborano da anni con il carcere l'Enaip, la Cooperativa Intrecci, associazioni formative, professionisti molto motivati».

E le richieste

Roncari ha riportato anche alcune richieste di detenuti e uffici: «Uno sportello anagrafe, perché i detenuti possano svolgere le pratiche di rilevanza sociale. Uno sportello delle Poste Italiane, per poter operare sui loro depositi. E siano rinnovati i permessi di soggiorno in scadenza. L’aggiornamento degli orari del bus nel periodo estivo, per adeguarli alle esigenze».

Ancora: «Forte è la pressione per rendere operativo il protocollo tra carcere, Provincia, Comuni, sindacato ed enti formativi per raccogliere e impostare le pratiche di disoccupazione, invalidità, patenti scadute, aggiornamenti fiscali le incombenze di patronato».

C’è anche la richiesta di alloggi per il dopo carcere, «anche se è già stata migliorata l’accoglienza nei dormitori pubblici, compreso quello di Sant'Anna. Il bisogno della casa incide molto su un buon reinserimento sociale».

Il lavoro è un'altra priorità: «Qualcosa si sta facendo ma il bisogno è tanto. Meritevole è la sensibilità del cappellano don David, che creando l'associazione la Valle di Ezechiele ha avviato un'attività produttiva a Fagnano Olona dove in pochi anni ha trovato lavoro una ventina di detenuti. Il lavoro fa crollare la recidiva dal 70% al 2%, a tutto vantaggio anche della sicurezza sociale».
Oltre alla storica cioccolateria, Roncari ha posto l’accento sull’importanza del volontariato: su questo fronte, la Valle di Ezechiele ha appena terminato un corso di formazione rivolto a un'ottantina di persone.

Un lavoratore in Comune

Come spiegato da don Riboldi, «da un mese e mezzo qui in municipio c’è una persona della Valle di Ezechiele impegnata in un progetto di digitalizzazione di alcuni fascicoli dell’ufficio Personale».
«Spero che altri Comuni seguano questa strada», ha detto il sindaco Emanuele Antonelli, ringraziando Roncari per il proprio impegno.

Alle problematiche elencate dal garante, l’assessore all’Inclusione sociale Paola Reguzzoni ha poi aggiunto quella sanitaria: «C’è una carenza di medici e infermieri a fronte anche di un’alta percentuale di tossicodipendenti».
Altro tema, i colloqui con i bambini: «Le colpe dei padri non devono cadere sui figli», ha detto l’assessore, ricordando che, insieme alla collega Manuela Maffioli, delegata alla Cultura, è stata allestita una biblioteca nello spazio di ricevimento dei familiari. «Ma si deve fare ancora molto», ha aggiunto.

A fronte dell’interesse dimostrato dall’assise, il garante ha infine avanzato una proposta: «Facciamo un Consiglio comunale in carcere. Può sembrare un gesto provocatorio, ma sarebbe giusto», ha detto.
In passato si erano già tenuti sopralluoghi della commissione, ma una vera e propria seduta dell’assise cittadina avrebbe senza dubbio un grande valore simbolico.

Riccardo Canetta

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